"Perchè cercate fra i morti Colui che vive? Non è quì: E' risorto!" LUCA 24
Un annuncio davvero rivoluzionario: La Morte non ha più l'ultima parola sulla nostra Vita.
Ci credete? Non ci credete? Perchè?
"Perchè cercate fra i morti Colui che vive? Non è quì: E' risorto!" LUCA 24
Un annuncio davvero rivoluzionario: La Morte non ha più l'ultima parola sulla nostra Vita.
Ci credete? Non ci credete? Perchè?
amate i vostri nemici
Se si perde la capacità di sperare nel futuro, si perde anche la speranza oltre la morte, ma quell’orizzonte estremo, mysterium resurrectionis, assilla credenti e non credenti.
Ma è necessaria la resurrezione ?
“Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullo homo vivente pò skappare.
Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farà male”.
dal “Laudes Creaturarum” (Cantico delle Creature) di Francesco d’’Assisi
Certo che è necessaria la risurrezione, se la vita è un cammino di perfezionamento. Altrimenti sarebbe stata sufficiente la legge mosaica.
Ogni volta che Dio parla agli uomini e dà nuove normative e spiegazioni, lo fa per farli progredire e risuscitare a nuova vita, alla faccia di quelli che sostengono che bisogna rimanere bloccati a 2000 anni fa per l'eternità o, al massimo, "progredire" fino a S. Francesco d'Assisi… che significherebbe trasformarci tutti in accattoni davanti ai supermercati!
Fate l'amore, non la guerra.
Lavorare tutti, lavorare meno.
Arcobaleno ha scritto:Mi sembra che da “alcuni anni” il tuo Dio è assente. Non ricevo sue normative e spiegazioni, come posso fare ?Ogni volta che Dio parla agli uomini e dà nuove normative e spiegazioni, lo fa per farli progredire e risuscitare a nuova vita,
Preferisco l’hic et nunc, il “qui ed ora”, senza speranze nell’al di là.
Se anziché la resurrezione c’è il nulla osa cambierebbe per te ?
Io non mi dispero ! Veniamo dal nulla e andiamo verso il nulla.
Ultima modifica di doxa; 01-05-2019 alle 21:55
E' dal 2008 che posto di tutto e di più sui testi sacri in questo forum, benché alcuni anni sia stato assente, e dici che Dio ha taciuto? Dì che non credi e la questione si chiude.
Tutto. Ma non solo per me, per tutti, perché c'è una risurrezione per la vita e una risurrezione di condanna per i colpevoli. Perché la morte fisica sarà vinta per tutti, ma non la seconda morte, quella dell'anima, soggetta alle pene che merita.
C'è una grande differenza se la partita si chiude in una sola vita con risultato zero, comunque ci siamo comportati, o se le nostre anime sono soggette a più incarnazioni e a ricevere premi e punizioni.
Fate l'amore, non la guerra.
Lavorare tutti, lavorare meno.
Ciao Arcobaleno.
Alla mia domanda “Se anziché la resurrezione c’è il nulla cosa cambierebbe per te ?”, mi hai risposto dicendomi che cambierebbe tutto. Non solo per te ma per tutti.
Perché generalizzi ? Perché coinvolgi l’umanità. In fatto di religione, di fede puoi parlare solo per te stesso, non per tutti.
Dici cheSe ho compreso bene il Dio da te amato ed agognato è un “giustiziere”, un “vendicatore” e non un dio amorevole che perdona.c'è una risurrezione per la vita e una risurrezione di condanna per i colpevoli. Perché la morte fisica sarà vinta per tutti, ma non la seconda morte, quella dell'anima, soggetta alle pene che merita.
C'è una grande differenza se la partita si chiude in una sola vita con risultato zero, comunque ci siamo comportati, o se le nostre anime sono soggette a più incarnazioni e a ricevere premi e punizioni.
Con l’immaginazione ognuno può crearsi il proprio dio su misura.
Tornando al nick “Conogelato”, egli dice che è rivoluzionario l’annuncio della risurrezione di Gesù di Nazaret. Più che rivoluzionario è incredibile.
Quello che a me sembra incredibile non è tanto la resurrezione quanto il significato spirituale che le viene attribuito, cioè il sacrificio, tramite il quale Dio riscatta l'uomo dal peccato (a cui lui stesso lo aveva abbandonato). La perversità di questo "disegno divino" per me è ancora più inaccettabile della semplice trasgressione delle leggi naturali implicata nella resurrezione e nei miracoli.
Comunque validare la risurrezione o negarla non serve. La “non resurrezione” nulla toglie alla grandezza del personaggio Gesù. Però può togliere la speranza di “vita eterna” a chi è coinvolto dalla religiosità popolare, dalla credulità irrazionale.
Le mitologie hanno sempre una dimensione epica. Quando tutto sembra perduto nulla di meglio di una resurrezione, per garantire il lieto fine, la palingenesi. I fedeli hanno bisogno di speranza, di credere. Un Dio che risorge dopo il martirio è la quintessenza della Speranza.
Vista la situazione precedente a Cristo, in Palestina non c'era bisogno di costruire nessuna speranza, o meglio nessuna illusione. Gli Ebrei, infatti, attendevano un Messia politico, uno che avrebbe liberato Israele dal dominio di Roma, mentre Gesù aveva detto chiaramente che il suo regno non è di questo mondo. In altre parole, "Non attendetevi liberatori politici, gente che costruisce un mondo senza mali, senza povertà, senza ingiustizie, ecc.". Quindi di quale speranza si può parlare? Non di speranza terrena, che invece era la speranza che gli Ebrei volevano. Attendevano un uomo carismatico che li rendesse liberi politicamente e che guidasse Gerusalemme in una posizione di forza e non di sottomissione a Roma, capitale dell'Impero Romano, da cui il cristianesimo si diffuse vincente e non dalla Palestina dove c’erano i suoi più acerrimi nemici. Vinse anche per merito del suo primo teologo, Paolo di Tarso.
Nella resurrezione è in gioco l'idea che la vera vita, che trascende la materia corruttibile, non possa essere distrutta dalla morte.
Ma tale idea è impossibile da rendere credibile se la razionalità fa rinunciare alla fede in qualcosa che trascende la materia.
Comunque non sono gli atei i nemici dei credenti ma i fanatici fondamentalisti seguaci di altre religioni.
Beh, diciamo che la cosa migliore, per chi ama vivere, è che il mondo sia progredito fino a noi, altrimenti noi non ci saremmo.
Che poi la resurrezione sia un mistero concordo con doxa, e si riscontra dal N. T. pensando alle diverse apparizioni di Gesù risorto.
Quanta memoria in più rispetto agli antichi! Intendendo con memoria esperienze già vissute.
toglie una pretesa di primato al di sopra della normale discutibilità di una filosofia etica;
peraltro, tutta da interpretare; infatti:
la questione dirimente per i monoteismi è che quel Paolo, creando una nuova religione, di fatto ha istituito un pluralismo di monoteismi; anche senza veri e propri fanatici, che presa autentica può avere un monoteismo che conviva con altri, e addirittura diverse confessioni nell'ambito di una stessa religione, a partire dagli stessi testi ?Comunque non sono gli atei i nemici dei credenti ma i fanatici fondamentalisti seguaci di altre religioni.
la vera conseguente "rivelazione" è che per credere in un sistema di pluralismi monoteistici bisogna fingere che gli altri non esistano, non potendo, ovviamente, dimostrare che si "sbagliano", cioè, è un credere mediato, di terza mano, che deve rimuovere nevroticamente la realtà, o viverla in modo schizoide; qui abbiamo esempi a bizzeffe.
c'� del lardo in Garfagnana
Premesso che ognuno crede ciò che vuole, bisognerebbe stabilire qual è la verità. Io ho generalizzato nella mia risposta perché credo che quella sia la verità, che non vale solo per me ma per tutti.
Ciò che voglio dire è che se gli atei non credono in Dio, non per questo non saranno giudicati per ciò che hanno fatto dal Dio nel quale non credono.
Tu sostieni che veniamo dal nulla e al nulla torniamo, ma se fosse vero questo varrebbe per tutti, non solo per te e gli altri che la pensano come te.
Fate l'amore, non la guerra.
Lavorare tutti, lavorare meno.
Una colonna portante della rivelazione cristiana è il tema del "Deus absconditus": il Dio nascosto che deve ritirarsi dalla sua creazione per consentirle di avere una sussistenza autonoma senza essere sopraffatta dal fuoco e dalla luce della potenza divina. E questo stesso ritirarsi di Dio e, per dirla in termini kantiani, la "condizione per la possibilità" dell'ateismo.
questo è un tema sofisticato di trascendenza, quanto però obsoleto, inutile;
ha un senso in un mondo diviso in due, dove ci sono gli atei, o i pagani, e un solo dio, da cui però deve originare una sola Legge;
nel momento in cui hai un pluralismo di monoteismi - e addirittura di confessioni - quand'anche questi si richiamino allo stesso Dio, la religione-legge è finita, proprio in senso logico meccanico e tutti i discorsi sono inutili;
se il credente può scegliere a quali testi credere, quale versione dottrinaria di una stessa vicenda morale, è equiparabile a qualsiasi altra posizione morale autonomamente scelta, così come autonomamente si sceglie se essere cattolici, luterani, musulmani, ecc...
perché poi la differenza la fanno i precetti, questo va bene, si può, questo no...; se sono diversi, che me ne faccio di tutti i discorsi e giudizi su qualcosa che nessuno può imporre come interpretazione autentica e vincolante ?
nel momento in cui Paolo si è inventato una roba nuova, fuori dall'ebraismo, ha distrutto tutto; anche se per vedere le conseguenze del pluralismo ci sono voluti parecchi secoli.
c'� del lardo in Garfagnana
Il concetto del " Dio nascosto" è già nell'ebraismo, in Isaia 45, 15, infatti è scritto, veramente tu sei un Dio nascosto. ciò apre a molteplici interpretazioni, nel cristianesimo può significare che Gesù, sia Dio sia Uomo ha annnullato la sua divinità per soffrire come noi e alleggerire le nostre croci, almeno questo secondo Von Balthasar.
Hai detto tutto benissimo, Doxa: Ed è per questo che ho definito rivoluzionario l'annuncio pasquale. Uno che lascia la tomba e torna a vivere in carne ed ossa, presuppone vi sia una Forza enormemente superiore a ciò che noi definiamo come "materia".
La materia ha bisogno di un inizio e di una fine. Si modifica...si corrompe...
Chi crede, sa che Dio è invece "Infinito". Che sta sopra la materia, sopra lo spazio e sopra il tempo...
amate i vostri nemici
In pratica Balthasar ha fatto una cosa tanto semplice quanto brillante; nella "Teodrammatica" usa la metafora teatrale di drammaturgo, regista ed attore ( triade che rappresenta la Trinità), e mostra come una buona performance teatrale dipenda sempre dalla cooperazione armoniosa di tre libertà, che non sono tuttavia uguali: il regista infatti è al servizio del testo e l'attore al servizio di entrambi; e tuttavia l'attore non può ridursi a semplice automa se si vuole che la rappresentazione abbia successo: deve mettere in campo quel certo elemento indefinito ( che possiamo chiamare forse "talento" e che comporta la sua libera cooperazione ) grazie al quale soltanto la pièce si presenta al pubblico quale l'autore ed il regista l'avevano intesa