
Originariamente Scritto da
doxa
Xmanx ha scritto Hai ragione ! Forse per questo la moderatrice dark lady ha tolto da questa sezione dedicata alla religione il mio topic titolato “religiopatia”. Su suggerimento di chi ? A chi dava fastidio ? Chi è qui il “religiopatico” che si è sentito “colpito” ?
Nel topic “teologia di Paolo...” Cono ha scritto
Buonasera Cono, perché limiti la tua analisi all’esterno della Chiesa ?
La Chiesa cattolica non ha colpe ? Un noto vecchio proverbio afferma “Chi è cagione del suo mal pianga se stesso” !
Per secoli gli è andata bene abbindolando “le genti” con le leggende, incredibili miracoli, le false reliquie. Ha carpito tramite il clero la credulità popolare delle masse incolte. Per timore dell’aldilà centinaia di migliaia di persone hanno lasciato i loro averi alle diocesi o direttamente al Vaticano.
Sono numerose le città medievali che vantano grandi cattedrali costruite con i denari dei “peccatori”. Lo sai che i carri che trasportavano i materiali necessari per costruire la cattedrale di Chartres vennero trascinati da peccatori che intendevano in quel modo saldare i loro “debiti” con Dio ?
E il duomo di Milano ? E' una specie di ex voto voluto da Gian Galeazzo Visconti, ma la “veneranda fabbrica” fu costruita con tanti contributi in denaro e lavoro non retribuito da parte di povera gente. C’erano le carestie, c’era fame dappertutto ma le famiglie più umili non facevano mai mancare il loro apporto: operai, contadini, persino le prostitute erano costrette o davano volontariamente il loro obolo. Possiamo calcolare che circa il 60% dei contributi arrivati nel corso degli anni siano stati versati dal popolo.
E se nel nostro tempo la moltitudine della “gente umile” la domenica preferisce fare la gita con l’automobile o andare nei centri commerciali, fa bene, fa benissimo, è più gratificante, anziché perdere tempo ad ascoltare sempre le stesse noiose cose durante la ripetitiva Messa.
La religiosità è alla base di ogni esperienza religiosa e di ogni religione, però è necessario distinguere tra la spiritualità e la religiosità popolare.
La gerarchia vaticana da secoli è consapevole dell’esistenza dei due livelli. Pian piano sta cercando di ritirarsi verso la spiritualità, ma ci vorranno ancora secoli per “purificarsi” dalla zavorra della cosiddetta “pietà popolare”, perché i tre quarti dei suoi fedeli appartengono a questo gruppo.
La religiosità popolare è caratterizzata da infantilismo, dall’irrazionalità, dall’alone di magia, dal sincretismo, il sacro si confonde con il profano o con il pagano, la fede è condizionata dai bisogni materiali per l’esistenza, dal do ut des con il santo protettore.
Nell’ambito della cosiddetta “pietà popolare” hanno grande importanza le processioni, le confraternite, l’uso di immagini sacre: queste aiutano i fedeli a porsi davanti ai “misteri” della fede cristiana.
All’enorme patrimonio artistico in chiese e santuari ha spesso contribuito la devozione popolare.
Persone povere si sono private del necessario pur di dare la loro offerta, mentre l’alto clero s’ingrassava.
Cono lo so, anche oggi ti ho scandalizzato. Io amo la spiritualità e, come ho già detto, aborro la religiosità popolare.
Un bel saluto