Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
SALVATORE QUASIMODO
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
SALVATORE QUASIMODO
amate i vostri nemici
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato due soli, che quando li apro
perfetto distinguo il nero dal bianco
e nell’alto cielo lo sfondo stellato
e in mezzo alla folla l’uomo che io amo
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato l’udito che in tutto il suo raggio
sente notte e giorno urla, tv e radio
silenzio, vetri rotti, risate e pianto
e la voce dolce del mio bene amato
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il suono e il vocabolario
con lui le parole che penso e declamo
madre amica sorella e sole illuminando
e la via dell’anima di chi sto amando
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato i piedi che sto trascinando
con loro ho guardato cittadine e fango
laghi neve deserti monti e mare caldo
e casa tua il tuo vicolo la strada e il parco
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il cuore che agita il suo passo
quando vedo il frutto del pensiero umano
quando vedo il bene, dal male lontano
quando vedo in fondo al tuo sguardo chiaro
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto
così io distinguo bacio da cuore infranto
i 2 materiali che fanno il mio canto
ed il vostro canto che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio stesso canto
Gracias a la vida que me ha dado tanto!
VIOLETA PARRA
amate i vostri nemici
Verissimo! E da Amalia Rodriguez.
amate i vostri nemici
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
(Nazim Hikmet)
amate i vostri nemici
Con quali azioni invece di canzoni
Chiara faremo la tua notte nera
Terra che bruci, terra che dolori
Tristezza d’uomo, malattia d’uomo?
Fare dolore è tutto il vostro fare:
Se tu hai guardato in una faccia d’uomo
Non fare niente; fare bene è non fare.
GUIDO CERONETTI (1927-2018)
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce...
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
PABLO NERUDA
amate i vostri nemici
Cono, la poesia è incompleta e non è di Neruda, ma di Martha Medeiros...
Ti ringrazio, non lo sapevo. Sempre pensato fosse del grande poeta cileno. Equivoco, leggo, nel quale molti cadono.
amate i vostri nemici
A mio figlio
Abbi fiducia nella vita
e non nelle ideologie;
non ascoltare i missionari
di quest’illusione o quell’altra.
Ricorda che c’è una sola cosa
affermativa, l’invenzione;
il sistema invece è caratteristico
della mancanza d’immaginazione.
Ricorda che tutto accade
a caso e che niente dura,
il che non ti vieta di fare
un disegno sul vetro appannato,
né di cantare qualche nota
semplice quando sei contento;
può darsi che sia un bel disegno,
che la canzone sia bella:
ma questo non ha certo importanza,
basta che piacciano a te.
Un giorno morirai; non fa niente,
poiché saranno gli altri ad accorgersene.
Juan Rodolfo Wilcock
I
Sullo scuro rossore della collera
la risposta scortese
l’avversione per gli stranieri
si regge lo Stato.
Sui ruggiti del goal
le catapecchie intorno ai porti
l’alcol per i poveri
si regge lo Stato.
— Hermancja, se facendo girare il mio anello
sparissero quei quartieri che il nostro corteo
percorre in fretta, per non vedere gli occhi fissi nel vuoto,
se invece della costrizione quotidiana
o degli svaghi pelosi attinenti alla carnalità
tirata a lucido, fingendo di non puzzare affatto,
la gente a teatro rosicchiasse cioccolatini
e si commuovesse per l’amore del pastore Aminta
e di giorno leggesse la Summa, per fortuna troppo difficile,
nessuno sarebbe adatto alle caserme. Lo Stato crollerebbe.
II
Sì, è vero, il paesaggio è un po’ cambiato.
Dove c’erano boschi, ora ci sono pere di fabbriche e cisterne.
Avvicinandoci ai ponti alla foce d’un fiume ci tappiamo il naso,
la sua corrente trasporta nafta e cloro e composti di metile,
senza parlare delle secrezioni dei Libri delle Astrazioni:
escrementi, urina e sperma morto.
Una grande macchia di colore sintetico avvelena i pesci del mare.
Là dove il giunco e la canna coprivano il bordo della baia,
ora c’è la ruggine di macchine sfasciate, di ceneri e mattoni.
I poeti antichi ci parlavano del profumo della terra
e delle cavallette. Oggi scansiamo i campi.
Attraversa più in fretta che puoi l’area chimica degli agricoltori.
Sono estinti l’insetto e l’uccello. Lontano un uomo annoiato
trascina polvere col suo trattore, ha aperto l’ombrello da sole.
Chi stiamo piangendo? Chiedo. La tigre? Il leone? Lo squalo?
Abbiamo creato una seconda natura a somiglianza della prima,
perché non ci sembrasse per caso di vivere in paradiso.
CZESŁAW MIŁOSZ
IN RIVA AL MARE
Tirreno, anche il mio petto è un mar profondo,
E di tempeste, o grande, a te non cede:
L’anima mia rugge ne’ flutti, e a tondo
Suoi brevi lidi e il picciol cielo fiede.
Tra le sucide schiume anche dal fondo
Stride la rena: e qua e là si vede
Qualche cetaceo stupido ed immondo
Boccheggiar ritto dietro immonde prede.
La ragion de le sue vedette algenti
Contempla e addita e conta ad una ad una
Onde belve ed arene invan furenti:
Come su questa solitaria duna
L’ire tue negre e gli autunnali venti
Inutil lampa illumina la luna.
GIOSUE' CARDUCCI
amate i vostri nemici
Domande poste a me stessa
Qual è il contenuto del sorriso
e d’una stretta di mano?
Nel dare il benvenuto
non sei mai lontana
come a volte è lontano
l’uomo dall’uomo
quando dà un giudizio ostile
a prima vista?
Ogni umana sorte
apri come un libro
cercando emozione
non nei suoi caratteri,
non nell’edizione?
Con certezza tutto,
afferri della gente?
Risposta evasiva la tua,
insincera,
uno scherzo da niente,
i danni li hai calcolati?
Irrealizzate amicizie,
mondi ghiacciati.
Sai che l’amicizia va
concretata come l’amore?
C’è chi non ha retto il passo
in questa dura fatica.
E negli errori degli amici
non c’era colpa tua?
C’è chi si è lamentato e consigliato.
Quante le lacrime versate
prima che tu portassi aiuto?
Corresponsabile
della felicità di millenni
forse ti è sfuggito
il singolo minuto
la lacrima, la smorfia sul viso?
Non scansi mai
l’altrui fatica?
Il bicchiere era sul tavolo
e nessuno lo ha notato,
finché non è caduto
per un gesto distratto.
Ma è tutto così semplice
nei rapporti fra la gente?
Wislawa Szymborska
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Notizie sull'acqua
Sta nella nuvola e nel pozzo,
nella neve e nella noce di cocco,
negli occhi e nel fiume,
nell’arcobaleno e nel lago,
nel ghiaccio e nel vapore della pentola sul fuoco,
nella bocca.
È la maggioranza della superficie.
È la maggioranza del corpo.
Una persona è acqua che cammina, dall’acqua di placenta all’acqua del sudario.
In ebraico è plurale, màim, acque.
In francese è una vocale sola, eau, ô.
In greco e in tedesco è neutra.
In russo e nelle latine è femminile.
L’impero di Roma si costruì sull’acqua, fu idraulico.
Resiste più di altri manufatti la fabbrica di archi, gli acquedotti.
Dal fondo del pozzo avverte il terremoto.
Fa tremare il ramo scortecciato in mano al rabdomante.
La sua avventura chimica è prodigio, ossigeno più idrogeno,
ad accostarli, esplodono.
Spegne fuoco, anche quello dei vulcani.
Fa il pane, fa la pasta.
È nel bianco e nel rosso dell’uovo. È nella sua buccia.
È nella carta e nel vino, nelle ciliege e nelle comete.
Chi la spreca verrà assetato.
Ho visto città al buio andare coi secchi al fiume,
ho visto Mostar e Belgrado.
Ho visto il Danubio avvelenato dalle rovine di Pancevo.
Sobborgo di industrie distrutte da una guerra aerea.
Il Danubio in maggio ha avuto la più grande piena del secolo,
gli argini sono tracimati in alluvioni nel sud della Germania.
Il Danubio ha chiesto acqua al cielo per lavarsi e l’ha avuta.
Ma i banchi di aringhe che salgono dal Mar Nero no.
Chi sporca l’acqua verrà sporcato.
Secondo Geremia la voce di lod/Dio è chiasso di acque nei cieli.
Giusta sarà la sorpresa di chi ascolterà la prima domanda, appena morto:
«Quant’acqua hai versato?».
Ognuno di noi sarà pesato a gocce.
Erri De Luca
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Due amanti felici
Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lascian camminando due ombre che s’unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
È la felicità una torre trasparente.
L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.
PABLO NERUDA
amate i vostri nemici