Premetto che mi interesserebbe di più fare un discorso a largo raggio, di tipo storico-sociologico-culturale, piuttosto che discettare di personaggetti mediocri della cronaca quotidiana come Zingaretti, Salvini, Meloni, Conte, Di Maio eccetera...
La domanda che mi sono sempre fatto, e che faccio a voi, è la seguente: perché in Italia non esiste né é mai esistita, una destra "normale" di tipo occidentale, come è, invece, sempre esistita in Francia, Germania, UK, USA?...
Una destra che appoggi senza infingimenti il mercato, tuteli il sistema capitalistico, abbia come principio cardine l'idea reganiana di puntare a ridurre il più possibile l'ingerenza dello Stato nella vita dei suoi cittadini?...
E che, soprattutto, non si vergogni di quelle idee e non tenti di camuffarle con qualcosa d'altro. Attenzione, ho inserito nell'elenco anche un Paese come gli USA dove, apparentemente, negli ultimi tempi si sarebbe affermata una destra "diversa" da quella tradizionale, perché si tratta, appunto, di una diversità apparente, perché, di fatto, alla prova pratica anche Trump si è comportato come un "normale" Presidente di destra, visto che, pur dopo aver vinto le elezioni con toni populistici ed anti-establishement, ha nominato mezza Wall Street al governo ed ha attuato la classica politica di destra tradizionale "reganiana", abbassando le tasse e tagliando il welfare.
In Italia no: il Italia l'ultima destra degna di questo nome è stato il partito liberale di Giolitti, che, peraltro, nel 1920 si diede la zappa sui piedi favorendo l'entrata dei Fasci di combattimento in Parlamento, pensando di servirsene e findendo invece, per esserne assorbito.
Poi, da allora, i partiti dominanti, dal Partito Fascista alla DC agli attuali partiti di destra, sinistra e centro, hanno solo declinato in salse diverse la stessa "ricetta" statalista, assistenzialista, interventista da pare dello Stato: una ricetta, sostanzialmente, anti-capitalista e contraria all'impresa privata.
L'unico che aveva tentato, o, meglio, promesso, di introdurre anche in Italia una ricetta di destra tradizionale, liberale e liberista, è stato Berlusconi, ma solo per brevissimo tempo, visto che subito dopo aver vinto le elezioni del 1994, ha voltato le spalle a quelle promesse per passare anche lui alla solita minestra statalista e assistenzialista.
Di fatto, in tutti questi anni, io non ho visto differenze sostanziali tra le politiche della teorica "destra", "sinistra" e "centro". L'unica variazione sta nel modo con cui le varie forze politiche tendono a finanziare statalismo ed assistenzialismo: aumentando le tasse la sinistra, aumentando il debito pubblico la destra. Stop, niente altro.
Ora, però, mentre la sinistra fa, sostanzialmente il suo mestiere ( assistenzialismo e statalismo sono nel suo DNA ), la destra no, la destra italiana non c'entra nulla col concetto tradizionale "reganiano/tatcheriano" di destra. ( sì al mercato, si al capitalismo, non allo statalismo, no all'assistenzialismo ).
In Italia, caso UNICO al mondo, se la destra vince, la borsa cade, se la destra perde ( ad esempio dopo le recenti regionali emiliane ) la borsa sale.
Ed allora torno alla domanda iniziale: perché in Italia non riesce non dico ad essere dominante, ma, quanto meno, ad essere dignitosamente in campo, una posizione politica di destra "vera" e non cialtrona, populista e arruffapopoli come quella che abbiamo avuto la sventura di dover subire nell'ultimo secolo?