in Toscana vivo da 35 anni e ho sempre notato questa cosa, che scrivo da anni; non sono populisti, ma conservatori identitari, i più leghisti di tutti, con la ferocia civica imbattibile di secoli di guerre tra comuni limitrofi, tutti contro tutti; i primi a volersi distinguere, sempre e comunque, nostalgici del Granducato, gelosi delle mura cittadine, a partire dal disprezzo per il contado;
il fiorentino tipico di popolo sbeffeggia senesi e pisani come provinciali sottomessi, ma prova un disprezzo davvero razzista per i "piercoli" del contado, campigiani, pratesi o immigrati; anche nel tifo, la Viola è la squadra degli identitari di città, mentre la Juventus è odiata, da una parte perché simbolo del potere, ma molto perché adottata dai campagnoli e dai meridionali immigrati;
da sempre, nelle cronache cittadine, quando c'è un fatto di sangue e delinquenza, non si manca mai di far notare che il reo è residente in loco da anni, ma originario del sud;
questo è un sentimento trasversale, che ho sempre notato anche in chi si diceva di sinistra; ci ho sempre potuto scherzare, perché provenendo da una metropoli ricca nessuno si è mai indirizzato a me in quel modo; ma ho sempre saputo che al momento opportuno questa cosa sarebbe emersa;
e lo stesso vale per l'Emilia Romagna.