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Discussione: Storia della formazione dei vangeli sinottici

  1. #1
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    Storia della formazione dei vangeli sinottici

    Origini


    Lo sviluppo e l’applicazione logica ai Vangeli sinottici dello studio dei generi storici fatto9 da Hermann Gunkel per alcune parti dell’A. T. (Genesi e Salmi), ha indotto alcuni studiosi ad ideare un nuovo metodo di studio detto metodo della storia delle forme che verrà poi corretto ed integrato dal metodo delle redazioni.
    Martin Dibelius e Rudolph Bultmann, fondatori e rappresentanti principali di questa nuova scuola che si affermò negli anni successivi alla prima guerra mondiale , dando una nuova impostazione allo studio dei sinottici, si sono proposti di superare il disagio in cui si era venuta a trovare la critica letteraria nel tentativo di determinare il documento primitivo, la fonte scritta, che era servita di base agli evangelisti.
    Per raggiungere questo obbiettivo essi hanno tentato di risalire oltre le fonti scritte integrando la critica letteraria con lo studio della tradizione orale. Hanno cioè investigato sulla storia che riguarda il periodo della trasmissione durante il quale il materiale della tradizione si sarebbe formato, prima oralmente e poi in forma scritta, per confluire nei Vangeli.
    Si trattava quindi di studiare le leggi che presiedono ad una probabile elaborazione che questo materiale avrebbe subito nel periodo della trasmissione orale, dal suo primo formarsi fino alla sua definitiva stesura per iscritto, tenendo presente il principio che in una cerchia di persone senza formazione letteraria, il materiale tradizionale si può identificare in un ristretto numero di forme abbastanza determinabili perché retto da proprie leggi di stile e di forma.
    Compito quindi dello studioso è quello di seguire il materiale nel suo processo di sviluppo e di trasformazione per spogliarlo delle forme delle quali si è rivestito per farlo apparire nel suo stato originale e primitivo.
    Se consideriamo il fatto che nessuno dei Vangeli pervenuti fino ai nostri giorni è stato scritto prima di trenta o quarant’anni dalla morte di Gesù, mentre la primitiva comunità cristiana aveva nel frattempo conosciuto una stupefacente esplosione di energia spirituale portando ovunque il messaggio cristiano, dobbiamo senz’altro ammettere che alla base del Vangeli scritti, prima ancora delle fonti scritte, c’è stata indubbiamente una tradizione orale.
    Dai numerosi tentativi della critica letteraria di dare una soluzione accettabile alla spinosa questione dei sinottici, si può facilmente comprendere quanto difficile sia il problema di stabilire con un’apprezzabile certezza le fonti scritte alle quali attinsero gli evangelisti. La determinazione della duplice fonte (Marco primitivo e Q) rimane pur sempre una rispettabile ipotesi e nulla più, mentre il Vangelo orale è divenuto ormai una solida certezza.
    Nell’arco degli ultimi sessant’anni lo sforzo degli studiosi si è rivolto prevalentemente all’indagine storica di questa trasmissione orale aprendo alla ricerca nuovi ed insospettabili orizzonti e scoprendo dietro le espressioni letterarie una vita concreta e vissuta, quella della comunità primitiva.
    Ancor prima del Dibelius e del Bultmann, Johann Gottfried Herder (1774-1803), estendendo l’interesse di quel tempo per le antiche letterature popolari anche ai Vangeli, aveva riconosciuto per la prima volta i problemi di una ricerca storico-formale sui Vangeli stessi.
    Circa un secolo dopo, altri studiosi come J. Weiss, P. Wendland ed E. Norden, riprendendo ed approfondendo questa problematica, esercitarono un’azione stimolante per lo studio del metodo delle forme applicate ai sinottici.
    Si arriva così all’anno 1919 in cui K. L. Schmidt afferma esplicitamente che “la più antica tradizione su Gesù è tradizione di pericopi, tradizione quindi di singole scene e singole sentenze che, per la maggior parte, sono state tramandate all’interno della comunità senza alcuna fissa indicazione cronologica e topografica”.
    Nello stesso anno appare l’opera di M. Dibelius “Die Formgeschichte des Evangeliums” che ha dato il nome al nuovo indirizzo di ricerca. Egli mette in risalto il fatto che “i compilatori sono solo in minima parte autori, principalmente raccoglitori, tramandatori, redattori”.
    Più tardi R. Bultmann, nell’anno 1921 in “Geschichte des Synoptischen Tradizion”, mette l’accento sull’azione determinante avuta dall’influsso creativo della comunità nella formazione ed amplificazione del materiale della tradizione.

    Segue.

  2. #2
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    Principi e presupposti

    Il metodo delle forme storiche applicato ai Vangeli si basa su alcuni principi assiomatici:
    1) I Vangeli non sono opera letteraria di un autore, bensì delle raccolte di piccole unità letterarie che un compilatore ha inserito in una cornice fittizia senza preoccupazione di carattere cronologico, geografico o topografico.
    A questa conclusione arriva Karl Ludwig Schmidt (citato in precedenza) stabilendo in tal modo il presupposto più importante del metodo delle forme. L’unico caso in cui questo presupposto non si verifica è il racconto della passione.
    2) I Vangeli non sono racconti biografici, ma delle testimonianze di fede della comunità primitiva. Essi infatti si ispirano ad una concezione letteraria completamente originale che trova scarso riscontro in altra letteratura dell’epoca.
    Mentre nelle biografie trasmesse dell’antichità gli autori si premurano di descrivere i protagonisti della vicenda, l’ambiente e l’epoca nel quale agiscono, gli evangelisti concentrano l’attenzione esclusivamente sulla figura di Gesù come Redentore. Scarseggiano quindi nei sinottici, quando non mancano addirittura, quelle che sono le caratteristiche principali di una biografia: l’origine e la giovinezza di Gesù, la sua evoluzione spirituale, la descrizione del suo carattere; manca inoltre una cronologia dell’attività di Gesù, tanto da poterci fare un’idea esatta della sua durata. I riferimenti topografici sono molto generici e casuali.
    La preoccupazione dei sinottici non è quindi quella di descrivere la persona o la personalità di Gesù in relazione allo svolgimento dei fatti o degli atti da lui compiuti, ma soprattutto quello di annunziare nella persona di Gesù il Salvatore, il Messia, per consolidare, approfondire e diffondere la fede in lui.
    Da questa caratteristica dei Vangeli si presuppone che all’origine degli stessi non ci siano delle creazioni individuali, ma piuttosto la voce della comunità primitiva che professa e predica la fede nel suo Salvatore.
    Gli autori scrivono al servizio della comunità e per i bisogni di essa.
    3) Poiché il metodo della storia delle forme si propone di ricostruire la storia dei singoli brani della tradizione togliendoli dal rivestimento nel quale si trovano inseriti per ordinarli a seconda delle forme o generi, è necessario, partendo da queste forme, risalire all’ambiente vitale da cui esse ebbero origine. La conoscenza, infatti, di questo ambiente vitale (Sitz im Leben) ci rende possibile una determinazione più precisa ed accurata delle varie forme o generi.
    Non si tratta di un circolo vizioso se si comprende bene la stretta relazione che vi è tra ambiente sociale e forma letteraria.
    Noi sappiamo oggi che una lettera di affari si differenzia nella forma da un trattato scientifico, come una predica differisce da un commento politico o sportivo. Il linguaggio degli avvocati è diverso da quello dei politici.
    Dalle forme si può risalire all’ambiente di vita da cui ebbero origine e viceversa.
    L’ambiente vitale da cui ebbero origine i brani della tradizione evangelica si può identificare nella vita religiosa della comunità primitiva con le sue svariate manifestazioni, esigenze e preoccupazioni dalle quali derivano altrettante forme letterarie: la predicazione missionaria, la predicazione liturgica, quella parenetica e l’istruzione catechistica, l’apologetica, la polemica e la disciplina ecclesiastica.


    Segue.
    Ultima modifica di crepuscolo; 07-02-2019 alle 17:28

  3. #3
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    - I Vangeli. . . . . --


    Tutto ok quanto postato.

    Tuttavia mancherebbe un fatto alquanto "trascurato" da molti autori e che lo evidenzia invece il docente catto-cristiano R. Penna (ordinario del N.T. della pontificia Lateranense).
    Trattasi della trasmissibilita' orale dei detti e/o dei fatti che avrebbe compiuto il Gesu' storico _ tramite la tecnica ancora in uso nei giorni nostri: il Passaparola.

    Dunque ben prima della stesura dei testi scritti.. "come" è stato riferito il tutto ad ogni successivo passaggio ?
    Dal pregevole D.Hume (Storia naturale della religione / Laterza - pag. 46):

    - Un fatto storico ci giunge tramite la tradizione orale dei testimoni e risulta modificato in ogni successiva narrazione e infine avra' solamente una lontana somiglianza (se pur l' avra') con la verita' originaria.
    - La debolezza della memoria degli uomin, il loro amore per l' Esagerazione, la loro supina noncuranza.. deformano il racconto degli eventi storici...eccc...eccc...

    Per il docente dunque le ulteriori aggiunte - al pari delle inevitabili distorsioni e le ridondanti esaltazioni su tutto quanto avrebbe espresso il Rabbi storico, senza alcun dubbio rispecchiano quell' ambiente ove veniva trasmesso tale evento e che si riferiva a proprio a quella "determinata situazione". E anche R. Penna ripete il detto teutonico: Sitz im Leben.

    E ancora.. quanto ha influito non solo:
    - il pensiero di SauloTarso _ da tutti riconosciuto come il Primo scrittore della nuova religione ?
    - le tragedie delle rivolte anti-romane e conseguente distruzione totale sia di Gerusalemme che della chiesa-Madre della primitiva setta gesuana da parte di Tito + Adriano (anni 69/70 _ 135) ??

    E comunque ( ti domando ) tutto questo intenso e approfondito studio _ soprattutto "critico", sarebbe stato possibile senza quel movimento culturale illuminista e in particolare quell' impavido Samuel Reimarus ?

  4. #4
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    E comunque ( ti domando ) tutto questo intenso e approfondito studio _ soprattutto "critico", sarebbe stato possibile senza quel movimento culturale illuminista e in particolare quell' impavido Samuel Reimarus ?
    Su questo posso risponderti subito, ed è no.
    Sul resto ti risponderò il prima possibile.

  5. #5
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    Il ritratto di Gesù come appare con immediatezza dalle pagine dei quattro vangeli canonici ha attraversato, senza ritocchi sostanziali e serie contestazioni, diciassette secoli di storia.
    Solo nel clima della Aufklarung, illuminismo tedesco, si osa proporre una nuova immagine di Gesù che contraddice quella tradizionale. Questo avvenne per l'iniziativa di un professore di lingue orientali al ginnasio di Amburgo: Hermann Samuel Reimarus (1694-1768).
    Sotto l'influsso dei deisti inglesi, che propugnavano la riduzione del cristianesimo ad una religione razionale di tipo umanistico, il Reimarus aveva progettato una ricostruzione storico-filosofica del cristianesimo in un'opera enciclopedica di 4.000 pagine.
    Ma il suo manoscritto era rimasto inedito, probabilmente per una certa prudenza, comprensibile nella Germania prussiana di allora . Infatti la pubblicazione di alcuni estratti, sette in tutto, da parte del filosofo Gotthold Efraim Lessing, bibliotecario a Wolfenbuttel, fece l'effetto di un'esplosione nel campo della ricerca storica su Gesù. In uno di questi frammenti dal titolo "Circa lo scopo di Gesù e dei suoi discepoli" il professore di Amburgo parte dal presupposto che in una ricerca critica su Gesù "si deve tener distinto ciò che Gesù nella sua vita ha realmente fatto e insegnato, da quello che gli apostoli hanno narrato nei propri scritti".
    Sulla base di questo principio applicato ai vangeli il Reimarus arriva alla conclusione che Gesù, con la sua predicazione ed attività, avrebbe propugnato una rivolta contro i romani, che occupavano la Palestina, ma la sua avventura messianico-politica si sarebbe conclusa con il suo arresto e l'esecuzione capitale in croce come ribelle.
    I suoi discepoli non si rassegnarono a questo fallimento e, con il trafugamento del cadavere di Gesù dal sepolcro, si fecero propagandisti della sua resurrezione trasformandolo in un maestro spirituale e redentore dell'umanità mediante la sua morte in croce.
    Questa ricostruzione della storia evangelica, fatta conoscere al grande pubblico dal libero pensatore Lessing, sotto il titolo "Frammenti dell'anonimo di Wolfenbuttel", che provocò una reazione a catena, si può a buon diritto considerare l'inizio del dibattito storico critico su Gesù.

  6. #6
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    Per fortuna c'è un quinto Vangelo incontaminato, contenuto nel Libro di Mormon, e tutti i testi apocrifi che confermano la "bontà" della figura di Gesù e condannano Axe e Externen come veri piccioni scagazzatori di calunnie nei confronti di Gesù.
    Per non parlare delle rivelazioni successive nel filone ebraico-cristiano-musulmano...

    Il pane avvelenato dà la morte spirituale; il pane divino dà la vita spirituale.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  7. #7
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    -- Per fortuna c'è… ---



    Non poteva certo mancare il contributo dell' illustre divoratore di libri / il novello predicatore-sapientone - e per fortuna c'è: Regenbogen !

    Un esaltato quanto fanatico millenarista (forse.. che abbia anche lui battuto la testa come il suo eccelso modello ???), un pericoloso e ottuso "zelota monoteista" _ assolutamente da evitare in quanto affetto da: lebbra bavosa.. molto piu' letale di quella dei draghi di Komodo !!

  8. #8
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    Per fortuna c'è un quinto Vangelo incontaminato, contenuto nel Libro di Mormon, e tutti i testi apocrifi che confermano la "bontà" della figura di Gesù e condannano Axe e Externen come veri piccioni scagazzatori di calunnie nei confronti di Gesù.
    Per non parlare delle rivelazioni successive nel filone ebraico-cristiano-musulmano...

    Il pane avvelenato dà la morte spirituale; il pane divino dà la vita spirituale.
    Sarà ma nessun critico serio l'ha preso in considerazione.

  9. #9
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    Sarà ma nessun critico serio l'ha preso in considerazione.
    Si vede che non si tratta di critici seri, se non prendono in considerazione tutti i testi disponibili. D'altra parte nei testi canonici nulla fa pensare a un Gesù sobillatore contro il governo romano, tant'è che i reggenti romani procedettero alla sua condanna solo per accontentare i capi religiosi ebrei prima e il popolo della piazza poi.
    Nessun testo dà adito alle calunnie di Reimarus. Egli solo fece sua la versione dei capi ebrei: Gesù sobillatore e corpo trafugato dai discepoli. Dai Vangeli queste risultano menzogne, non verità.
    Crep, svegliati! Se poi vuoi dar corda a Externen, sei libero di farlo.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  10. #10
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    -- Se poi vuoi dar corda a Externen..



    Regenbogen (dei miei stivali).. dovresti leggere "ancora" un migliaio di libri --

  11. #11
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    Nessun testo dà adito alle calunnie di Reimarus. Egli solo fece sua la versione dei capi ebrei: Gesù sobillatore e corpo trafugato dai discepoli. Dai Vangeli queste risultano menzogne, non verità.
    Crep, svegliati! Se poi vuoi dar corda a Externen, sei libero di farlo.
    Io non do la corda a nessuno sto solo riportando la storia della ricerca su Gesù, infatti neanch'io la penso come Reimarus, ma fa parte della storia della ricerca.
    Per essere obbiettivi e seri bisogna riportare quello che è successo, anche se non si condivide.

  12. #12
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    Regenbogen (dei miei stivali).. dovresti leggere "ancora" un migliaio di libri --
    Per far cosa? Diventare come te?
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  13. #13
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    Classificazione del materiale


    A seconda delle forme letterarie, il materiale dei sinottici, proveniente dalla tradizione, può essere diviso in due gruppi principali: Detti di Gesù e Narrazioni su Gesù.

    Questa duplice suddivisione ci richiama la teoria critico-letteraria delle due fonti.
    La fonte di Marco primitivo ci fornisce infatti prevalentemente, ma non in maniera esclusiva, il materiale delle narrazioni, mentre la fonte “Q” prevalentemente quello oratorio, ovviamente anch’essa non in maniera esclusiva.
    La stessa suddivisione in due grandi gruppi del materiale della tradizione è stata del resto presa in considerazione anche dall’evangelista Luca, come risulta da Atti 1,1.

    1) Detti di Gesù
    Secondo il Bultmann i detti di Gesù possono essere classificati come segue:

    a) Detti sapienziali, proverbi che trovano un parallelo nella letteratura sapienziale giudaica (Proverbi di Salomone, Ecclesiaste).
    Esempi di tali detti possiamo trovarli in:
    - Luca 6,4 (= Mt. 13,57 = Lc 4,24)
    “Non c’è profeta disprezzato se non nella sua patria e tra i suoi parenti e nella sua casa”
    “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”
    - Matteo 6,34
    “Basta a ciascun giorno il suo affanno”
    - Luca 6,45 (=Mt 12.34)
    “Poiché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca”
    - Matteo 24,28 (= Lc 17,37)
    “Dovunque sia il cadavere, li si raduneranno le aquile”

    b) Detti profetici ed apocalittici nei quali Gesù annuncia la vicinanza del Regno di Dio, promette la salvezza a chi si ravvede e rivolge minacce agli increduli.
    Esempi di questi versetti possiamo trovarli in:
    - Luca 12,32
    “Non temere piccolo gregge perché è piaciuto al Padre vostro di dare a voi il regno”
    Il detto è preceduto dall’esortazione “non temere” che si riscontra anche in alcuni passi profetici dell’A.T. (Is 41,10; 43,1-5; 44,2)
    - Luca 13,28-29 (=Mt 8,11-12)
    “Ivi sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti del regno di Dio, ma voi sarete buttati fuori. Verranno inoltre dall’oriente e dall’occidente, dal settentrione e dal meridione e staranno a tavola nel regno di Dio”
    In questo detto, che viene inserito da Matteo in un contesto diverso (guarigione del servo del Centurione) rispetto a quello di Luca (serie di detti escatologici), dopo una minaccia profetica contenuta nella prima parte, segue nella seconda l’annuncio della salvezza universale nel regno di Dio.
    Appartengono ai detti profetici anche le beatitudini (Mt 5,3-10 = Lc 6,20-23)
    I detti profetici di Gesù affondano le proprie radici nella letteratura dell’A.T., ma presentano allo stesso tempo una grande novità: l’epoca della salvezza viene identificata con precisione nel regno di Dio.

    c) Detti legali o precetti per la comunità
    Con i primi Gesù, sull’esempio degli antichi profeti, vuole combattere l’esteriorità della religione giudaica, come ad esempio in Mt 5,21 e segg; Mt 6,2-18; Mc 7,15.
    Con i secondi Gesù vuole dare delle regole giuridiche per la comunità che possono essere di natura apodittica come ad esempio in Mt 7,6 o casuistica in Mc 10,11-12.
    In questo secondo gruppo si possono includere le regole per la disciplina interna (Mt 18,15-22) e per il lavoro missionario (Mt 10).

    d) Detti “io sono” in cui Gesù, cosciente di essere l’inviato di Dio, parla in prima persona od anche in terza persona di sé stesso, della sua venuta e della sua missione.
    Questi detti possono essere formulati in forma positiva come ad esempio in.
    - Luca 12,49
    “Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra”
    Oppure in forma negativa come ad esempio in:
    - Marco 2,17
    “Io non sono venuto a chiamare i giusti bensì i peccatori”
    Sebbene questi detti siano generalmente preceduti dall’espressione “io sono venuto”, possono essere inclusi fra essi anche altri detti, come ad esempio le affermazioni dei demoni sulla venuta di Gesù (Mc 1,24; Lc 4,34), le parole di Gesù che parlano della sua missione (Mt 15,24) o della missione degli apostoli come preparazione della sua venuta (Mt 10,16).

    e) Similitudini di Gesù (metafore, paragoni, similitudini vere e proprie, parabole, narrazioni edificanti).
    Esempi di paragoni li possiamo trovare in Mt 24,43-44 o in Lc 15,4-7 dove Gesù, da un fatto generalmente già noto o da un’esperienza già acquisita dagli ascoltatori, prende l’avvio per inculcare l’insegnamento di una verità divina o per mettere in evidenza un’esigenza morale da seguire.
    Così in Matteo l’atteggiamento del padrone che sta in guardia soltanto quando sa che il ladro verrà a scassinargli la casa, viene contrapposto all’atteggiamento del discepolo che deve essere sempre vigile.
    In Luca invece il termine del paragone è la gioia comune sia del pastore che ritrova la pecora perduta, sia di Dio per la salvezza di un’anima.
    La Parabola vera e propria si differenzia dal semplice paragone in quanto si tratta di un racconto corredato da particolari secondari. In questo racconto non si parla di ciò che ognuno fa o potrebbe fare, bensì di ciò che è successo ad una ben determinata persona in una precisa situazione.
    Così ad esempio nella parabola del Buon Samaritano in Luca 10,30-37 troviamo queste caratteristiche (proprie della parabola) in cui il comportamento di quel determinato samaritano, di quel determinato sacerdote e levita diventano esemplari per gli ascoltatori.

    f) Apoftegmi
    Il Bultmann include fra i discorsi anche quei brani tradizionali che contengono una parola di Gesù racchiusa in una cornice narrativa, così come avviene per certi racconti della narrativa greca costruiti nella stessa maniera.
    Egli afferma che originariamente queste parole di Gesù furono pronunciate in condizioni diverse e inserite nella tradizione in queste strutture narrative soltanto in un secondo momento.
    Secondo lui gli apoftegmi si suddividono in dialoghi polemici e scolastici e apoftegmi biografici
    Fra i primi vanno inclusi gli episodi della guarigione del paralitico (Mc 2,1-12), della raccolta di spighe fatta dai discepoli nel giorno di sabato (Mc 2,23-28) al termine del quale c’è il detto di Gesù v. 28 ”Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; quindi il figlio dell’uomo è padrone anche del sabato”.
    Altri esempi di dialoghi polemici e scolastici li possiamo trovare nella guarigione dell’uomo dalla mano rattrappita (Mc 3,1-6); nell’episodio del rimprovero dei farisei rivolto ai discepoli di Gesù che prendevano il cibo senza lavarsi le mani (Mc 7,1-23), dal quale Gesù prende lo spunto per un insegnamento spirituale.
    Gli apoftegmi biografici sono detti così perché da essi apprendiamo qualcosa della vita di Gesù. A titolo di esempio possiamo ricordare l’episodio dei Gesù con i bambini (Mc 10,3-16).
    Nella suddivisione del materiale oratorio il Dibelius non si differenzia sostanzialmente dal Bultmann. Egli, badando soprattutto alla forma, prende in considerazione principalmente quel materiale che ha un contenuto esortativo e che si trova raccolto in massima parte nella fonte “Q”.
    Ultima modifica di crepuscolo; 09-02-2019 alle 20:32

  14. #14
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    -- sto solo riportando la storia della ricerca su Gesù, infatti neanch'io la penso come Reimarus, ma fa parte della storia della ricerca. - .


    Infatti.
    Seppur al Reimarus si deve dare atto d'aver dato avvio a quel processo critico.. mirante a scoprire le numerose fantasiose storielle spacciate come verita' (dagli stregoni alla Regenbogen).

    Tu che hai letto A. Schweitzer (Storia della ricerca sulla vita di Gesu' _ a pag. 95/97 ) vien riportato come detto autore, seppur non condivideva l'analisi del Reimarus / per via dell' errato metodo / tuttavia riconosceva la sua opera come la realizzazione piu' straordinaria nella ricerca sulla vita di Gesu' _ cogliendo in tal modo il suo mondo ideale come visione del mondo escatologica. -- (ho trascritto alla lettera) -

    Solo gli ottusi fanatici millenaristi sono infastiditi e molto dispiaciuti per il fatto che alcuni "indemoniati" abbiano scoperto il Pentolone.. facendo emergere quanta sozzura - pur sempre "scritturale" - veniva spacciata come verita' assoluta !

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
    Si vede che non si tratta di critici seri, se non prendono in considerazione tutti i testi disponibili. D'altra parte nei testi canonici nulla fa pensare a un Gesù sobillatore contro il governo romano, tant'è che i reggenti romani procedettero alla sua condanna solo per accontentare i capi religiosi ebrei prima e il popolo della piazza poi.
    Nessun testo dà adito alle calunnie di Reimarus.
    nessuno, tranne quelli adottati in tutte le facoltà di storia antica, ivi incluse quelle religiose;
    ah, già... ma tu ami l'ignoranza; le scienze storiche non contano;

    Egli solo fece sua la versione dei capi ebrei: Gesù sobillatore e corpo trafugato dai discepoli. Dai Vangeli queste risultano menzogne, non verità.
    Crep, svegliati! Se poi vuoi dar corda a Externen, sei libero di farlo.
    tu invece fai rivoltare nella tomba i tuoi antenati e rinneghi te stesso con loro, in questa specie di sindrome di Stoccolma che ti porta a solidarizzare con i seminatori di odio antisemita;
    vabbè, un sacco di gente ha versato il proprio sangue anche per garantirti la possibilità di esistere e la libertà di associarti a queste infamie; sei libero di farlo, ma se vuoi seminare odio al riparo di Dio, troverai sempre chi ti smaschera.
    c'� del lardo in Garfagnana

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