Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
Io ho già postato qualcosa relativo alla predestinazione di sorella White. Visto che non è bastato a convincere chi non ha in sé alcun dinamismo, ma è fermo come una statua di sale, ho trovato qualcos'altro nel testo "Testimonianze per i ministri e per gli operai del Vangelo":

L’unica predestinazione che troviamo nella Parola di Dio è quella di un popolo dove gli uomini sono scelti per essere salvati.
deh, ha' detto nulla !
cosa c'è di più predestinante del "patto", circoncisione/battesimo, imposto ai neonati, solo alcuni ? questa è la fonte scritturale di tutta quella dottrina, che poi trova nella logica la sua spiegazione;
infatti, il problema teologico è quello di spiegare il ruolo di Dio nella Grazia della fede individuale alla luce della prerogativa di onnipotenza, che è la solita questione su cui ti incagli;

devi immaginare la teologia di fronte al problema della necessità - che l'evento "Grazia" si produca - in relazione all'autonomia del libero giudizio umano e del sacrificio di Cristo; quest'ultimo avviene proprio perché la Scrittura di per sé non basta(va); ma, ovviamente, questa ulteriore rivelazione nemmeno può dirsi sufficiente a distanza, per esercizio d'intelletto e ragione;

in ultima analisi, l'illuminazione alla fede, in tutti gli impianti teologici monoteisti, può dipendere solo dall'intervento divino sul singolo, che comunque non può "salvarsi da solo", anche con le Scritture a disposizione, se non c'è precisa intenzione divina in quel senso, cui si lascia comunque l'ultima parola; altrimenti, verrebbe smentita l'onnipotenza, non si muove foglia..., e si statuirebbe un'autosufficienza umana per via di ragione;

in termini moderni e psicologici la predestinazione può essere interpretata come la descrizione dell'essere umano talmente indurito dalle circostanze da non poter essere mai pienamente redimibile, con tutti i suoi limiti; è anche un presupposto della stessa pietà e astensione dal giudizio umano definitivo, visto che nessuno conosce l'ultima parola sulla salvezza;

anche il peggiore criminale, pur condannato dalle leggi civili, non può essere privato della sua dignità del giudizio ultimo da cui ci si deve astenere; e la stessa legge civile riconosce significativamente anche al peggiore dei criminali le attenuanti specifiche nell'eventualità che il sistema di valori che presiede alla sua coscienza sia talmente radicato, e le esperienze talmente traumatiche da limitare la capacità di giudizio;

ovviamente, la dottrina di Lutero va presa per quel che è, un impianto ragionato da un monaco del XVI° secolo, che si trovava di fronte all'Anticristo - il papa - e ad altri miscredenti con cui era in guerra, tra cui i cattolici erasmiani, i turchi, gli ebrei che non si convertivano e restavano ancorati alla tradizione, e gli stessi riformati che peroravano tesi diverse, come Zwingli, che in quel momento erano tutte minacce;


Molti hanno guardato alla fine, credendo con certezza d’essere stati eletti per gioire nella beatitudine celeste; ma questo tipo di predestinazione non è rivelata nelle Scritture. L’uomo è predestinato a occuparsi della propria salvezza con timore e tremore. [/B] {TMGI 337.1}
questa è un'opinione legittima; tuttavia, alla luce della Modernità produce un cristiano "zoppo" e opportunista, la cui virtù è limitata da questa relazione negoziale determinata dal timore;
è un sistema tipico delle società verticali e rurali, autoritarie, in cui al timore di Dio corrisponde quello per le autorità religiose e civili, la psicologia del suddito delle monarchie assolute;
beninteso, non ti sto dicendo: tu sbagli, perché qui si tratta di opinioni sull'interpretazione del senso dei testi, e le tue sono assolutamente legittime;
faccio solo notare che la storia politica e la filosofia dell'Illuminismo hanno prodotto un uomo pienamente libero nella valutazione degli imperativi rispetto alla minaccia del castigo eteronormato; cioè, l'imperativo categorico di Kant - agire perché lo si ritiene giusto e dovuto, anche contro il proprio interesse personale - corrisponde all'interiorizzazione responsabile del precetto divino che è divenuta indispensabile nel contesto di un pluralismo di dottrine;
perché l'uomo moderno, dei secoli di Lutero si trovò di fronte al dubbio angoscioso per cui la sua scelta - come la tua di credere ai testi avventisti - potesse essere sbagliata a fronte della lettera scritturale interpretata così diversamente, a partire dalla stessa dottrina paolina che dispensa dai precetti ebraici; non era facile brandire la Bibbia e argomentare l'interpretazione letterale in alcuni casi e quella estensiva o analogica in altri senza rimandare ad un'autorità umana, analoga a quella papale;

pertanto, l'unico timore divenuto efficace e compatibile con i principi della libertà umana fu quello di un dio introiettato nella coscienza, che in quella agisce, con la virtù e il male sono rispettivamente premio e punizione di se stessi;

ad essere davvero arcaica è proprio una concezione retributiva, perché riprende l'atteggiamento pagano di soggezione e dipendenza dallo stregone/sacerdote/predicatore: se non obbedirai a me, che con la mia sapienza traduco in precetti la parola del dio, che solo io posso decrittare, come un testo esoterico, subirai una punizione.