Hai poi visto il film "I duellanti", folle?
Hai poi visto il film "I duellanti", folle?
Bambol utente of the decade
Rileggerò ancora La teoria del tutto. Origine e destino dell'universo (non il libro omonimo biografico), sunto di lezioni oxfordiane da cui venne fuori Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, sempre del magico, stratosferico e favoloso professor Hawking.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
Ho letto roba più difficile anche... Nietzsche Stirner Schopenhauer, solo Hegel non ci provo nemmeno.
Questo libro di Hawking è divulgativo, poi lui aveva una chiarezza e semplicità fantastici nel spiegare cose complesse. Eppoi non ci sono equazioni complesse, è tutto discorsivo, a volte ci mette anche delle battute e dei racconti di vita
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".
Ieri sera ho visto questo film "Spider-Man: far from Home", che è un film del 2019 diretto da Jon Watts.
Film infantile? Non so, a me è piaciuto moltissimo, sono letteralmente innamorato della Marvel Cinematic Univers (Avengers, I guardiani della galassia, X men , ecc.), con a capo Stan Lee.
Secondo me un film molto riuscito e più "ricco" del precedente Spider Man Homecoming.
Adattissimo a sdrammatizzare un po' questo periodo e per dare della carica positiva, cosa che non fa mai male.
Forse la saggezza popolare ci può essere d'aiuto in questi frangenti.
"Una volta la nonna mi aveva dato un consiglio:
“Nei periodi difficili, vai a vanti a piccoli passi.
Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta.
Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani.
Lava i piatti. Togli la polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra.
Vedi?
Stai andando avanti passo dopo passo.
Fai un passo e fermati. Riposati.
Fatti i complimenti. Fai un altro passo. Poi un altro.
Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.
E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”
Tratto da La stanza delle chiavi antiche
di Elena Mikhalkova
Avete anche voi citazioni da fare a tal proposito?
Non so dove pubblicare questo articolo di Demetrio Volcic sulla situazione attuale personale e politica, pubblicato poco fa sul Piccolo, non vorrei che Xmanx vi si fiondasse.
Dicevo ieri che noi non saremo più gli stessi dopo quest'esperienza e pare che anche lui lo pensi. Non metto il link.
Volcic: «Ho visto le guerre, so cosa è l’angoscia. Ne usciremo diversi. E migliori, se uniti»
Demetrio Volcic, noto giornalista ed ex parlamentare europeo. Dalla sua esperienza, professionale e di vita, una riflessione sui tempi che viviamo e su quelli che verranno
«L’Europa è alla penultima campana, servirà un disegno simile al piano Marshall. Ogni rapporto sarà rimesso in discussione»
DEMETRIO VOLCIC 22 Marzo 2020
Sono uno di quelli che mena avanti la vita come prima. Prima del coronavirus, intendo. Sono a casa a Gorizia, leggo e passo il tempo come prima. Non ho nessun cambiamento vero. Ma devo dire che da qualche anno ho difficoltà nel camminare e pertanto le mie uscite erano da gran tempo assai diradate. Mi sono dovuto abituare alla sensazione che – non fatico a capire la difficoltà a adattarvisi – provano le persone alle prese con la claustrofobia e il senso di privazione.
Vorrei provare a mettere assieme qualche riflessione, ripescando dalla memoria e proponendovi il film che mi viene agli occhi montando le immagini del passato anche remoto e quelle della Tv e dei giornali di questi giorni.
Inizio osservando che non ho mai vissuto nulla di paragonabile al flagello chiamato coronavirus. La guerra non ha una vera parentela col virus, oppure la ha a suo modo. Naturalmente durante la seconda guerra mondiale sono stato costretto a vivere barricato in casa. Avevo una dozzina d’anni, non posso dire di aver avuto consapevolezza piena di quanto accadeva. Abitavo con la mia famiglia a Lubiana vicino alla stazione e mi capitava di vedere sui treni le persone che erano state espulse dalle loro case e che i nazisti portavano in Serbia. Raccoglievo i loro bigliettini, che mi chiedevano di recapitare ai loro cari. Ma non capivo bene quanto fosse straordinaria e folle quella situazione. E in fondo, nonostante avessimo i nazisti alla soglia di casa, non avevo nemmeno una paura consapevole. Ma avevo il terrore che portassero via mio padre, ingegnere e figura di spicco della borghesia in città, che lo arrestassero e noi restassimo soli. Ricordo che mio padre andava la sera a giocare a scacchi in un club e io temevo di non vederlo mai tornare a casa.
Se devo richiamare alla mente un’altra situazione di angoscia, e non ne ho vissute poche, penso a quando si andava in Cecoslovacchia durante l’occupazione sovietica, con i carri armati lungo la strada. Ci controllavano tutto, comprese le cineprese. L’ansia che ci scambiassero per qualcuno mandato per sabotare l’invasione prendeva alla gola. Ci costringevano a tenere le mani in alto, la pioggia cadeva sulle mani e poi scendeva giù lungo le braccia. Il freddo accresceva l’angoscia.
Perché racconto tutto questo? Per descrivere che la paura appartiene alla vita e che dobbiamo imparare a farci i conti, evitando di pensare che quel che stiamo vivendo sia l’acme dell’intollerabile.
Ne verremo a capo, come persone e come popolo, come nazione e come Unione europea soprattutto.
Sono da sempre interessato a quanto riguarda la politica estera. Non posso che essere preoccupato per come si sta conducendo questa crisi globale o forse per come la situazione sta conducendo i leader del mondo. Leggo ogni giorno parecchi quotidiani, vedo telegiornali e rileggo molti libri della mia biblioteca che parlano delle grandi crisi del passato. E parlo dunque di preoccupazione, non certo del vivo e acuto sentimento di angoscia che mi pare pervadere gli italiani. Non sono angosciato, perché sono persuaso che tutte le cose trovano un proprio ordine e equilibrio.
Naturalmente non posso evitare la domanda chiave: in che condizioni usciremo? Maturerà una diversità completa. Tutte le nostre ambizioni e speranze vengono sottoposte a una radicale revisione. Sono fermamente filo-europeo e sono persuaso che una vera soluzione possa venire solo nell’ambito europeo. Ho grande fiducia nell’equilibrio che potrà uscire dalle istituzioni europee. E non è una generica speranza, poiché tutti hanno capito il prezzo del disordine attuale. Tutti hanno compreso che occorre lavorare per contenere il peggioramento del quadro generale, si tratta di un comune interesse che riunisce Nord e Sud dell’Europa. La sospensione del Patto di stabilità è una prima risposta corretta, poi occorrerà un disegno strategico simile al piano Marshall. Ecco, in questo vedo una correlazione tra le macerie belliche e quelle che lascerà il virus. Macerie da cui nascerà la ricostruzione.
L’Europa è alla penultima campana. Può riscattarsi solo in presenza di una risposta unitaria e molto forte dinanzi agli effetti economici e sociali indotti dal virus. L’unica via di uscita è l’uscita comune, poiché la pandemia rimescola in modo radicale gli equilibri geopolitici mondiali. Cina, America, Russia hanno un tale peso specifico che sono lì per restare nelle posizioni di comando. A rischiare davvero è solo il Vecchio Continente. E dunque occorre un “serrate le fila”.
Tutto viene rimesso in questione, e non parlo solo dello schema dei rapporti di forza tra le potenze mondiali. Sono interrogati anche la nostra attitudine verso il prossimo, gli assetti sociali, probabilmente il senso e il destino delle religioni, l’articolazione della economia su scala globale, il posizionamento sociale dei partiti e i loro programmi. Tutto il nostro intorno viene chiamato a una riflessione matura e profonda, non procedendo solo per slogan banali e spesso beceri.
Voglio credere per esempio sia una voce singolare e singola quella di chi ha sostenuto che l’epidemia ci costringe a scegliere se curare un giovane o un anziano. Se credessi possa essere presa sul serio questa tesi, per ragioni anagrafiche dovrei essere angosciato e non preoccupato. Perché la tesi può essere proposta anche dopo il virus. E invece in questo frangente occorre avere il coraggio di credere che, dopo questa stagione che pretende di tenere rapporti tra gli uomini solo a distanza – senza toccarsi e senza abbracciarsi – venga il tempo in cui sapremo cogliere il bello di tornare vicini e meno egoisti. —
L'ho visto oggi pomeriggio e della serie Spiderman preferisco gli altri episodi.
All'inizio per via dei protagonisti molto giovani e la trama poco "impegnativa" ho pensato anch'io ad un film più per ragazzi che adulti, poi mano a mano durante la visione è riuscito a guadagnare il mio interesse fino alla fine.
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
Molti musei si sono organizzati mettendo in rete delle visite virtuali, non è come una visita dal vivo, ma trovo sia una proposta molto interessante.
la penso allo stesso modo, pur essendo piuttosto pessimista;
nel senso che non credo troppo all'umanesimo della buona volontà - fatte alcune rilevanti eccezioni - ma il punto è che proprio gli interessi di tutti sono talmente concatenati e interdipendenti in Europa che le soluzioni comuni saranno forzose;
i leader e le grandi idee emergono nei momenti di grande difficoltà, ma le soluzioni sono sempre un po' zoppe, di compromesso;
non mi preoccupa troppo l'economia, nonostante le possibili difficoltà; tutti i paesi hanno tutto l'interesse a far riprendere l'attività e i consumi, a partire da cinesi e indiani;
in Europa le ondate di crisi dovrebbero diffondere la consapevolezza di quanto siano immediati gli effetti di una crisi in un paese grande che è un forte partner commerciale e produttivo, come nel caso del triangolo FR-IT-GER, su cui si regge tutto;
vedo un po' un problema in Francia, soprattutto, perché è molto diffusa una cultura para-grillina e trasversale molto in ritardo nel realizzare i limiti operativi dello stato nazionale e la necessità di cessioni di sovranità; poi, una volta assimilato il punto, di solito quello è il paese in cui si elaborano i grandi principi, sulla base della stessa ostinazione; se i tedeschi sono sufficientemente intelligenti - e credo lo saranno - da concedere un primato politico e militare alla Francia, anche con molta facciata, ma giustificato, visto che è la sola potenza nucleare rimasta nell'UE, magari qualche passo avanti si fa;
non escludo nemmeno che questa crisi finisca per rimettere in discussione anche la questione Brexit, a seconda di come si mettono le cose nell'isola;
come dicevo, una prospettiva ottimistica c'è perché i paesi emergenti non possono fare a meno della domanda europea, soprattutto finché c'è il trombetta negli USA; cioè, se loro vogliono evitare una recessione pesantissima, devono inondarci di credito e commesse, comprare tanto, ordinare, perché se l'UE va in recessione troppo a lungo quelli restano senza sbocchi e pure l'Africa verrà loro contesa in modo radicale.
c'� del lardo in Garfagnana
Speriamo bene, per il momento ho l'impressione che l'Europa si stia sgretolando...