guarda che sei partito per la tangente e cambiato il discorso, come sempre;
qui l'oggetto era: è possibile che un discorso di natura religiosa, che prende avvio da un testo, non enunci un precetto convenzionale, che è quello, per tutti coloro che lo leggono a prescindere dal fatto che credano o meno ? Non rubare lo capisce chiunque, credente o meno;
ebbene, non è possibile, sarebbe l'auto-negazione del discorso religioso; per un motivo evidente: il credente attribuisce un ordine morale al creato, come inteso da Dio; se il testo non esprimesse una filosofia morale corrispondente e relativi vincoli, che si intendono tassativi e obbligatori, cioè la "legge", ne risulterebbe un Dio-caos, un non-ordine; cioè l'opposto di ogni idea di creazione intelligente, un'ideologia nichilista;
questo nascondino è una cosa solo cattolica, per la solita peculiarità di avere una gerarchia dottrinaria e un esercito di fiancheggiatori tenuti a fare pubblicità e fermare l'emorragia dei fedeli; perciò, si nasconde la realtà di una legge che ci dice che non si può fare sesso fuori dal matrimonio, non si può divorziare, se ci si separa bisogna rimanere casti, che la contraccezione è peccato mortale che le donne dovrebbero preferibilmente seguire percorsi di famiglia e accudimento e non perseguire carriere "maschili", col risultato, combinato agli altri precetti, di una soggezione sociale e privata, che nega le famiglie diverse, ecc...
così si coniano belle e rassicuranti frasette, che però sono controproducenti, perché è evidente l'imbarazzo e la vergogna nel dover nascondere i propri imperativi morali "divini"; se sono lì, messi benne per iscritto, ma devi distrarre il cliente con discorsi alati, l'effetto è quello di suscitare la diffidenza che si prova di fronte ad un truffatore.