non tra 40, ma tra 10; la demografia nazionale ha un gran pancione - se immagini una colonna - questa è quella istat:
nota che questo grafico riguarda i residenti, quindi già include circa 7 mln di immigrati regolari, mentre esclude gli irregolari, i "clandestini"; un anno fa - prima delle elezioni - si parlava di 600mila, da espellere in sei mesi, ora diventati "miracolosamente" solo 90mila
ora, se guardi il grafico, le cifre sono fredde e impietose: tra una decina d'anni, quella gran pancia di persone nate negli anni 60 e 70 sarà in pensione, o prossima alla pensione, con l'aspettativa di vita attorno agli 80 anni;
il che, significherebbe per forza che i contributi correnti per pagare quelle pensioni dovrebbero essere versati dalla parte bassa della colonna, laddove, attualmente, è la pancia a pagare per un vertice ancora relativamente piccolo;
avresti così ogni adulto che, oltre a sé stesso, si trova a mantenere due anziani ed eventuali minori; per riequilibrare questa colonna con materiale umano già residente, nazionale o immigrato, ogni coppia di ventenni dovrebbe fare almeno tre figli da subito, e ci vorrebbero circa 30 anni prima che questi figli coprano l'ammanco, che puoi valutare nella differenza tra l'ampiezza della "pancia" e quella dei "piedi" della colonna;
questa differenza si traduce per forza in un ammanco di funzioni, personale dell'organigramma lavorativo: mancheranno medici, infermieri, carabinieri, vigili del fuoco, idraulici e altro; alcuni lavori saranno automatizzati, ma il processo difficilmente viene governato;
la cosa che già si vede è l'invecchiamento e lo spopolamento delle aree marginali, montane, interne; che ci stai a fare ad Enna, Avellino, Potenza e in migliaia di paesini e paesoni, anche bellissimi, nel momento in cui muoiono i pensionati ? oggi fai il medico, la parrucchiera o l'alimentarista - pochi "giovani" ogni cento persone che pagano con le loro pensioni - sotto casa dei vecchini; ma domani ?
se nel frattempo non arriva gente che si accontenta di poco, abita la casetta di paese e fa manutenzione, cura l'orto e si inventa qualcosa, un'attività artigianale, e a sua volta ha figli, quindi chiede servizi, insegnanti, alimentari, paga l'affitto al proprietario italiano, va tutto n malora;
già nelle grandi città l'economia delle famiglie italiane è salva grazie a questo movimento: gli immigrati dediti al piccolo commercio in periferia pagano affitti dei fondi e degli appartamenti ai commercianti e ai piccoli proprietari in pensione; a Roma o Milano, se non ci fossero i fruttivendoli bengalesi o i cinesi che rilevano i fondi in periferia, questi sarebbero un costo, tasse e manutenzione, senza reddito, così come gli appartamenti disabitati; in Italia ci sono 38 vani per ogni residente;
si potrebbero fare tante cose, e si faranno; ma noi non le vedremo, perché prima di arrivarci di solito si prendono tante bastonate; il sud potrebbe essere ricchissimo, ma ha bisogno di infrastrutture potenti, autostrade, strade, porti; perché senza queste cose ogni attività è logisticamente penalizzata, anche dove sarebbe appetibile;io non so: sicuramente al nord, non qui da noi. dice: perché? perché l'economia non lo permette, e per tanti motivi. una ricetta per porre rimedio al problema potrebbe essere quella di eliminare in qualche modo il "coperto". ma per fare questo bisognerebbe cambiare radicalmente l'economia delle nostre regioni... aveva ragione bossi?
ma sono soldi che non abbiamo, o che non vogliamo o possiamo prendere dalle tasche degli italiani; si tratta solo di decidere se cooptare tedeschi, francesi, olandesi, garantendo loro che tutto funzioni; oppure svendere il posteriore ai cinesi, che si garantiscono da soli, nel senso che occupano materialmente e fanno gli affari loro in cambio di qualche elemosina.