Ci sono due modi per analizzare ciò che è successo ieri notte a Napoli.

Il primo modo è quello di generalizzare ed etichettare l’accaduto.

Si fa in questa maniera di tutta l’erba un “fascio”, ovvero si tacciano come estremisti di destra o camorristi tutti i partecipanti alla rivolta. Con straordinaria disonestà intellettuale, si dimenticano le migliaia di commercianti, partite iva e lavoratori di ogni tipo che sono scesi per strada senza toccare nulla.

Ciò permette di continuare a vivere nel proprio bozzolo di granitiche certezze. Certezze somministrate quotidianamente dai corrottissimi media italiani, al guinzaglio dei fautori del folle Lockdown. Tutto appare più semplice e rassicurante: sono scesi per strada fascisti e camorristi, nulla a cui dar peso. Anzi, bisognerebbe sparargli! (sic)

Tale modo di ragionare è il preferito in assoluto da coloro che, dallo status quo, hanno tutto da guadagnare. Dai servi di regime ai parassiti, dai tifosi politici ai carnefici della nazione. Sarà così anche stavolta.

Invece, il secondo modo di analizzare le proteste di Napoli è guardare le cose dall’alto.

Così facendo, appare chiara la natura eterogenea della protesta e, soprattutto, il grado di malessere della popolazione. I lati oscuri e gli eccessi, certamente condannabili, si dimostrano tasselli di un mosaico ben più ampio.

Da una prospettiva rialzata, la devastazione economica non ha bandiere politiche, né ideologiche. Negozi chiusi, fabbriche abbandonate, attività di ogni genere in rovina. File di senzatetto alle mense della Caritas, disoccupati, precari, intere famiglie sull’orlo della povertà estrema.

Il panorama è desolante: l’Italia è in ginocchio. E la stessa classe politica che l’ha trascinata nel fango, privandola delle leve economiche essenziali (la propria moneta, in primis) e servendola agli appetiti stranieri, ora assesta l’ultima pugnalata al Paese.

Le parole del virologo Giorgio Palù, professore emerito dell’Università di Padova e past-president della Società italiana ed europea di Virologia, danno un’idea della malafede di questo esecutivo: “Il 95% dei contagiati è asintomatico, basta con l’isteria!”

La realtà ha il brutto vizio di fregarsene del grado di consapevolezza e di onestà dei singoli. E prima o poi bussa alla porta di tutti. Proprio di tutti.

Matteo Brandi