Citazione Originariamente Scritto da nahui Visualizza Messaggio
L'autorevolezza (diversa dall'autorità) e l'amore (invece che arido "rispetto") bisogna guadagnarseli nel nuovo mondo.
per l'uomo conico è un'impresa quasi impossibile, perché gli mancano archetipi adeguati in cui identificarsi in un epos nuovo;
per sentirsi degni di amore è necessario poter individuare ragionevoli motivi di essere amati e identificarsi in quel ruolo, per poi trovare conferma del riconoscimento e della corresponsione da parte dell'altro;

gli scritti che Cono cita sono molto sensati sotto il profilo psicologico, anche se le risposte di Cono sono inadeguate, perché lui li strumentalizza e banalizza, portando tutto il discorso su un piano polemico, finalizzato alla sua tesi dei carismi;

il punto è che un immaginario maschile medio, tradizionale, è strutturato sulla guerra, sul polemos a livello pubblico, e sul suo corrispettivo, la conquista e il dominio sulla donna, nel privato; la percezione di nobiltà e valore nelle narrazioni cui si educano i maschi è legata a questi ruoli;

ora, le società ricche del dopoguerra hanno dovuto rinunciare a quel sistema e al relativo modello di autorità, perché dopo due carneficine finite con l'istaurazione del sistema nucleare il tutto risultava impensabile; questo ha prodotto la de-militarizzazione e la conseguenza di far emergere le donne e i giovani, nonché alcune minoranze, come soggetti sociali di massa nuovi e permanenti, che hanno anche avuto un ruolo determinante nel produrre benessere;

ma questo processo ha lasciato il maschio medio ideologicamente un re nudo nella transizione, perché, venuto meno il ruolo di gerarca, generale o caporaletto che fosse, l'educazione media non è stata in grado di offrire altri archetipi funzionali, se non per poche élites, a titolo diverso; il capitano d'industria, il ricercatore, l'artista, l'intellettuale - sempre meno - Gino Strada, il leader di successo, ecc...

questo spiega anche la diffusione nevrotica della ricerca di nemici dove il livello socio-culturale è più basso e l'immaginario più povero, abbandonato alle narrazioni residuali di identità; tutti hanno bisogni di nemici, di temere e odiare per esistere, aver un'identità;

senza andare nel mondo islamizzato, negli USA i "poveri" del Midwest contro le élites delle due coste, New England e California - che sono massa - sono trumpettani, anti-immigrati e per le armi a go-go; in Europa il nemico fittizio sono gli immigrati, proprio nei paesi e nelle regioni dove non ci sono, o sono pochissimi; oppure altre pretese élites, sempre di massa, per esempio gli europeisti, oppure chi abbia studiato, lo scienziato o chiunque li smentisca a titolo tecnico;

nel caso della narrazione conica, il nemico sarebbe un'ideologia delle libertà civili che in nulla intacca la sua di vivere come gli pare; ma questa non basta; perché senza minacce e nemici emerge la necessità di confrontarsi col desiderio, proprio e altrui, nel modello di riferimento che non viene assediato; e questo, in assenza di un archetipo eroico in cui identificarsi genera angoscia; si postula l'abnegazione, come pregiata ed eroica, ma è quella altrui quella di chi lascia civilmente andare un partner infelice viene rimossa, perché smentisce tutto l'epos...

ieri, uno scrittore di osservanza vaticana, che si è occupato degli scandali di pedofilia nella Chiesa, per difendere il clero dall'accusa di essere un target specifico, se n'è uscito così: si dimentica che l'80% degli episodi di pedofilia avviene in famiglia !, tirando inavvertitamente un calcio sulla bocca dello stomaco dei tanti clerico-familisti che già rimuovono l'emergenza violenze e femminicidi

questo, nel privato, è lo stesso meccanismo che gestisce nel pubblico le dittature; tutte le dittature hanno bisogno di nemici - esterni o interni - per convogliare il potenziale di desiderio che le sovvertirebbe; infatti crollano puntualmente per qualche disfatta in guerra o dissoluzione economica;

il tentativo di Risé di sostituire al maschio guerriero e gerarca quello "selvatico", in contatto con la natura, era in qualche modo interessante, anche se viziato dall'attribuzione al feminino di una prevalente attitudine economicista e raziocinante; è curioso perché la cosa contrasta con la lettura tradizionalista, dell'uomo Logos, razionale, e della donna istinto, animalità; alla fine, pure Risé è incapace di elaborare un modello privo di stereotipi di genere;

infatti, almeno quel Risé era nicciano; resta da capire che razza di editors hanno alle Paoline; forse figli dei censori delle enciclopedie di era fascista, dove cripto-antifascisti pubblicavano tesi incompatibili con quelle del regime, premurandosi di esordire sempre con una citazione del duce, a premessa della loro elaborazione

in effetti, tutte quelle manifestazioni di preteso edonismo del maschio/padre assente che Cono vede come devianti, sono proprio sul percorso indicato da Risé, del recupero di un proprio epos spirituale; io sono certissimo che questo vale per il kite di Marito, esattamente come per la mia chitarra, e che queste sono espressioni spirituali di recupero di identità desiderante; persino la vituperata partita a calcetto, con tutto il corredo di rapporto tra amici assolve a questa funzione;

se non si sostanzia la propria identità desiderante, come primo passo essenziale, ma la si rimuove, diventa impossibile riconoscerne una all'altro, empatizzare e avere un qualsiasi tipo di relazione autentica; invece di una persona, di un individuo libero che garantisce con quella libertà il nostro valore, ci si rapporta con un fantoccio titolare di un'identità sociale, la moglie, il marito, i figli, che stanno lì per legittimare la propria identità, il proprio ruolo e quello dei famigliari, ognuno nella solitudine di quella esigenza di conferme fittizie; per questo la libertà individuale diventa un totem, temuto, da abbattere;

l'insicurezza obbliga ad abbarbicarsi a quel modello formale e nevrotico, proprio perché nato su quella originaria rimozione del desiderio, che genera odio per il se stesso impotente, e per l'altro che ne è testimone nel momento in cui smette di essere pupazzo e manifesta la sua individualità divergente: se l'altro è libero di avere un desiderio, questo può divergere dal ruolo e mettere in crisi il mio, visto che io esisto solo con quell'uniforme, dato che ho abolito, rimosso, tutto quello che sono o sarei autenticamente;

lo spurgo d'odio a cui abbiamo assistito negli ultimi anni è proprio la manifestazione lampante di questa schizofrenia di massa, un vero suicidio identitario, in cui una gran massa di persone, pur di sentirsi vive, si scaglia contro le proprie stesse libertà e tutele, più o meno buone e ragionevoli, e preferisce l'irrazionalismo, anche quando la contraddizione è evidente;
alla fine, le percezioni dei tanti coni, su molte questioni anche diverse da quelle che pone lui, sono assimilabili a quelle del disordine percepito da una gran massa che, avendo rimosso il proprio desiderio su dove andare e sulla strada da percorrere, abbia imboccato l'autostrada contromano e inveisca contro un pari, o spesso molto superiore, numero di persone che invece sa più o meno dove è diretto, in marcia opposta.