forse ho capito. ma che differenza c'è tra uno storico che consulta i documenti e che li mette a base del suo discorso, e chi del passato cerca di farsi un'idea attraverso una rielaborazione "indipendente"? non sono entrambi cittadini con pari diritti?
allora. il regime in italia c'era stato per un ventennio. i presupposti e le cause della guerra le conoscevano tutti. così come le premesse ideologiche. chiedere a evola voleva dire parlare con uno che il regime l'aveva conosciuto "dall'interno" e quindi al di là della propaganda e delle distorsioni e semplificazioni. già il fatto di rivolgersi al vecchio è a parer mio una prova del fatto che quei ragazzi, che erano abbastanza più giovani di me, avessero delle proprie convinzioni, che gli derivavano ovviamente dall'aver partecipato alla guerra, con tutte le ferite, l'orgoglio tradito e le vicissitudini che la guerra comporta...
allora. per restare a evola. c'è tutta una tradizione di autori esoterici, tradizionali, studiosi di religioni antiche che costituisce un settore culturale che ancora oggi trova molti sostenitori. ad esempio a livello di "vulgata" la new age, i raeliani, scientology, e a livello accademico oltre a evola, mircea eliade, rené guenon, i teologi di ogni culto, per finire con lo stato vaticano che addirittura è presente dall'alba dei tempi sul nostro territorio. come a dire che la religione non muore. che l'aspetto spirituale degli uomini in quanto esseri dotati di intelletto e coscienza è sempre presente. il fatto che l'opinione pubblica non consideri a dovere queste prospettive culturali e non le segua, non è dovuto al fatto che un' altra "verità" si imponga per evidenza. magari. le diverse verità dell'oggi sono equipollenti sulla base del fatto che lo stesso giudizio di valore "weberiano" è qualcosa di relativo, che non può essere sostenuto se non attraverso la petizione di principio per cui "ciò che è vero, lo è perché è vero". insomma la differenza non la fa la verità che si impone a tutti per autoevidenza, ma la statistica. cioè se il 99% della gente pensa che il grande fratello è il massimo perché "rende visibili", allora il circuito mediatico ci marcia, e hai un ritorno economico. evola parlava di "demonia dell'economia". e non a torto.
i martiri sono quelli che durante la guerra sono morti per un'idea. ad esempio per quella nazista. il resto, cioè le nuove generazioni almeno dall'avvento della tv in poi, sono state plagiate. hanno dimenticato una idea che le avrebbe rese libere e consapevoli. la rimozione dell'identità individuale non è più facile di quella dell'identità collettiva. basta agire sui neuroni, riducendo la riflessione, lo spirito critico e la capacità di giudizio di ogni persona, riducendola a "consumatore". e non lo trovo giusto axe. si è detto: eliminiamo l'identità individuale a beneficio della "prosperità economica". pace significa adulterazione delle passioni individuali per ridurle, se va bene, a una missione religiosa, se va male, alla categoria dell'"irrazionalismo". è così che nasce la psichiatria, i malati mentali ecc.
a me risulta che sia stato fini a sdoganare il fascismo in parlamento. i fascisti del msi non mi risulta avessero rappresentanti in parlamento. magari sbaglio, ma all'epoca mi risulta che la politica del msi era quella di orientare in senso non eccessivamente antistatale la gioventù fascista arrabbiata e armata. altro non so.
anche hitler preferì morire piuttosto che cedere le armi al nemico. più di questo cosa vuoi?
non c'era in verità molto da dire. se avessero detto qualcosa di ulteriore non avrebbero ottemperato alle indicazioni e alle prescrizioni della loro fede politica. in un processo che per il diritto internazionale dell'epoca era, a rigore, senza precedenti e pertanto "formalmente" illegittimo. si sapeva che sarebbero morti, almeno per la gran parte. quindi perché mettere altra carne al fuoco del nemico, per farsi ritorcere contro la verità?
ti ripeto. mai cedere al nemico. neanche verbalmente. ancora oggi i poliziotti americani dicono ai detenuti sotto processo che qualsiasi cosa dicano potrà essere usata contro di loro. un motivo ci sarà...
quindi i repubblichini che nel '45 tornavano dalla guerra non sapevano perché avevano combattuto? questo è pazzesco axe. dai...
si. questa è la mente umana. l'oggettività è un postulato, una statistica. insomma non esiste. perciò ti dicevo che è la politica a decidere che cosa è reale e cosa non lo è. così ti ripeto nasce la psichiatria. tra psicosi del dissenso sovietica e mitomania neonazista occidentale non credo corra molta differenza, almeno a livello funzionale.
beh. credo sia a causa dei morti, dei tanti lutti, che in definitiva si decise di fondare la società "ventura" su valori differenti, anzi contrari a quelli per cui si combattè la guerra.
senti. posto che la propaganda serve a volgarizzare i principi di una dottrina quando "rema a favore" e a screditarli quando "rema contro" capisci bene il motivo del XX congresso e capisci anche il motivo del processo a norimberga. e capisci anche perché in quel contesto il nazismo propagandava l'uccisione degli handicappati. la nazione era allo stremo axe. c'era la nota inflazione alle stelle, c'era il sentimento anticomunista per il quale si attribuiva la matrice "comunista" persino alle strutture statali, che toglievano soldi ai lavoratori, ecc. misure estreme per casi estremi. le nazioni cc.dd. "democratiche" non avevano fatto di meglio. insomma la politica è a volte più sporca di quanto è umanamente tollerabile...
mah. io di progetti politici, a livello di "soluzioni a problemi" economici sociali e quanto altro ne avrei, come qualunque cittadino consapevole. non sono un punk, non sono un satanista, né ascolto "quel tipo di musica". non capisco la correlazione. pensi davvero che padoa schioppa avesse ragione sui "bamboccioni", cioè sugli ultra trentenni?
io non sto facendo propaganda politica, la politica attiva non mi interessa, non vado a votare. però ho le mie idee, che derivano dalla mia personale percezione delle appartenenze, in nome delle quali - ti dirò - ho pagato con grande sofferenza, fisica soprattutto ma anche interiore. insomma le vicissitudini "negative" che mi hanno coinvolto hanno fatto nascere dentro di me la convinzione che fosse la mia appartenenza razziale ad aver determinato la mia esclusione sociale. che questo sia una nevrosi è un modo di vederla. altro modo sarebbe pensare alle tante ingiustizie, dovute a ragioni "politiche" lato sensu, che stanno alla base ad es. della "selezione scolastica", che io non condivido affatto. se il fatto che io non abbia agganci politici, né un patrimonio di qualche milione di euro, deve per forza di cose pregiudicare la mia formazione culturale, beh allora non ci sto. allora vuol dire che c'è qualcosa che non va. se vuoi ti spiego meglio in pvt...
axe. quello che pensa la massa ho imparato a obliterarlo. non mi interessa. se qualcuno, almeno nella "capitale" esprime la propria opinione è per rompere le palle al primo sfigato che incontra. io lo ero uno sfigato, ma non adesso. e come me tanti. se io fossi comunista ti direi che dovrebbe essere lo stato a garantire i diritti delle persone. qualunque sia la loro appartenenza sociale e il loro potere economico. se fossi nazista ti direi che la selezione va fatta in base non al reddito ma a quanto si possiede interiormente, a livello di capacità di pensiero, astrazione, memoria, capacità di accumulare sapere ecc. e ti assicuro che per quante ne ho passate avrei potuto anche rimetterci la pelle. altri non ce l'hanno fatta axe. e non è giusto. per questo, almeno a livello di intenti, magari anche non attuati, preferisco le "dittature" alla democrazia. dice: perché sputi nel piatto dove mangi, cioè perché ce l'hai con la democrazia italiana, che pure è la tua patria? e io risponderei che è perché l'occidente è un leviatano che divora i suoi figli migliori in ossequio all'omologazione collettiva. al rimbecillimento generale che giova all'umore, ai privilegi e al portafoglio di pochi...che in circostanze ottimali non sarebbero in grado neanche di "allacciarmi le stringhe".