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«Ma, e concludo, io dico e sostengo che non c’è miglior puliscicùlo di un papero ben lanuginoso, purché gli si tenga la testa tra le gambe. E credetemi sul mio onore, poiché sentirete sul buco del culo una mirifica voluttà, tanto per la dolcezza della sua lanugine quanto per il calore temperato del papero, voluttà la quale sarà facilmente comunicata al budello culare e agli altri intestini, fino ad arrivare alla regione del cuore e del cervello.
«E non pensiate che la beatitudine degli eroi e dei semidei, nei Campi Elisi, sia nel loro asfodelo, o ambrosia, o nettare, come dicono le vecchie di qui. Tale beatitudine viene, secondo me, à mon avis, dal pulirsi il culo con un papero, e questa è anche l’opinione del maestro Giovanni di Scozia Duns Scoto [beatificato santo nel 1993 da Santosubbito, forse proprio per questa sua opinione] »
(Dal XIII capitolo del Gargantua e Pantagruel, di Rabelais)
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