Citazione Originariamente Scritto da xmanx Visualizza Messaggio
Non mi riferisco all'epigenetica. Mi riferisco alle mutazioni genetiche e agli esperimenti di John Cairns.
Tra l'altro fai confusione tra "variabilità genetica" (che è il motore dell'evoluzione) e "selezione naturale" (che è il "volante" dell'evoluzione)...che indirizza l'evoluzione selezionando la mutazione genetica (o variabilità genetica) che meglio si adatta alle condizioni ambientali.

Io sto parlando di come funziona la "variabilità genetica" e NON della "selezione naturale" che opera sulla "variabilità genetica".
Ora....la moderna teoria dell'evoluzione afferma che la "variabilità genetica" è il risultato di mutazioni genetiche casuali...cioè mutazioni genetiche che avvengono senza uno scopo ben preciso e indipendenti dalla funzione che si rivelerebbe utile in un determinato contesto ambientale. Su queste "mutazioni casuali, senza scopo e indipendenti dalla funzione" opera la "selezione naturale" che garantisce la sopravvivenza della mutazione più adatta a sopravvivere.
E, quindi, l'evoluzione è il risultato del "cieco caso"...è guidata dal cieco caso e produce risultati del tutto casuali. Quindi l'homo è un risultato casuale di una evoluzione guidata dal cieco caso.

E' davvero così?
La risposta è NO.

Nel 1988, il genetista John Cairns ha pubblicato quello che, da allora, è divenuto un articolo rivoluzionario: “The Origin Of Mutants” (Nature 335:142, 1988). Cairns ha riconosciuto che le mutazioni genetiche non erano il risultato di eventi chimici casuali come oggi perlopiù si pensa.

Egli ha posto dei batteri con un’anomalia nel gene relativo all’assimilazione del lattosio in colture che contenevano solo lattosio come fonte di sostentamento. I batteri non erano, quindi, in grado di nutrirsi. La logica neo-Darwiniana avrebbe condannato a morte tutti i batteri.

Invece, dopo un breve periodo, i batteri hanno cominciato a crescere e a proliferare. All’esame, si è scoperto che i batteri avevano mutato specificatamente il gene che non rispondeva alla lattasi e riparato la sua funzione. La ricerca di Cairns ha rivelato che, in risposta a mutate condizioni ambientali, gli organismi possono attivamente indurre mutazioni genetiche di geni selezionati nel tentativo di sopravvivere.

Primo punto: i batteri hanno mutato specificatamente il gene difettoso incapace di digerire il lattosio. Cioè hanno seguito una logica "lamarckiana" per modificare una specifica funzione dell'organismo in base alla nuova situazione ambientale e per rispondere alla nuova situazione ambientale.
Secondo punto: come hanno fatto i batteri a mutare il gene difettoso? Hanno innescato deliberatamente una serie di mutazioni casuali del gene difettoso e solo di quel gene. Alcune di queste mutazioni, per via della selezione naturale, non sono sopravvissute (perchè non erano in grado di digerire il lattosio). Fino a quando una di queste mutazioni si è rivelata adatta. A quel punto, i nuovi batteri col gene modificato, hanno cominciato a digerire il lattosio e si sono riprodotti.

Morale della favola: le mutazioni genetiche che portano all'evoluzione non sono "casuali, senza scopo e indipendenti dalla funzione". Ma vengono innescate deliberatamente dall'organismo quando l'organismo si trova in una mutata situazione ambientale che crea stress o difficoltà a sopravvivere. E quindi le mutazioni genetiche sono una risposta intelligente dell'organismo alle mutate condizioni ambientali e hanno lo scopo di consentire all'organismo di adeguarsi alle mutate condizioni ambientali.

Secondo: le mutazioni genetiche non sono "casuali e indipendenti dalla funzione", perchè la moltiplicazione random (o casuale) delle mutazioni ha riguardato nello specifico proprio il gene difettoso che non riusciva a digerire il lattosio...cioè hanno riguardato una specifica funzione dell'organismo (l'assimilazione del lattosio) che, in quel contesto ambientale, non funzionava adeguatamente.

Grazie a John Cairns, la concezione che l'evoluzione avviene per selezione naturale di "mutazioni casuali di DNA"...dove per "mutazioni casuali" si intende mutazioni casuali che avvengono senza scopo e indipendenti dalla funzione (cioè dall'uso/non uso) è finita nel CESSO della storia.

E' vero...l'organismo usa la tecnica della generazione casuale di mutazioni genetiche, ma questa tecnica (o meccanismo) viene utilizzato all'interno di un processo intelligente che ha uno scopo ben preciso (rispondere adeguatamente alle mutate condizioni ambientali per sopravvivere) ed è vincolato alla funzione (uso/non uso), cioè riguardano la specifica funzione che risulta essere inadeguata nella nuova situazione ambientale in cui l'organismo si trova.

Dopodichè...prendi la pillola blu, vai a dormire e domani, quando ti risvegliereai, crederai a ciò che vuoi.
Mutazione puntiforme indotta quella per il lattosio dei batteri messi a coltura. È possibile che in condizioni particolari sia partito un qualche segnale all'interno della cellula per riparare il danno, riattivando il gene o accellerare le mutazioni disattivando i meccanismi correttivi. Ricordiamoci che stiamo poi parlando di un essere unicellulare. Su un organismo pluricellulare dobbiamo andare a cascare sui gameti e sul fatto che l'evento genetico accada lì.

Anche se cachi il beep con Lamarck e Cairns, non è che l'evoluzione è falsa come raccontata finora perché, a tuo dire, non avverrebbe secondo i meccanismi genetici e selettivi noti.