è molto questione di culo, del clima in cui si è stati educati e degli incontri;
il punto è che da certe infelicità è facile prendere le distanze, perché si manifestano in modo plateale e grossolano;
ma l'ideologia velenosa e viscida come il serpente si fa strada in modo amichevole e apparentemente virtuoso;
si citano estrapolazioni di pensatori, magari equilibrati e il cui pensiero sarebbe molto più articolato, per rafforzare modi tossici;
così il coniuge realmente e oggettivamente oppresso e trascurato, magari anche istruito o colto, ascolta Galimberti o legge la citazione di Bauman e pensa:
ma forse sono davvero io ad essere egoista, individualista, sbagliato/a... come accade a tante persone già intrappolate in relazioni tossiche e spaventate, trovando così un modo per accettare l'inaccettabile, farsi carico di tutte le storture, nevrosi e sofferenze;
oppure, quella cazzata del Dono; chi abbia figlie femmine, è naturalmente preoccupato della loro sessualità, e questa storia della prudenza appare come sensata; e, in una certa misura, lo è pure, in termini di protezione e contraccezione;
però, siccome si tratta di indorare tante pillole psicologiche da ingoiare nel momento in cui queste figlie - ai maschi non si chiede nulla, trombano e basta, sperando che non combinino guai - questa storiella del Dono sembra confacente e appropriata;
così, senza rendersene conto, i genitori insegnano alle figlie che la loro sessualità non è una cosa di cui dispongono per soddisfare il loro desiderio autentico, ma quello altrui, un Dono, cioè un oggetto di scambio che si dà a chi offra qualcosa di pari valore, che può essere qualsiasi cosa, e non il corrispettivo di desiderio;
il Dono sembra una cosa bella a dirla, evoca gratuità e virtù; in realtà è il paradigma della prostituzione, soprattutto se collocato nell'ideologia del matrimonio; te la do se mi sposi/garantisci uno status...
le famiglie nate in questo modo - in parte inevitabile, va detto - dove davvero la strumentalizzazione dell'altro avviene in modalità merce, sono quelle più infelici, e reggono solo se puntellate da tutto quell'apparato ideologico che qui viene sciorinato come un mantra, nella speranza che colonizzi il subconscio, già abbondantemente invaso da secoli di cazzate.





Rispondi Citando
per la par condicio dello stereotipo mettiamoci pure 

