tornando alla mia tesi, spesso nei discorsi sulla coppia si sente dire che i partner dovrebbero essere "
complici", "non darsi per scontati", "
mettersi in discussione";
difficilmente qualcuno obietta; ma si tratta - quando andiamo ad
aprire il raviolo, come quello di Gualtiero Marchesi
- di formule che implicano molto il percorso che ho indicato;
che significa dire che i partner dovrebbero essere
complici - cioè, partner in qualcosa di trasgressivo, che li pone in contrapposizione alle regole; altrimenti non si è complici, ma semplicemente collaboratori - ?
non
darsi per scontati e
mettersi in discussione, se si esce dalla retorica delle pagine rosa dei rotocalchi, significa pure la disponibilità al rischio e all'instabilità, che deriva dall'emersione di pulsioni in
ombra dell'altro; no ?
faccio un esempio banalissimo e "tradizionale", per semplicità:
i 20enni Pina e Gino si piacciono, modicamente, nell'età di una forte pulsione autonoma;
Pina attraversa un conflitto con la sua educazione e famiglia, che la vorrebbe conservata e relativamente pura; il desiderio di Gino la gratifica in questo senso; diventa una sponda per liberare il suo istinto sessuale, ed essere innamorata legittima questo istinto, rende agibile questa sovversione; anzi, questa agibilità sopravvenuta è una delle ragioni di gratitudine e amore per Gino, il quale le riconosce le sue pulsioni;
Gino attraversa un conflitto analogo con la sua famiglia, ma che non verte sulla sessualità, ma sulla "uomità"
l'attitudine adulta e capace, che gli viene riconosciuta poco; la disponibilità di Pina a metter su famiglia è la sponda di questa
guerra d'indipendenza, sovversione del giudizio paterno di inadeguatezza; di cui Gino è grato a Pina, un ottimo motivo di "amore", cui si aggiunge la potentissima gratificazione dell'amante, spesso iniziatore, sacerdote di erotismo, Portatore di Fallo; la maiuscola non è a caso
fin qui, sono "complici"; sovvertitori di un ordine che li limita, ma al tempo stesso consente loro proprio il desiderio di sovversione, in complicità; quante volte si vedono matrimoni intuitivamente male assortiti, ma favoriti proprio dall'opposizione delle famiglie ?
ora, i due si sposano, fanno un paio di figli, e diventano convenzione; poi emergono altri rimossi; perché il loro traguardo di sovversione originaria è stato raggiunto;
Pina scopre che ha bisogno di lavorare, di vedersi apprezzata come soggetto capace, una volta che la sua identità di persona sessuata si è realizzata e assestata in identità;
Gino, a sua volta, ha il timore che questo nuovo aspetto
ombra, stavolta finisca a sovvertire l'ordine di cui lui beneficia, e cioè il suo ruolo sociale; non è questa la paura di cui si fa carico l'ideologia di Cono ?
quando l'assetto matrimoniale è definito, il tutto assomiglia molto ad una trincea; comune, se ci sono motivi di pressione esterna; sono poveri, accerchiati, in difficoltà, sacrificati, molto occupati coi figli e la divisione del lavoro; tengono, anche, se a prezzo di dover sublimare
l'ombra; che è, conseguentemente, la
soluzione Cono;
oppure due trincee, di nemici; il più delle volte, la stessa sessualità diventa un terreno prediletto di scontro rimosso, il mancato incontro; mancato proprio perché palesa tutti i conflitti e il non detto, si evita; ma è una carenza grave, un avvitamento a precipitare;
quello che prima era gratificante e sufficiente a spingere all'impegno, ora viene messo in discussione in tanti modi, a seconda delle personalità; tutto quello che si può chiedere di più, di diverso, che manifesta instabilità, pulsioni che premono, diventa una minaccia allo status acquisito, e perciò da negare;
non si è più
complici, non ci si
mette in discussione, e si ha l'impressione che l'altro ci abbia acquisiti come oggetti,
scontati;
così, le pulsioni tornano a premere, in condizioni
normali si cerca di tenere in piedi il tutto, ma la cosa implica un enorme dispendio di energie; e ci si nevrotizza o deprime; finché qualcosa o qualcuno, dall'esterno, uno psicanalista, un/a collega d'ufficio, ecc...
rivela la possibilità di sovversione dell'ordine, e il gioco riprende da capo, con la promessa di una trasformazione dell'identità... che suscita "amore" per quel qualcuno che riconosce e legittima quell'identità nuova, fa sponda;
non è una storia come ne abbiamo viste a migliaia ?