Non al di fuori di sé stessa. Non necessariamente almeno. Lasciando spazio a ogni interpretazione metafisica, vorrei dire che lo spaziotempo non ha nemmeno per la scienza un necessario rapporto di dipendenza da un fattore esterno per esistere.
Parliamo per esempio di tempo, e di rapporto causa-effetto. Sono distorti dalla limitatezza nello spazio e nel tempo della nostra esperienza della realtà , che crea aspettative non logiche. Supponiamo che l'universo sia un'ipersfera, 4 dimensioni. Tornare indietro nel tempo, con questa geometria, sarebbe andare verso il centro dell'ipersfera.
Ma torno indietro e parto con un esempio. Se fossimo degli esseri costretti a camminare sempre, senza potersi fermare, sempre in una direzione che chiamiamo nord, ma senza sapere della sfericità della terra e del polo nord, si potrebbe chiamare quel nostro camminare e la direzione nord, fondendole perché per noi sono concetti legati, il "tempo" e la direzione nord, lo spazio. Verrebbe naturale chiedersi, alla fine dell'universo cosa c'è a nord dell'universo. Ma per noi che viviamo nella terra, l'esempio lo capiamo perché se andassimo di un passo in qualsiasi direzione partendo dal polo nord, si andrebbe a sud.
Stessa cosa se si avesse un concezione di "interiorità " e si volesse trapanare le terra fino al centro, ignorandone la forma. Cosa c'è un metro più all'interno rispetto al centro della terra? Niente, perché ogni scavo che fai da quel punto lo fai verso l'esterno. Quest'ultimo esempio si adatta anche meglio al discorso ipersfera come forma dell'universo. E col bing bang è nato lo stesso spazio, non è stata un'esplosione nello spazio.
L'universo, con occhi a 4 dimensioni, potrebbe essere visto come un'oggetto fine in sé stesso, non segue le regole di causa ed effetto come le percepiamo.







Rispondi Citando