beh, a prescindere dalle opinioni personali, che mi rifiuto di discutere, visto che sembrano essere più manifestazioni di identità che riflessioni ponderate, varrebbe la pena di riflettere sulla dinamica di comunità di tutta questa storia, su cosa insegna; e io vedo alcune cose, cui si dovrebbe fare attenzione:
a) in una stessa comunità, come quella lombarda, si è manifestata a livello schizoide, micro, la scissione tra necessità di lavorare, voglia di fare, e preoccupazione per la salute;
b) nella comunità "nazionale" è diventato chiaro che non esiste un senso condiviso di nulla, e il governicchio di Amleto - nemmeno per colpa sua - constatata l'ovvia disorganizzazione di tutto, perché tutto è stato per decenni gestito in modalità di sotto-governo, per non scontentare nessuno;
le regioni alla fine fanno come vogliono e non è che abbiamo un hardware funzionante di stato, proprio perché il materiale civico, umano, sottostante è del tutto indipendente e particolarista, dato che percepisce la propria esistenza come legata essenzialmente al contesto di prossimità;
cioè, se in Puglia o in Lombardia non c'è una domanda di una strategia nazionale, ma domande schizoidi - aprire tutto, chiudere tutto - o esclusive - chiudo i confini della regione - quando si dovrà ripartire davvero e si dovranno spendere soldi per fare cose, magari tassare duramente, chi sarà in grado di esprimere una sintesi condivisa tra realtà che si percepiscono come indipendenti tra loro ?
se si personalizza in termini di leadership, sfugge proprio la questione, che questo è un paese sfilacciato e rassegnato ad esserlo, che tiene solo per un'osmosi precaria; io temo un nuovo 8 settembre, dovesse ripetersi quello che è successo a marzo, magari nel centro-sud.