Originariamente Scritto da
doxa
Aggiungo altri post desunti dal mio documento e scritti per altra "piazza del mercato" alcuni anni fa
Il filosofo e scrittore francese Jean-Paul Sartre nel saggio “L’essere e il nulla” analizza l’importanza dello sguardo di chi osserva e di chi è soggetto dell’osservazione. Lo sguardo altrui arriva all’improvviso e in modo imprevisto e provoca in Sartre vergogna e malessere. Da quello sguardo non può sottrarsi e deve sottostare, anche se ciò lo rende vulnerabile nell’intimità e schiavo del suo osservatore.
L'eccessivo pudore può nascondere un rifiuto della propria corporeità, che solitamente si aggiunge alla difesa della propria intimità dall’intrusione altrui.
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Pieter Paul Rubens: "Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre" (peccato originale), dipinto a olio su tavola realizzato tra il 1628 e il 1629. E’ nel Museo del Prado, a Madrid.
Nell’Eden Adamo ed Eva erano nudi, “ma non ne provavano vergogna”. (Genesi 2, 25) Però, dopo aver mangiato il frutto proibito, “si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e ne fecero cinture per coprirsi”. (Genesi 3, 7)
Il racconto biblico evidenzia che il pudore è connesso con l’autoconsapevolezza. Nel momento in cui hanno coscienza di sé Adamo ed Eva diventano esseri umani, sessualmente differenti.
L’espressione “condizione adamitica”, evoca un momento ideale e religioso della vicenda umana in cui la nudità era considerata innocente e naturale. Ed “Adamiti” erano detti gli adepti di alcune sette eretiche di ispirazione cristiana che difendevano o tolleravano la nudità.
In relazione alle differenti forme culturali e religiose delle società umane, il nudo diventa il carattere segreto del corpo oppure l’aspetto proibito. Il nudo è, dunque, natura e valore culturale di un'epoca.