non so in che modo hai letto il grafico, ma a me pare che presupporre addirittura sette milioni di immigrati regolari sia abbastanza esagerato. cioè il grafico si riferisce alla popolazione residente, ma non alla nazione intera. inoltre mi pare che il campione preso a riferimento sia abbastanza esiguo, cioè inidoneo a rappresentare la situazione nazionale complessiva. ti domando: è una proiezione?
allora. mi stai dicendo che i residenti sono qualche milione? e il resto dei 65.000.000 di italiani che fa? si imbosca?
si. però se guardo ad esempio la mia situazione, io ho 35 anni e non sono ancora nel mercato del lavoro e come me tanti, caro amico. non vedo come possano entrare nel mercato del lavoro quelli che oggi hanno mettiamo 20 anni, se non facendo uno di quei lavori che, a quanto mi pare di capire, faranno o fanno già gli immigrati. se ciò è vero, se cioè lavori come pizzaiolo, cameriere, coltivatore diretto ecc. li faranno gli immigrati, quelli che oggi, italiani, hanno mettiamo venti anni, cosa faranno? soprattutto, le pensioni gliele pagheranno gli immigrati? insomma per quanto ho modo di capire, credo che bisognerebbe eliminare il "sommerso" che però è una piaga antica, e la cui assenza probabilmente ricadrebbe sulla "tenuta" dell'intera economia nazionale...
si. ma chi oggi ha vent'anni non vuole sposarsi, almeno nella gran parte. insomma la soluzione credo sia non nei contributi "previdenziali" ma nella utilizzazione di strumenti di supporto al reddito come i "trasferimenti", il reddito di cittadinanza, i redditi da lavoro sindacalizzato, ecc.
no. secondo me è il contrario. cioè a causa del nostro stile di vita, di noi italiani, avremo "troppi" medici, avvocati, ecc, relativamente ad una diminuzione di occupati "italiani" in quei lavori che vengono già oggi dai più considerati "non pregiati"...
si. ma mi pare un quadro abbastanza "apocalittico". cioè se domani coloro che oggi sono in pensione verranno meno, beh allora i conti tornerebbero. non è che i pensionati campino all'infinito. ovviamente in una famiglia "allargata" cioè nonni, figli e nipoti la normale "successione" delle generazioni porterebbe ad una "concentrazione" di patrimoni, mettiamo anche "immobiliari", con possibilità di rendite tipo affitti ecc. cioè non solo redditi statali ma anche da "proprietà ".
ma se la soluzione sarebbe fare più figli, mi pare non ci siano problemi. abbiamo anche tra noi italiani le classi proletarie che fanno tanti figli, non è che la tendenza sia irreversibile e tale da mandare, come dici tu, "tutto in malora". insomma direi che è inutile ripetere la solfa della statistica come scienza "opinabile". il fatto di scegliere di non sposarsi io lo riferirei alle classi "privilegiate", le quali sanno bene cosa comporti fare figli in "costanza di matrimonio". non è che scopriamo l'acqua calda. non a caso il grafico che hai riportato fa riferimento a un campione di qualche milione di persone e non alla globalità della popolazione. almeno da quanto ho avuto modo di capire leggendolo.
si. in proporzione. sta di fatto che di "fatto" abbiamo che la maggior parte degli immobili sono nelle mai di pochi privilegiati, che speculano sulle vite di chi abita quelle case. così va a finire che una volta lasciate le case "popolari" per i più vari motivi da coloro che le hanno ricevute "di diritto", si ha una concentrazione di proprietà immobiliari nelle mani di pochi "fortunati", che ci speculano sopra attraverso i contratti d'affitto. insomma è una delle pecche del capitalismo di rapina, mascherato da "realizzazione" del diritto alla casa, che dovrebbe essere davvero di tutti.
si. una cosa è individuare il problema. altra cosa è tentare di risolverlo.
direi che in medio stat virtus...dimmi tu.