Per chi volesse approfondire, questa settimana la rivista letteraria de La Repubblica, Robinson, è interamente dedicata a Camilleri: è in vendita per una settimana, non solo il sabato. Io l'ho appena presa, ma devo ancora leggerla.
Costa pochissimo, mi pare 50 centesimi.
Sono anche io un grande fan di Camilleri di cui, non stupitevi, ho letto quasi tutti i libri ( oltre 100, cioè... ).
Concordo sul fatto che i suoi migliori non siano quelli che gli hanno dato maggiore fama ( quelli di Montalbano, cioè.. ) sicuramente più commerciali ( anche se diversi titoli, soprattutto i primi della serie, penso al "Cane di Terracotta", per esempio ) sono stati dei piccoli capolavori.
Concordo infine sul giudizio relativo al "Birraio di Preston", un capolavoro assoluto, geniale nella sua originalità non eguagliata.
Aggiungerei a "La Scomparsa di Patò" anche "La Concessione del telefono" tra i suoi capolavori, forse alla pari col "Birraio di Preston".
Perle ineguagliabili, poi, alcune raccolte di racconti: penso a "Le Vichinghe volanti", "Il Gran Circo Taddei" e, soprattutto, "La Regina di Pomerania".
Butterei, invece, nella raccolta indifferenziata molti dei suoi ultimi lavori, inficiati indiscutibilmente dalla malattia agli occhi che ha colpito il Maestro negli ultimi anni della sua vita, rendendolo praticamene cieco. Ha continuato a pubblicare dettando i suoi libri, ma, inevitabilmente, non poteva essere la stessa cosa, la mano della scrittrice materiale si sente. In particolare, scandalosi i suoi ultimi Montalbano, "Il metodo Catalanotti" e "Il cuoco dell'Alcyone", inconcludenti, con una trama raffazzonata e con un intreccio giallo ridicolo.
Nel complesso, comunque, Camilleri è un autore che non conosce vie di mezzo, o lo si ama alla follia ( come me ) o non lo si sopporta.
Consiglierei, comunque, a chi non lo conosce o a chi lo conosce poco ( magari solo Montalbano ) di leggere qualcuno dei libri che ho consigliato io e, nel caso, di leggerli con mente aperta: un libro di Camilleri non è un "semplice" racconto, è un viaggio che si compie insieme all'Autore: o lo si segue e si "parte" insieme a lui, o non lo si apprezza come merita.
Buona lettura.
Comu? Amara a vossia!
Lassassi stari, signuri bumbole e bii, è megghiu ca ti stai mutu, ca qua a schifio finisce, ah...
Omini d'onnore sugnu, puru n'ammazzatina po' arrinesciri!!! Acqua davanti e ventu darrè!
P.S. sono bravo?... Premetto che non sono siciliano, ho imparato la lingua leggendo Camilleri...
Ho appena letto La scomparsa di Patò: la storia non è narrata, ma affidata alle comunicazioni ufficiali in lingua burocratica, agli articoli di giornale, alle lettere scritte in diverse varietà linguistiche, alle scritte murali ecc. e non succede nulla fino alla fine, mentre abbondano supposizioni, ipotesi, congetture e le pressioni sugli inquirenti.
Mi è parsa un’abile esercitazione letteraria di uno scrittore esperto, un gioco, ma niente di più.
Proverò ancora col Birraio di Preston tanto consigliato, l’ultima chance che do a Camilleri.
Il birraio di Preston
Ho faticato un po’ a finirlo, vista la lingua mista di italiano e siciliano ed anche qui e là di altri dialetti ed i numerosissimi personaggi. Non avrei concluso la lettura se non avessi saputo che il fatto narrato è un fatto storico, citato nella celebre "Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875-76": un prefetto toscano impone la rappresentazione teatrale dell’opera lirica Il birraio di Preston a una cittadina siciliana che s’impunta a non apprezzarla, tra polemiche, intrighi, assassinii, trame che rivelano uno spaccato della società siciliana, dal modus operandi ai favori personali che ciascuno si scambia.
Personalmente l’ho letto come un esempio delle imposizioni che l’Italia unitaria ingiunse alla Sicilia e anche questo pensiero mi ha convinto a finire il libro. Non credo però che leggerò altro di Camilleri. Mi dà sempre l’impressione che il suo fine vero sia giocare con la lingua , in cui è un gran maestro, e nient’altro.
Grazie a Folle ho scoperto che c'era un topic dedicato allo scrittore. Non ho mai visto Montalbano alla tv, anche perchè da 12 anni non ce l'ho più. Un'amica era appassionata ai libri quindi un giorno comprai "La luna di carta". Per mia grande sorpresa scoprii che era metà in dialetto siciliano, ma dopo poche pagine mi abituai e comunque il senso si capisce sempre. Oltre non andai. Quest'anno ho conosciuto una ragazza laureata in letteratura con una tesi su "il re di Girgenti". Il suo professore è uno dei massimi esperti di Camilleri, di cui era anche amico. Mi ha immediatamente consigliato il libro che ho divorato in pochi giorni e che mi ha ricordato per certi versi "I promessi sposi". In questi giorni sto leggendo "La forma dell'acqua" il primo con Montalbano, che trovo magnifico nella sua semplice esposizione e accattivante nella trama. Credo leggerò anche "Il birraio di Preston" e qualcun altro con il commissario.