Originariamente Scritto da
Turbociclo
Tu parli forse del comunismo delle origini, dell'ideologia marxiana, oltretutto convintamente antireligiosa (la religione è l'oppio dei popoli). L'uguaglianza e la solidarietà erano allora visioni finali di un utopismo storico (di radice hegeliana) che avrebbe portato ad una società senza classi, dopo il passaggio dalla dittatura del proletariato. Quando si scommette in tal modo sul futuro, dopo una pur lucida analisi del presente, è ovvio che si va di gran lunga fuori strada. La perversione arriva già in Russia con Lenin, per diventare mostruosa con lo stalinismo , bieca dittatura di una burocrazia lontanissima dal popolo, feroce e assolutista. Si arriva ad una uguaglianza nella povertà, nel terrore, nella sottomissione assoluta.
Le distinzioni in senso storico fra fascismo e comunismo si possono fare, ma alla fine che importanza possono avere ai fini della comune condanna inappellabile?