Nessuno ci bada, ma quando apre un profilo su Facebook accetta che i suoi contenuti siano proprietà di Zuckerberg & Co., i quali ci possono fare ciò che vogliono, anche cancellarli senza giustificazione alcuna. E questo non ha nulla a che vedere con la tutela della privacy, o presunta tale.
Ti piace? Non ti piace? Queste sono le regole del gioco, prendere o lasciare. Oltretutto senza un minimo di accortezza perfino senza Facebook ci arrivano via mail offerte pubblicitarie in linea con le pagine che visitiamo, anche senza fare acquisti, ma ciascuno di noi lascia tracce in rete per il solo fatto di avere dispositivi dotati di connessione, basta che siano accesi. Allo stato attuale però sembra che questa evidenza preoccupi il grande pubblico molto meno.
Il discorso destra-sinistra non mi interessa più di tanto, una volta capito che i colori appartengono a quello stesso pavone chiamato sistema da cui nessuno si chiama fuori, ma che fa comodo non solo a quelli che hanno uno scranno in parlamento, bensì più o meno a tutti: bene o male ciascuno ha o crede di avere qualche privilegio rispetto ai morti di fame di mezzo mondo. Pazienza se poi sei uno schiavetto anche tu, perché ai vertici della piramide ci sono rappresentanti di ben altri poteri, talmente impersonali che nemmeno i reali d'Inghilterra sono padroni di fare quello che vogliono. Illuditi di essere libero, quando la tua unica libertà è quella di contribuire a nutrire il Moloch.