no, questo è il capitalismo; si chiama "economia di scala": chi è più grande comprime i costi, così è in grado di praticare prezzi inferiori e vende di più; tu, a parità di prodotto, non vai dove spendi meno ?
sì, dal fiscoL'obiettivo è spazzare via tutti i piccoli imprenditori (lo scheletro economico della nostra economia e dello stile di vita italico), troppo "anarchici" e poco controllabili.![]()
l'obiettivo![]()
il problema dell'economia italiana è proprio quello "stile italico" di cui vai fiero, per il motivo che ho spiegato prima:
il piccolo imprenditore è inefficiente per definizione, fatti salvi alcuni rari settori di nicchia;
se tratta beni o servizi maturi, a basso valore aggiunto, le sue piccole dimensioni lo vedono soccombente proprio per le economie di scala; chi compra un milione di bottiglie di Cola ottiene un prezzo migliore di chi ne compra mille, ha costi di trasporto più contenuti per pezzo, smuove più soldi e questo gli garantisce prestiti a tassi minori;
se tratta beni o servizi più sofisticati ha meno capitali da investire in Ricerca & Sviluppo e in personale qualificato, e soccombe per questo;
i grandi gruppi "italiani" sono pochi, perché quello "stile italico" che piace a te è figlio di una non-cultura dell'impresa; classicamente, il piccolo imprenditore italiano - ma anche i professionisti - non investe nell'impresa; chi lo ha fatto - pochi, ma notevoli, gente come Ferrero o Del Vecchio che compra imprese all'estero, senza che i Pulcinella italici si indignino per questoE fare in modo che siano costretti a chiudere e a vendere ai grossi gruppi cinesi, tedeschi, francesi, americani. I gruppi di èlite del globalismo e del neoliberismo internazionale.
di solito, il commerciante o il piccolo industriale, sono gelosi del proprio controllo; non vogliono consorziarsi, né innovare, vogliono tenere il "posto" per i figli, anche se sfaccendati, stupidi o non all'altezza; così, restano piccoli e investono i profitti nelle rendite: comprano appartamenti da affittare, magari immobili di prestigio, ecc...
così si sottraggono al rischio d'impresa e alla necessità di affrontare i cambiamenti, mettere un figlio del popolo manager, che ha studiato, al posto del figlio scemo o sfaccendato, evitare discussioni in famiglia; storie così, le conoscono tutti, perché sono la regola;
Comprati dai cinesi: altri tre storici bar del centro di Venezia si sono arresi.
VENEZIA - Tre bar a conduzione veneziana a fine marzo diventano cinesi. Non è certo una novità nel panorama commerciale della città, ma la loro particolarità è che si trovano condensati in trecento metri, tutti nella fondamenta di Cannaregio. Insomma, invece della manifestazione inaugurale del Carnevale, presto sarà più facile che le rive del rio di Cannaregio ospitino i draghi del capodanno cinese, anche perché un quarto bar, posto di fronte alla fermata dei Tre Archi, è già da tempo cinese.![]()
e allora ?
idem per Brescia:
peraltro, hai fatto l'esempio più stupido di tutti:Hotel, bar e ristoranti: cosa comprano i cinesi in provincia di Brescia
"Mollo tutto e vendo ai cinesi": hotel e ristoranti, nel Bresciano affari per 20 milioni
Sono più di 60 gli annunci di attività commerciali in vendita in provincia di Brescia dedicate agli investitori cinesi: un affare da oltre 20 milioni di euro.
non è che i cinesi smontano il bar veneziano o l'hotel bresciano e se lo portano in Cina, eh...
devono costituire società italiane che pagano le tasse in Italia, esattamente come facevano il cav. Maggi o il comm. Frassoni di Brescia, i quali si intascano i loro milioni e ci fanno i caxxi loro senza la preoccupazione di dover lavorare in perdita;
evidentemente, quei cinesi sono più bravi e riescono a far fruttare quell'economia, che resta sul territorio;
a me che caxxo me ne frega che il titolare si chiami Frassoni o Wu ? che mi cambia ? se devo fermarmi a Brescia in albergo mi interessa che l'albergo funzioni e abbia un rapporto qualità/prezzo ottimale, come per tutti i consumatori; se il cinese è capace e l'italiano no, mi sta benissimo; è un'Italia che funziona meglio;
ristorazione, bar e alberghi sono settori che conosco bene, per averli frequentati a lungo, in Italia e all'estero, e anche perché la mia ex-storica ci lavorava; oltretutto le mie due città sono tra le più turistiche del mondo;
albergatori e ristoratori italiani, ma anche i bar e servizi adiacenti ai grandi hub turistici, sono spessissimo ripiegati sulla rendita e sulle furberie: le zone ad alta concentrazione turistica o di passaggio per lavoro consentono posizioni di rendita - il ristorante pessimo nel centro di Roma che fa pagare 30 euro le famose "fettuccine all'Alfredo" ai turisti giapponesi e sputtana tutto il settore; beh, se il sig. Proietti fallisce e si leva dai coglioni e arriva qualcun altro, io sono più che contento; la famiglia Tredicine ha il monopolio del commercio ambulante; concessioni dubbie a due spicci per vendere a 5 euro mezza minerale vicino S. Pietro; eccolo lo "stile italico" che piace a te...
che poi, i cinesi... mi fermo spesso a prendere il caffé dai cinesi in piazza Amati, zona S. Siro, dove stavano i miei; ai tavolini ci sono i vecchini che giocano a carte, tutti calabresi o siciliani; non vedo il problema; se non sono in sovrappeso, mi sparo anche una cassatina alla pasticceria siciliana accanto;
quei cinesi tengono aperto un bar che altrimenti sarebbe chiuso, perché - al contrario degli italiani - si accontentano di guadagnare poco e rendono un servizio alla comunità, pagano un fitto al proprietario - italiano - del fondo, ecc... idem per la coppia di sarti da cui poco fa ho ritirato un paio di pantaloni - orlo, 4 euro - e un pullover che aveva bisogno delle toppe ai gomiti - 5 euro; occupano un fondo, animano il quartiere, rendono un servizio a prezzi contenutissimi; dov'è il problema ? nei loro occhi a mandorla ?