E fai benissimo...
/ Ma affermare, fino a qualche secolo fa, il "contrario" di quanto spacciava la santa ekklesia, la depositaria dell' assoluta verita' (ovviamente secondo i gestori del culto) si finiva arrostiti !
In tal modo si "facilitava", all' impenitente di turno, di presentarsi davanti al diocristiano (trinitario + consustanziale al divinAbba') GIA' purificato e degno di affrontare il suo terrificante giudizio.. -- alleluja, alleluja
Esterno, che dici? Il Dio cristiano trinitario + consustanziale al divin Abbà?
Scusa, che significa che il Dio cristiano è consustanziale al divin Abbà.
Stai prendendo in giro? Io ricordo che è il Figlio consustanziale al Padre,
e non che il Dio cristiano trinitario è consustanziale al divin Abbà.
Sì, al Concilio di Efeso ( 431) fu definitivamente accettato che il Figlio
era non homoios ( simile) ma homoousios ( della stessa sostanza) del Padre.
Per lo Spirito Santo si usa il termine processione, e per il" Filoque"
( certo non solo per quello, vi erano anche motivi economici) vi fu il
Grande Scisma dì Oriente, 1054, in realtà è sempre dal Padre che procede lo Spirito,
e se il Padre vuole, anche dal Figlio.
Esterno, che dici? Il Dio cristiano trinitario + consustanziale al divin Abbà?
Scusa, che significa che il Dio cristiano è consustanziale al divin Abbà.
Stai prendendo in giro? Io ricordo che è il Figlio consustanziale al Padre,
e non che il Dio cristiano trinitario è consustanziale al divin Abbà.
Sì, al Concilio di Efeso ( 431) fu definitivamente accettato che il Figlio
era non homoios ( simile) ma homoousios ( della stessa sostanza) del Padre.
Per lo Spirito Santo si usa il termine processione, e per il" Filoque"
( certo non solo per quello, vi erano anche motivi economici) vi fu il
Grande Scisma dì Oriente, 1054, in realtà è sempre dal Padre che procede lo Spirito,
e se il Padre vuole, anche dal Figlio.
No, ma si capisce dai Vangeli.
Con questo non intendo che Gesù sia razzista verso gli altri i quali potenzialmente potrebbero accettarlo in qualsiasi momento, ma è il suo messaggio o programma che è assoluto.
Poi, succede di solito anche nel mondo: condividere un programma unisce non separa.
In fondo risulta pure chiaro che i miracoli avvengono se il miracolato crede che Gesù possa farlo.
A Nazareth dove i conoscenti vedevano solo la fisicità di Gesù e non il suo messaggio spirituale i miracoli non sono avvenuti.
Ultima modifica di crepuscolo; 04-05-2019 alle 17:42
appunto... ma chi condivide, davvero, e cosa ?
vista la pluralità, quello a cui fai riferimento è un "Vangelo secondo crep";
mi rendo conto che il credente è convinto di ciò in cui crede, ma il fatto che un insieme di testi di riferimento produca chiese e dottrine opposte su quasi tutto, significa che non esiste un "Gesù di riferimento univoco", ma degli scritti redatti in modo tale da essere inservibili per esprimere qualsiasi cosa di convenzionale, si deve fare materialmente così o cosà, in determinate circostanze;
prima di qualsiasi altro discorso, un credente dovrebbe dirimere questa circostanza, di un pollaio con tanti galli, fatti entrare da Paolo, e la necessità di adottare l'orologio digitale e la sveglia da caserma, perché si capisce che non farà mai più giorno.
c'� del lardo in Garfagnana
Anche il non è credente è convinto di ciò in cui non crede.
Se io ti parlo con la mia testa è chiaro che il Vangelo è secondo me.
Spiegare questo concetto non è semplice come tu possa credere poiché prima dell'interpretazione c'è la conoscenza.
Non posso interpretare ciò che non conosco, no?
La condivisione si ha quando c'è chi dà qualcosa e c'è chi la riceve, e viceversa, a qualsiasi livello, anche intellettuale oltreché fisico.
Ultima modifica di crepuscolo; 05-05-2019 alle 14:01
non è una simmetria che puoi fare, perché il risultato è molto diverso: se anche uno fosse, oltre che non credente, pure ateo incallito, quel suo non-credere non lo autorizzerebbe ad imporre precetti morali come superiori a quelli altrui, per via divina; non s'è mai visto un non credente che si fa esplodere in un edificio di culto;
e, ma sai in quanti siete ?Se io ti parlo con la mia testa è chiaro che il Vangelo è secondo me.
qui il punto è che questa pluralità di opinioni denuncia l'inattitudine dei testi a dire qualcosa di risolutivo, che si impone in termini di significato, come, che so, un testo di legge, ma persino un testo letterario; cioè, è molto più facile desumere considerazioni morali univoche e condivise dall'Odissea, o dai Promessi sposi, piuttosto che dai Vangeli; infatti, posti quelli, c'è un volume spropositato di testi che pretendono di spiegarli;
col che, tutte le discussioni, in effetti sono oziose, perché si parla di un nulla, di un gruppo di testi che ognuno rigira a suo piacimento.
c'� del lardo in Garfagnana
Allora non mi capisci; la religione è così variegata perché l'uomo non ha la prerogativa di conoscere la verità, non quella relativa, cioè quella che porta o dipende da altre verità, ma quella assoluta: la verità vera o come diceva Gesù: in verità in verita vi dico......come a significare la verità quella vera, assoluta e non relativa che oggi è vera e domano chissà.
Ognuno quindi, compresi soprattutto i religiosi, non sa in assoluto se il loro credere sia vero, ma percepiscono. Anch'io percepisco la mia misera verità.
Come, tra l'altro, tutti quelli che credono in Dio, quindi anch'io, prima di uscire da sé e non di sennohanno bisogno di verificare internamente ciò in cui si crede, ma proprio per questa relatività è bene pensare ad un Dio che, prima di oggettivarsi, desideri ( ed è auspicabile per chi a Lui si congiunge poiché è corroborante) o preferisca soggettivarsi per trasformare l'uomo dall'interno.
Se il buon Samaritano non avesse in precedenza sperimentato la compassione di Dio difficilmente sarebbe stato prossimo.
Mi sono spiegato o no?
Come ha detto Gesù tramite il vangelo la verità vera si riconosce da un modo di pensare che rimane nel tempo e non un modo di pensare che è valido solo in un certo tempo e poi sembra scomparire; dice infatti Gesù: "Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole no"; questo a conferma che ieri come oggi il suo pensiero rimane come termometro della verità assoluta.
Adesso?
Ultima modifica di crepuscolo; 05-05-2019 alle 16:30
sei tu a non capire il punto che ho sollevato, quindi te lo ripeto:
se i testi religiosi sono interpretati in modo opposto, non da eccentrici e bizzarri, ma da metà dei "credenti", vuol dire che quei testi non si prestano ad alcuna "verità" per loro natura intrinseca;
se "Gesù" non mette d'accordo te e Cono (che non è un cattolico eccentrico) sui tuoi rapporti con la tua ex-moglie, e su tanto altro - e parliamo di appartenenti alla stessa chiesa, nemmeno di cristiani divisi - vuol dire che quei testi non hanno forza significante, per cui questo è questo, e non quello;
se la avessero, i cristiani dovrebbero essere tutti più o meno d'accordo, e trarne precetti omogenei, condivisi; se mancano questi, sono solo le parole di persone qualsiasi, che le mettono in bocca ad una divinità.
c'� del lardo in Garfagnana
Provo a girarti la frittata per farti capire cosa c'è sotto: io sono perfettamente d'accordo con me stesso; è questo che per me conta poiché non mi basta capire gli altri ma comprenderli, che è leggermente diverso.
Io sono convinto che se uno è a posto con se stesso si mette più facilmente a disposizione; e poi chi ti dice che dai nostri discorsi, anche se contrastanti, non esca qualcosa di buono?
Ultima modifica di crepuscolo; 05-05-2019 alle 22:36
beh, ma quando comunichi questa cosa si suppone che tu voglia rendere intellegibile quanto scrivi, e quindi un senso;
il tutto, non dimenticarlo, visto che agganci le tue riflessioni ad un testo - che è lo stesso, oggettivo - per l'interlocutore; se la poni sul piano iper-soggettivista, annulli il testo, che diventa solo un contenitore-nome per le tue esclusive idee;
se tu e Cono discutete sulla conformità al dettato evangelico delle tue relazioni matrimoniali e tu rimandi ad una tua insindacabile interpretazione, quel testo non ha più una funzione, è annullato, non esiste più, perché non stabilisce più una convenzione tra te e l'interlocutore;
al contrario, se tu discutessi delle tasse sui rifiuti solidi urbani, potresti obiettare sul merito della tassa, ma non sul fatto che la legge prescrive il pagamento, per quell'importo e in quelle modalità;
se non trovi e attribuisci un senso convenzionale e prescrittivo a "Gesù", tale che sia condivisibile per forza logica intrinseca del testo, quel Gesù viene polverizzato, distrutto in qualsiasi capacità di significare alcunché di convenzionale; diventa, ripeto, solo un'etichetta popolare e gradevole che apponi ai tuoi pensieri e sentimenti insindacabili;
che per me può pure andar bene, ma non è certo quello che intendono tutti quelli che discutono di queste cose, per i quali il sottinteso è quello di un qualche contenuto morale e precettizio oggettivo: nel Vangelo è scritto che ci si deve comportare così e cosà nelle tali circostanze, e chi crede è tenuto a conformarsi;
se non si può fare questo e si rinvia al soggettivismo, vuol dire che il testo - il significante, la parola - non ha un senso - il significato;
e allora tutti i discorsi sono oziosi, come quelli che si fanno qui;
chi parla da credente, sostiene a fronte di un interlocutore che il credere abbia un senso che si traduce in dottrina morale, condotta di vita, giudizio, bene o male, deve innanzitutto esporre un sistema di idee fondato sul testo oggettivo e sull'idea che questo abbia un significato oggettivamente desumibile, e argomentare, esponendosi alla smentita logica, ermeneutica, ecc... se il rimendo è esclusivamente soggettivo, non c'è dialogo, ma solo vaniloquio, uno che parla esibendo se stesso.
c'� del lardo in Garfagnana
Cominciamo ad usare la matematica, se io non capisco te tu non capisci me al quadrato
Se ti ho appena detto che l'uomo nella sua fisicità e quindi nel suo essere momentaneo non può comprendere la verità tutta intera ( quella risolutiva, quella finalmente vera, che non dipende da altre verità cosiddette finite), è inutile insistere apparecchiando il pasto con una razionalità umana, poiché la verità che io intendo non riguarda la comprensione di ciò che servono a tavola ma riguarda molto di più: essere a tavola.
Tu mi parli di che cosa c'è da mangiare ma il bello è mangiare; in questo caso mangiare è analogo a vivere nella verità del momento, come se la verità fosse un pasto difficile od impossibile da descrivere ma pronta ad essere gustata.
Ecco perché le interpretazioni sono tante e precisamente come hai fatto l'esempio tu diverso tempo fa: le pizze sono di svariati gusti ed il tuo lo perderesti se ti mettessi a descriverlo; come ti dissi tempo fa, la natura dei testi è proprio e solo intrinseca per il semplice motivo che non può essere oggettivamente estrinsecata, altrimenti come dicevi tu tutti crederebbero alla stessa cosa, o tutti mangerebbero la stessa pizza, non saprei con quanto gusto.
In sostanza con le scrittura ricadiamo nelle pizze, se io preferisco la Napoli ed a te non piace perché preferisci le Quattro Stagioni ciò significa che ambedue nel nostro esprimiamo il massimo del gusto e quello che ci accomuna è la fame; se poi mangiamo senza avere fame è tutto un altro discorso ed è anche discutibile.
Il compito di Gesù non è quello di mettere d'accordo cono e me, mangiare la stessa pizza, ma offrirci una varietà, proprio per la libertà della scelta, di pizze per soddisfare sia me che cono.
Noi ci scontriamo sull'interpretazione del messaggio di Gesù ma non sulla sua interiorizzazione della quale ognuno sceglie contingentemente il meglio per sé.
Ultima modifica di crepuscolo; 06-05-2019 alle 11:31