la procedura prevede tabelle per i capi d'imputazione, riduzioni tassonomiche per attenuanti, generiche e specifiche, oltre a quelle per il rito, patteggiamenti, ecc...
alla fine, la capacità discrezionale del giudice è minima, se gli avvocati fanno il loro mestiere; anche perché la stessa circostanza di forzature verrebbe poi sanzionata, ove ni gradi successivi dovesse emergere un arbitrio; ma non questo il tema del topic, siamo fuori...
il punto è che un conto è la fide in una creazione intelligente; altro è dimostrare questa a partire dai dati di realtà;giustificare no. "spiegare" o "corroborare" una ipotesi, allora si. se io dò l'assioma "dio c'è", a livello logico posso come dire "proiettare" le caratteristiche di uomo fino a pensare che come l'uomo riesce mettiamo a fabbricare "una sedia", così esiste una scala di complessità in cima alla quale sia qualcuno o qualcosa che - quantitativamente maggiore - è in grado, per induzione, di generare ad es. la "realtà sensibile". ovviamente partendo dall'assioma opposto, si può spiegare anche logicamente che dio non c'è. quindi quale è il criterio dirimente? la statistica. e credo non ci sia niente da fare in proposito.
la fede nessuno la contesta; ma la pretesa di dimostrarne la verità come fatto oggettivo è risibile;
ha (avuto) questa pretesa, ma non ci riesce; infatti, tutte le teologie l'hanno abbandonata, da circa tre secoli; poi, ovvio, il popolino ignaro non lo sa e continua a ragionare come se...no. come ti dicevo anche la religione parte dalla realtà e risponde alle stesse domande che si pone la scienza, però dà una risposta contraria. e lo fa ugualmente su basi logiche, cioè per induzione, deduzione, analogia, ecc.
no, perché la scienza ha un orizzonte funzionale: sono - provvisoriamente - "vere" quelle nozioni che puoi utilizzare in modo affidabile per produrre un effetto, o spiegare accadimenti passati in modo efficiente in termini di causazione;si. la cosa ti si impone ma sempre perché all'inizio c'è qualcuno che non lo sa e beve l'acido e muore. insomma alla scienza serve l'esperienza con cui elaborare ipotesi verificabili. la stessa esperienza serve a chi comincia a ragionare sul concetto di morte fisica. c'è lo scienziato che parla come minimo di "entropia" fisica sull'esempio della entropia come legge verificabile. e c'è il credente che ti dice che la causa della morte fisica è la volontà di dio. quale delle due ipotesi è migliore a livello di verità. se rifiuti quella religiosa perché non è dimostrabile, allora devi rifiutare anche quella entropica, perché nessuno conosce ancora la temperatura "media" di tutto l'universo. o no?
quando mai ???si, ma l'esempio non è coerente. tu parli di macchina e ovviamente vale la scienza perché la macchina ne è un prodotto. ma se parli di miracoli, cioè fatti scientificamente "inspiegabili" anche se verificabili,
per il momento, non si ha osservazione di "miracoli" che si imponga allo scettico, alla scienza;allora devi per forza o credere all'ipotesi religiosa oppure in quanto scienziato dire che il miracolo è qualcosa che prima o poi verrà "spiegato", anche se non lo è ancora. e quindi?
perché mai ??? dove sta la necessità di questo deve esserci qualcuno ?si. ovviamente l'auto è prodotta dall'uomo, e quindi quest'ultimo la conosce. ma l'uomo stesso può conoscere pienamente "sé stesso"? io se permetti direi "di no" e allora se io conosco quello che faccio ma non conosco me stesso, allora deve esserci qualcuno che conosce me, uomo, meglio di come mi conosco io.
vedi, questo è lo svincolo in cui il pensiero si confonde, l'osservazione della realtà viene contaminata in modo grossolano dalle predilezioni personali e genera logiche false, falsi sillogismi, ecc...
puoi ipotizzare quel che ti pare, ma resta una tua convinzione, suggestiva; ma resta conchiusa nella soggettività, perché non ti fornisce alcuna indicazione operativa che non sia a sua volta umana;insomma eduardo fa dire al bambino "michele m'è padre a me", ma il padre di michele chi è, e il padre del padre? e il padre dei padri? un ominide? si ma il padre dell'ominide chi è? e così via fino ad ipotizzare logicamente un "demiurgo" un "fattore", insomma dio.
in altri termini, un dio serve sempre per attribuire una legge morale di qualche tipo al creato, ma in effetti non puoi desumere alcuna morale dalla natura, perché la morale è allocazione autoritativa umana;
l'asino delle religioni non casca sull'esistenza o non esistenza di un dio, ma sulla dimostrazione della eventuale volontà divina, e relativi precetti; per questo, i "credenti" sono tutti tali, ma tutti in disaccordo tra loro su ciò che Dio precetterebbe;
che è come se metà degli automobilisti fossero d'accordo sulla necessità di un cds, ma ognuno di un codice diverso, oltre a quelli che comunque si regolano da sé;
qual è il risultato ? che comunque non ti puoi fidare di nessuno ai semafori, alle rotonde, ai sensi vietati, ecc...
sbagli; non hai presente la dottrina; la validità del messaggio della Chiesa è nel Vangelo, non nel successo mondano; non è che un vescovo può accettare la misurazione della santità della Chiesa sulla base dei seguaci; se, per ipotesi, rimanessero solo dieci cattolici al mondo, o uno solo, si dovrebbe ammettere che il Vangelo e il Magistero sono desantificati, pur restando gli stessi; questa è una nozione materialista, inammissibile per qualsiasi credente;no. vedi supra.
no, si fonda sull'influsso degli astri sul carattere delle persone, che è cosa ben diversa dal dimostrabile effetto gravitazionale sulle maree;si. allora l'astrologia si fonda come sai sull'assioma che i movimenti degli astri siano causativi di eventi sulla terra. ti faccio un esempio: quando la luna è nel perigeo, le acque dei mari aumentano di volume. e se questo è vero, allora bisogna concludere affermativamente sull'esistenza di certe "corrispondenze", almeno. o no?
ma non era questo il punto, visto che continui a derapare sugli esempi; il punto è che la popolarità di una dottrina non la rende per questo "vera"; tutto qui.