Affine ai termini fin qui trattati, è il termine SATIRA, definibile come: "« Quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di 'castigare ridendo mores', ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. » Ma questa è una definizione giuridica (data dalla Corte di Cassazione), preferisco quest'altra: "Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo" (Treccani). La satira vera dovrebbe rivolgersi contro il potere, a destra e a sinistra indifferentemente, cosa che purtroppo accade di rado. Colpire anche, ad esempio, le mode culturali, dietro alle quali c'è il vuoto e l'ignoranza, la superficialità di abbracciare delle opinioni senza aver minimamente approfondito la materia della quale ci si occupa.