Sono tremendamente in ritardo con la lettura, sono solo ad un terzo del libro, pensavo di avere tempo in questi giorni invece sono quasi felice di tornare al lavoro.

C'è un sottile velo di ironia che percorre tutte le descrizioni dei personaggi, un po' severa e meno ironica ho trovato la descrizione di Alois e del padre di Leni.

Mi piace l'idea di questo io narrante che racconta dei viaggi, delle visite, delle interviste e che, nonostante sia un narratore, sembra partecipe della vita dei personaggi che incontra, apprezzo quando lascia sfuggire qualcosa di sé, un attimo di commozione, un sorriso trattenuto, una sorpresa.

"Foto di gruppo con Signora", mi fa pensare a quando accompagno mia madre al camposanto e facciamo il "giro lungo", che vuol dire andare a vedere le tombe dei bis-trisavoli, è un giro lungo per modo di dire, sono tutti al tempio crematorio.
Il bello di questo giro è guardare le foto antiche, i vestiti, le acconciature, non ride mai nessuno in queste foto, appena un accenno di sorriso e sono quasi tutte (o tutte?) di profilo o tre quarti.
E' il giro lungo non per la strada percorsa ma per il tempo che ci impieghiamo a farci domande su un nome o un altro, sui gradi di parentela, sull'età, sulle date, sulle professioni (quando sono indicate), sulle divise...


Tornando al libro penso che dovrei riuscire a finirlo per il prossimo fine settimana.



Maartedì faccio partire il nuovo