beh, il fine del predicatore da forum è fingere una condizione di potenza, con la predica a significante-feticcio di questa; un'esigenza psicologica dell'individuo-predicatore, che necessita di diverse rimozioni;
a) quella della pluralità oggettiva di dottrine, che riduce ad arbitrio l'elezione di una, e la necessità di confrontarsi con le altre, la concorrenza, su un piano di oggettiva parità dialettica, si trattasse di fare effettivamente proselitismo delle idee: l'utente X sostiene che mi dovrai fermare al semaforo, perché è acceso il rosso; ma, se gli faccio notare che è acceso anche il verde, quello ripete che è rosso e mi devo fermare, anche se si rende conto che ogni automobilista rallenta, guarda e passa, indipendentemente dal colore;
b) a volte delle stesse proprietà aristoteliche che si implicano ordinariamente nel linguaggio; per cui l'utente Y afferma una dottrina, che si intende come contenuto morale, precettizio, ma alla richiesta di un chiarimento sul precetto - al semaforo rosso ci si deve fermare - rivendica la soggettività della percezione dei colori e l'insindacabilità del suo giudizio su cosa sia "rosso";
c) la natura ordinariamente morale implicita nel discorso religioso, equivocato come astrattamente "spirituale";
cioè, si enunciano rimandi filosofici vari sulla fede, sul preteso senso "intelligente" delle manifestazioni del sensibile come legittima attività speculativa, arbitrio individuale, ma omettendo una parte del sistema, e cioè il rimando morale di quei sistemi di idee:
la manifestazione tipica è quella dell'utente X che postula una dottrina morale "divina" che giudica i comportamenti come morali o immorali, quindi come valore pubblico anche di chi non la condivida, ma all'obiezione sul fondamento di quella, si indigna perché l'esterno a quella dottrina si permette di interferire sul giudizio che lo riguarda; ti dice:
la tua libertà sessuale, famigliare, ecc... è degrado sociale, egoismo, edonismo, non va bene, perché lo dice Dio; ma tu non puoi eccepire su quelle premesse o sulle interpretazioni, in quanto esterno alla setta;
e nota che tutte le dottrine "spiritualiste" - anche quelle non agganciate a qualche dottrina religiosa - implicano un qualche giudizio di valore morale, di pregio, esplicito o implicito, nozioni di "alto", "evoluto", "superiore", da perseguire come valore, in qualche modo evinte dalle relazioni osservabili nel mondo sensibile;
col che, penso si possa tranquillamente dire che l'obiettivo del predicatore non sia mostrare una verità cui quello sarebbe giunto, come potrebbe apparire, ma fingere quella dialettica per emulare una propria condizione di potenza da esibire sull'altro, visto che le rimozioni che ho elencato sono macroscopiche e in grande misura consapevoli.