Originariamente Scritto da
conogelato
Una delle pagine più belle dell'intero Antico Testamento, secondo me. Appoggiamoci al testo e cerchiamo di dire qualcosa, vuoi?
La lotta con Dio
Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
Dunque, cosa possiamo dire? Che sicuramente l'episodio è fortemente simbolico, Lilia: Quello che accade a Giacobbe è significativo per tutti noi, perché prima o poi tutti ci troviamo allo Iabbok della nostra vita, a lottare con Dio. Lo Iabbok è un affluente del Giordano che Giacobbe deve attraversare per entrare nella terra promessa. Il suo nome significa "luogo del passaggio" ed evoca la notte pasquale. Il Signore non può lasciarci entrare nella terra promessa della nostra vita con tutti i cimeli e idoli del nostro passato. Vuole che ce ne sbarazziamo per sempre! Per questo ci affronta quando siamo rimasti soli, quando cioè non abbiamo intorno la copertura dei doni e delle benedizioni di Dio. Ci parla e si confronta con noi quando siamo soli..."nudi", come nella Genesi dopo il Peccato. Lo Iabbok è il momento della verità, l’occasione di guardarsi per quello che si è realmente, senza maschere o giustificazioni....
Noi facciamo come Giacobbe, lottiamo strenuamente con Dio perché non siamo disposti a morire a noi stessi. Magari a perdere beni, persone, doni… ma non ad affrontare lo specchio della Verità. Eppure c’è una grande benedizione che ci aspetta! Dio lotta con Giacobbe perché sa che è l’unico modo per aiutarlo in quel momento. Noi ci aspettiamo sempre che l’aiuto di Dio sia solo amorevole e delicato, ma il Suo amore si concretizza anche con correzioni e prese di posizione decise. L’io di Giacobbe è molto forte, tant’è che Dio, "vedendo che non riusciva a vincerlo", gli sloga l’anca. Perché proprio questa articolazione? Perché da allora in poi, Giacobbe non camminerà più per se stesso. Camminerà solo per Dio e con Dio, perché il Signore lo ha reso fragile e vulnerabile… quando siamo deboli, è allora che siamo forti! (2 cor 12,10). Dopo lo Iabbok, Giacobbe non è più lo stesso uomo di prima, ecco perché Dio cambia il suo nome in Israele. Dare nome a qualcuno significa decretarne l’appartenenza e ricrearlo di nuovo. (vedi Gesù con san Pietro/Simone) Quindi da ora in poi Giacobbe è un uomo rinnovato, appartiene a Dio e si è convertito dalla sua mentalità. Il nome Israele è di fondamentale importanza perché definisce l’uomo nuovo e la sua relazione con Dio. la relazione con Dio comporta spesso dei momenti di combattimento interiore, quando la nostra volontà cozza contro la Sua… ma il nome Israele rappresenta l’uomo nuovo, e non può avere alcuna relazione con l’uomo vecchio Giacobbe! Tant’è che Dio dà questo nome quando ha già slogato l’anca al patriarca. Quindi Israele è sì colui che lotta con Dio… ma al Suo fianco! E chiunque sta al fianco di Dio è senz’altro potente e vittorioso, non per le proprie umane capacità, ma per la presenza del Dio vivente!
Spero di averti, in qualche modo, aiutato.
Ciao, a martedì prossimo!