direi che è solo una questione di cultura, di modelli, come per ogni cosa;
80 anni fa - ma anche molto meno - era pensabile in nome della Patria sparare in testa ad un bambino, anche solo per obbedire ad un ordine; figuriamoci quanto può essere facile cambiare i propri comportamenti sessuali, se c'è un modello che li inserisce in un archetipo "virtuoso", accettabile;

questo lo fa la letteratura, di livello o popolare, il cinema, la tv e tutto il resto; nella mia generazione non esisteva un modello diffuso "autonomo" di sessualità a minor intensità di quella della coppia stabile; cioè, esistevano modelli reattivi, d'élite, che ci sono sempre stati, come espressione di potenza o contestazione dell'ordine costituito; dai tradimenti aristocratici dei canti trobadorici - il principe può - a Bukowski - l'intellettuale può - passando per Laclos o Sade, poi Maupassant, Tolstoj - gli aristocratici e i borghesi possono, il popolino no - ecc...

io avevo 17 anni 40 anni fa; nel frattempo, sono scorsi quattro decenni di porno-pop nella cultura popolare, al punto che Rocco Siffredi è un simpatico personaggio che pubblicizza le patatine, senza alcuno scandalo o polemica;
40 anni fa, il 95% dei ragazzi non avrebbe nemmeno contemplato la pratica del sesso orale ad una donna, che oggi è la regola numero 1 della sufficienza, e il lato B era considerato il luogo di una prassi anticoncezionale obsoleta, da contadine che volevano evitare più di 12 figli;

oggi, la cassiera del supermercato trova normale rappresentarsi come la partner di un film di Rocco, e mentre passa allo scan il tuo minetsrone surgelato parla con la collega della fragolina che si è fatta tatuare sulla chiappa sinistra il fine settimana scorso e che esibirà in spiaggia; a prescindere da quello che poi pratica in privato, il messaggio diffuso è chiaro;

ora, fatti salvi giudizi e opinioni personali, è un fatto che le generazioni più giovani siano state per decenni a contatto con modelli di comportamento diversi da quelli standard della mia, diventati pensabili e normali nel quadro di archetipi in cui c'è una qualche forma di ordine, che li rende praticabili in un quadro di normalità;

ognuno interpreta un personaggio archetipico con le sue ragioni e giustificazioni; un'amante in una certa epoca non ce la faceva reggere il ruolo della svergognata, senza giustificazioni; dopo 30 anni di letteratura popolare e cinema ha il suo archetipo eroico di paladina dell'amore vero e sacrificale, degno da rivendicare; mentre il marito-padrone parallelamente lo perde; poi diventa altro, e il femminismo le assegna nuovi valori e disvalori, un nuovo archetipo;

certi sentimenti, come il possesso esclusivo e la sessualità come esclusiva di un contesto impegnato ed esclusivo, possono sembrare eterni; ma ci sta che con un immaginario diffuso diverso molte cose potrebbero diventare normali, nel momento in cui si disattiva il riflesso condizionato per cui quell'intimità genera automaticamente determinate aspettative;
in gran parte, credo che per molte persone sia già così, anche se la mia impressione è che per il momento siamo ancora in una fase di transizione, in cui infatti la cosa viene rivendicata come degna di nota, non ordinaria.