che poi, è esattamente il contrario, e Lacan spiega perfettamente la necessità di una morale, religiosa o meno;
se Dio - un limite morale - non esiste, io non posso fare nulla, e non già le cose più nefaste; questo sarebbe il pensiero del suddito, che concepisce solo l'autorità come fonte di morale;
il punto è che senza limiti non si può desiderare nulla; subentra l'angoscia perché potenzialmente tutto è desiderabile, perciò nulla finisce davvero per essere specificato come oggetto di desiderio, come un bambino che abbia a disposizione un numero infinito di giocattoli tra i quali scegliere;
nel mondo paolino-agostiniano-luterano, Dio non interviene più con gli eventi, non si può invocare; ha già iscritto una Legge e chi la segue ne è parte, non suddito che obbedisce;
la persona è credente non perché dice di esserlo, ma perché, nell'affermare una legge che si atteggia ad imperativo categorico, non di convenienza eventuale propria, in quel modo afferma un valore assoluto, anche senza alcuna remunerazione che non sia la virtù stessa.