Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
capisci bene che l'attuazione di questo precetto paolino implica l'astensione dal giudizio sulla moralità e la buona fede altrui, che invece è quello che fai t quando attribuisci motivazioni di egoismo, edonismo alle scelte altrui;

Paolo, peraltro, spiega esplicitamente: tutti giudichiamo con le nostre scelte, dobbiamo necessariamente giudicare, anche gli altri;
ma è cosa diversissima la moralità rispettosa che esprimi con la tua scelta, la quale implica un giudizio di valore, dall'enunciato pubblico che giudica la buona o mala fede altrui, che invece è aggressione;

questa aggressione inficia quella libertà di cui dici, perché la libertà implica il diritto di veder rispettate le proprie motivazioni - lecite - alla pari;
se, poniamo, io fossi vegano e dicessi che è immorale ed egoistico essere vegetariani e mangiare uova e formaggi, pur astenendosi dalle carni, e che il tuo è solo egoismo, perché vuoi bere il vov, mi starei ponendo su un piano di superiorità morale squalificando il valore di ciò che tu hai valutato secondo coscienza;

per questo il tuo giudizio espresso di egoismo, edonismo, ecc... rivolto a chi valuta secondo una morale diversa non è compatibile con quella statuizione di libertà, che viene svuotata di ogni senso;
guarda che non è una questione da poco, eh... ma il fondamento delle società moderne, le nostre;

non mi fraintendere: contestarle va benissimo, purché tu ti renda conto che ti poni su un piano eversivo, radicalmente estraneo, seppure in modo apparentemente conciliativo.
Ma io chi sono? Nessuno! Ti ho postato a vario titolo il pensiero di illustri personalità, axe: Laiche e religiose insieme. L'egoismo dilagante, che sta alla base dell'infelicità della nostra Società, non può essere negato, addolcito, annacquato. Neppure facendo salti mortali....

"Se chiediamo a un campione di cittadini mediamente informati e di buona istruzione quale sia il problema più grave dell’Italia, otterremo una notevole varietà di risposte. Alcuni parleranno dell’immigrazione, moltissimi della disoccupazione, altri della perdita dei diritti sociali, qualcuno del declino dei principi morali, della corruzione e così via. La nostra tesi è diversa: la questione più rilevante è la denatalità. Un popolo che non fa figli è destinato a finire per consunzione biologica. Si trascina nell’egoismo, nella sfiducia del futuro, nella chiusura mentale, nel rifiuto stesso della vita. Poiché la natura ha orrore del vuoto e altrove la pressione demografica è immensa, qualcuno, fatalmente, ci sostituirà. La civiltà in cui siamo nati sparirà e l’Italia diventerà un concetto del passato. La studieranno sui libri di storia."

http://www.accademianuovaitalia.it/i...ta-il-problema

"San Paolo, fondatore del cristianesimo “culturale”, la pensava diversamente. Lui, ebreo colto romanizzato, proclamò nella Lettera ai Galati qualcosa che ha retto per due millenni. Tu, uomo, hai un padre, Abbà. E se sei figlio, sei anche erede. Si riferiva a Dio, ma costruiva i pilastri di una visione del mondo. Tramontata, il mondo è sottosopra. Chissà perché non siamo diventati più felici, appagati, finalmente adulti, veri uomini, in attesa di transitare nell’oltre umano, oltre la pretesa di Nietzsche, il transumanesimo, l’ibridazione uomo macchina che tanto intriga gli ultimi uomini, che strizzano l’occhio e affermano di aver inventato la felicità fondandola su una triste tabula rasa.

Un osservatore di grande spessore, Jean Baudrillard, scrisse che la vera apocalisse non è la fine materiale del mondo, ma la sua unificazione forzata, ovvero il mondialismo, il simulacro perfetto, nel suo particolare lessico; il delitto perfetto. Negano che sia la fine, lo chiamano nuovo inizio, ma il dramma è che ci crediamo."

https://www.maurizioblondet.it/i-dis...uerra-mentale/

Roberto Pecchioli è nato a Genova nel 1954, dove risiede. Ha studiato lettere e filosofia all'Università della sua città. Per decenni funzionario direttivo delle Dogane, vi ha ricoperto numerosi incarichi, maturando esperienze e competenze in campo economico e statistico. Svolge fin dalla giovinezza un'intensa attività pubblicistica e culturale e collabora con numerose testate giornalistiche e associazioni, tra cui Ereticamente, Maurizio Blondet & Friends, Inchiostronero, Riscossa Cristiana e Arianna Editrice, oltre all’Istituto Studi delle Venezie e all’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, di cui è membro e nella cui rivista è raccolta la sua produzione letteraria. Degno di nota il suo impegno in gioventù, come volontario nel tremendo terremoto del ’76 in Friuli, che lo lega, con particolare affetto alle terre del Nord-Est. Apprezzato conferenziere, Roberto Pecchioli si è fatto conoscere oltre che in Italia, anche a livello internazionale partecipando a meeting, trasmissioni televisive e radiofoniche. Già autore nel 2017 per la Ritter di un “Manualetto di antieconomia. Per cavalcare la tigre” presenta quest’anno: “Uscire dal XX secolo. Un’idea nuova per il Terzo Millennio”, in cui tratta della “Quarta Teoria Politica” del noto filosofo russo Alexandr Dugin, di cui è stato tra i primi in Italia ad introdurne il pensiero, ed avendone ricevuto l’apprezzamento direttamente dall’autore.