al contrario; dovresti domandare il perché invece di scagliarti come un toro contro la muleta;
quella che tu chiami assurdità è una prassi diplomatica consolidata, e per ottimi motivi;
lo sai perché il leader non rappresenta se stesso, ma la sua comunità, e un funzionariato diplomatico all'altezza si premunisce esattamente in tal senso;La "cortesia" tra l'altro NON richiesta (che ne sai se quel leader non preferisca ammirare l'opera per come è?)
no... vedi, tu ragioni d'istinto, che è proprio il contrario di quel che serve in queste circostanze;presuppone un rapporto di reciprocità che non esiste, perché se in Iran stanno per impiccare un omosessuale non è che rimandino l'esecuzione perché capiti tu in visita. Quindi, se capiti da queste parti e non accetti la nostra cultura meglio che te ne resti a casa. Ma la colpa di queste genuflessioni in genere NON RICHIESTE è solo nostra e del nostro penoso modo di presentarci inchinati agli altri.
non lo dico io, ma - appunto - una prassi consolidata di secoli:
certe attenzioni le riserva tipicamente il soggetto FORTE del confronto; quando gli americani hanno occupato il Giappone, potevano fare tabula rasa di tutto e umiliare tutto il popolo giapponese nei suoi simboli e credenze, lasciando covare un odio inestinguibile, tipo faida;
invece, sono stati attentissimi a rispettare certi simboli, benché duri nei processi ai criminali di guerra, e in qualche misura ingiusti, vista la differenza di culture;
certo che in Iran non cambieranno da subito determinate politiche; ma un concetto come se capiti da queste parti e non accetti la nostra cultura meglio che te ne resti a casa è buono per il popolino frustrato e ignorante, tifosi in cerca di rivalsa; non per lo stato;
la diplomazia - e praticamente tutto il diritto internazionale - è tra soggetti che si sono riconosciuti come pari; pertanto, la prassi deve osservare e compensare, perché il tutto si gioca sulla moral suasion, non sul ricatto se non fai come dico ti bombardo e ti spiano;
tutte le distensioni, i processi di ammorbidimento, da sempre partono da un'offerta di dialogo e apertura del soggetto più forte, il quale si può permettere - proprio perché più forte - di consentire vie d'uscita non umilianti o imbarazzanti all'avversario, per non farne un irriducibile;
quando ci fu la crisi dei missili a Cuba, gli USA offrirono il ritiro dei loro missili in Turchia, per mettere in condizione Krushev di non presentarsi ai suoi come sconfitto e umiliato;
analogamente, se cerchi interlocutori moderati nei paesi di tradizione islamica concederai loro gesti simbolici che a te costano zero, o concreti, che hanno un costo, ma anche un rendimento, e che consentono a quel leader margini di manovra interni a fronte di chi potrebbe criticarlo da posizioni estreme;
funziona così, sempre; si preferisce tenere un paese deviante in un consesso multilaterale proprio perché così si può giocare ad un dare-avere, invece di trasformare un un dissidio in conflitto aperto e scontro di orgoglio nazionale, identitario, ecc...
non è una logica complicata da capire; sei intelligente, e se fai mente locale ci arrivi subito, perché è prassi intuitiva di qualsiasi negoziato; se vai a Porta Portese e chiedi uno sconto al bancarellaro che chiede 100, anche se immagini ragionevolmente che potresti comprare a 60 non esordisci con "60 o niente", perché sai per intuito che il venditore non ti darebbe quell'oggetto nemmeno ad un prezzo superiore allo sperato se questo gli costa l'umiliazione di accettare il diktat; perciò, gli devi offrire una via onorevole di cedimento...
siamo una civiltà di libertà e laicità estrema; la nostra cultura straripa ovunque, coi suoi modelli pervasivi di socialità, relazione, sessualità, ecc... non è che una concessione formale ad un leader islamico fa di noi una cultura subalterna o inginocchiata.