ma certo, è ovvio;
in Italia non c'è margine per abbassare le tasse davvero, come media, soprattutto perché il fabbisogno statale è elevatissimo; e più la popolazione invecchia, più - a parità di trattamenti pensionistici e sanitari - è destinato a crescere;
c'è la possibilità di redistribuire; solo che i "ricchi" che le tasse le pagano, sono già iper-tassati, mentre tutta l'area grigia dell'evasione è intoccabile, sia - giustamente - quella di necessità - sia - meno lodevolmente - quella che tanto indispensabile non sarebbe;
il tutto dipende dalla ricchezza nazionale - patrimonio/risparmio/investimento - e dalla produttività, le capacità il lavoro - nonché dagli investimenti esteri;
per questo insisto sul fatto che il terreno fiscale è quello su cui si gioca tutta la partita della politica, innanzitutto perché il fisco e la redistribuzione delle risorse sono, effettivamente, l'ultimo grande potere rimasto al governo nazionale; tutto il resto della qualità della vita di ogni persona è definito in un quadro UE, diritti fondamentali, giustizia, ecc... oppure dai servizi decentrati, regioni e municipi, inclusa una quota della tassazione stessa;
e questa partita non si gioca tra una destra e una sinistra che in Italia non ci sono; ma tra aree sviluppate, dove è prevalente l'opinione che le tasse andrebbero riscosse e spese localmente e non distribuite a soggetti politici distanti e non controllabili, come avviene in misura diversa un po' ovunque, in UE;
es.: i tedeschi hanno molta ritrosia e diffidenza all'idea di pagare tasse per finanziare i debiti dei paesi mediterranei, ma gli stessi tedeschi renani fanno lo stesso discorso coi connazionali piantagrane dell'est, che chiedono assistenzialismo; gli anti UE di AFD si sono divisi, tra gli orientali, tendenzialmente neo-nazisti, e gli occidentali, nostalgici della RFT di Bonn