Citazione Originariamente Scritto da Jerda Visualizza Messaggio
E' un discrimine che non posso fare ed ozioso, dato che entrambi i fattori producono lo sesso risultato. Senza la morte del debole non si sarebbe andati oltre l'ameba, il tirare a campare persone che non sarebbero selezionate per riprodursi è un palese controsenso evoluziosticamente parlando, le tare genetiche si sommano e le malattie aumentano.
il tuo discorso non sta in piedi, perché nel caso umano la cultura è natura, inscindibile da quella; basterebbe un solo caso di terapia genica - e ci si arriverà - e tutto il tuo discorso sarebbe falsificato;

Non porsi il problema, quando si conosce reale, è come dire di non cessare di usare l'auto finché non si saprà in quali proporzioni le morti per inquinamento incidono rispetto alle sigarette, quando entrambe fanno male. Discorso ozioso e pretestuoso e umanissima difesa del proprio status quo travestito da equidistanza e obiettività.
Il problema c'è, solo che uccidere delle persone ci (ci) è intollerabile, l'eugenetica no perché può essere usata male e poi il nazismo ci ha messo un suggello di zolfo -anche se non è certo tristemente famoso per questo ma queste similitudini colpiscono sempre l'opinione pubblica- E poi può essere usata male, malissimo, indubbio, salvo che la situazione attuale di interruzione artificiale di ogni selezione naturale con le conseguenze del caso non è migliore.
migliore rispetto a quale standard di performance ?
Ma affidarsi alla "natura delle cose" anche se porta non meno morti e condanna della salute pubblica è sempre più accettabile perché nessuno deve mettersi in crisi moralmente o sporcarsi le mani. Oltre che ozioso antiumanistico e fatalista. E fazioso nella direzione del non fare e del non porsi i problemi reali con la scusa puerile che non si sa quanti ne muoiono per inquinamento e quanti perché qualcuno è stato tirato a sopravvivere e riprodursi, quando ci sono entrambi i fattori, come difendere la spada contro il pugnale finché non si sa di quanti morti è responsabile ognuno dei due.
è una scelta, un'allocazione autoritativa di valore;
la preferisco all'ipocrisia di suggerire opzioni selettive che si deplorano ambiguamente, presentate come "migliori" senza tuttavia sostenere una nozione morale di quello standard di performance di cui continui a negare la definizione;

ripeto: chi può essere definito "sano" e chi "malato", e in base a quale criterio, stabilito da chi ? dammi una mappatura di genoma e uno status fisiologico di chiunque, e potrò destinare uno alla sopravvivenza, l'altro all'eliminazione, in base ad un mio criterio arbitrario di sanità.