Monna Awimmaweh
Questa per me ha vinto.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Questa è quella vera...
E queste sono 5 cose che, probabilmente, non sapete su di lei...
1. Monna Lisa e Napoleone. L'imperatore francese amava molto il dipinto di Leonardo e per un certo tempo ebbe la fortuna di poterlo ammirare in solitudine, poiché lo tenne appeso nella sua camera da letto. Si dice che il fascino emanato dal famoso ritratto fosse anche una conseguenza dell'attrazione che Napoleone provava per la nobildonna italiana Teresa Guadagni, una discendente di Lisa Gherardini.
2. Il mistero delle sopracciglia e delle fossette sulle guance. Giorgio Vasari nelle "Vite" descrive il celebre dipinto leonardesco esaltando la peluria delle sopracciglia 'magnificamente dipinte' (ma la Gioconda non le ha) e delle fossette sulle guance (pure assenti). Ciò è stato spiegato in vari modi dalla critica successiva: secondo alcuni, fra le nobildonne dell'epoca era di moda radersi ciglia e sopracciglia per avere il viso il più possibile glabro (ma... e le fossette?). Per altri, la mancanza di sopracciglia sarebbe la prova che il dipinto di Leonardo è incompiuto. Secondo un'altra teoria, ciglia, sopracciglia e fossette sarebbero sbiadite col tempo, oppure sarebbero state coperte dai numerosi interventi di restauro. Ma potrebbe anche averle eliminate lo stesso Leonardo, che per anni continuò a ritoccare il dipinto, dal quale (come noto) non si separava mai. A conferma di ciò, nel 2007, alcune scansioni digitali molto dettagliate hanno rivelato che - sotto il dipinto che vediamo oggi - sono "nascoste" almeno altre 3 versioni del celebre volto della Gioconda.
3. Un capolavoro senza prezzo. Il dipinto più famoso del mondo non è in vendita... ma, se lo fosse, il suo valore sarebbe comunque inestimabile. Possiamo solo dire che nel 1962, quando l'opera doveva partire per un tour negli Stati Uniti, vennero chiesti 100 milioni di dollari per assicurarlo: il premio assicurativo più alto mai richiesto per un dipinto. Il museo del Louvre preferì non assicurarlo e investire la somma in ferree misure di sicurezza.
4. Cuori spezzati. Il ritratto fu messo in mostra per la prima volta al Louvre nel 1815, suscitando grande ammirazione soprattutto tra il pubblico maschile, che si recava nel museo parigino al solo scopo di ammirare i suoi "occhi limpidi e ardenti", lasciando davanti al dipinto fiori, poesie e biglietti appassionati. Ancora oggi, al Louvre esiste una casella postale tutta per lei: dopo due secoli, continua a ricevere piccoli omaggi e biglietti d'amore!
5. Il suo celebre sorriso? Pura illusione! L'enigmatico sorriso, che per secoli ha appassionato storici e critici d'arte, sarebbe un'illusione bella e buona. Lo ha sostenuto nel 2000, dopo un approfondito studio, una neurobiologa dell'università di Harvard, Margaret Livingstone, secondo la quale Leonardo - in realtà - non dipinse una Gioconda sorridente, limitandosi a creare l'illusione di un sorriso «in maniera intuitiva», usando alcuni trucchi che oggi la scienza è in grado di spiegare. Secondo la Livingstone, infatti, «l'occhio umano ha una visione centralizzata, molto buona, per riconoscere i dettagli; e poi ha un'altra visione periferica, molto meno sofisticata, più adeguata a percepire le ombre». Secondo la neurobiologa, «Leonardo dipinse il sorriso di Monna Lisa usando ombre che vediamo molto meglio con la nostra visione periferica». Per questo, per vedere sorridere Monna Lisa bisogna fissare gli occhi della donna o qualunque altra parte del quadro, in modo che le labbra cadano nel campo della visione periferica.
Questa Monna Lisa con gli strumenti del copista in bella vista fra Giorgione e Correggio, come si evince dalla firma in basso a sinistra, è stata dipinta dal pittore francese Louis Béroud nel 1911.
Possiamo con ragionevole certezza stabilire anche il mese, agosto, perché quando il 21 agosto 1911 Louis Béroud entrò nel Salon Carré del Louvre per dare gli ultimi ritocchi alla sua opera, si accorse che fra Giorgione e Correggio la Monna Lisa era sparita; e fu sempre lui ad avvisare i guardiani e a far scattare l'allarme generale e la chiusura immediata della stalla dopo che i buoi (la vacca, in questo caso ) erano scappati.
Béroud visse forse un attimo di celebrità al Salon de Paris del 1912, in cui si presentò con quest'opera mentre la Gioconda ancora mancava, e poi scomparve dalle cronache d'Arte rimanendo solo in quella giudiziaria del celebre furto.
"Deep Dream" - dice Wikipedia - "è un programma di visione artificiale creato da Google che utilizza una rete neurale convoluzionale per trovare e potenziare dei pattern all'interno di immagini tramite una pareidolia algoritmica, creando effetti allucinogeni che richiamano le sembianze di un sogno".
Così a prima vista sembrerebbe una autentica supercazzola tecnologica con avvitamento a destra come se fosse antani, cioè - sempre secondo Wikipedia - "una frase priva di senso logico composta da un insieme casuale di parole reali e inesistenti, esposta in modo ingannevolmente forbito e sicuro a interlocutori che, pur non capendo, alla fine la accettano come corretta".
Tradotto in parole povere, "Deep Dream" è come sognerebbe un computer la realtà che gli viene data in pasto.
E se gli androidi invece delle pecore elettriche volessero sognare Monna Lisa? Basta prendere l'imagine della Gioconda e sottometterla all'algoritmo pareidoliaco neural-convoluzionale come se fosse antani.
Tutto chiaro? se no, siccome val più un'immagine che mille parole, ecco qui cosa mi ha calcolato Deep Dream, che sicuramente era l'algoritmo pittorico preferito da Hieronymus Bosch...
aggiungo, come bonus finale, pure la testa della "cernia" dal dipinto di Morse, molto meno succulenta nel sogno androide...
Che orrore... brrrr... sembra che la sublime Gioconda abbia la lebbra!
Lo chiameremo Monia Lisas
Good job
Me l'ha fatta venire in mente Acque, con l'altro post.
Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.