Originariamente Scritto da
axeUgene
l'astrazione a cui mi riferivo era quell'idea di un ricerca di piacere in una situazione da cui possono essere espunti gli aspetti di relazione;
la prima preposizione sarebbe ovvia, dato che il nostro sistema sensoriale e di gratificazione è - appunto - nostro e non dell'altro; ma non si capisce in cosa consista la condivisione, perché in questo caso si tratterebbe di una mera strumentalizzazione meccanica, come con un vibratore o una bambola gonfiabile;
questo può essere un interessante punto di partenza: di quale "pericolo si tratta" ? e quell'intimità è una circostanza mitologica, oppure una condizione - eventualmente misurabile - di conoscenza e capacità di contare sulla gratificazione altrui come condizione rassicurante ?
perché se io conto realisticamente sulla capacità di essere gratificante nel mio standard le mie prestazioni risultano indubbiamente migliori, e allora quell'intimità che consente quella percezione non è più finzione astratta, ma circostanza concreta di peso notevole;
beh, ma quell'intimità non opera proprio come empatia in termini di performance ? terra terra, si tratta di informazioni che vanno utilizzate, come la conoscenza o la capacità di capire determinate esigenze, fisiologiche o psicologiche, stabili o del momento;
non mi piace raccontare i fatti miei, ma nella psico-sessuologia c'è una gran profusione sulla questione "preliminari", che magari è un aspetto peculiare in certi modelli relazionali americani, per la diversa educazione; ma a me sono capitate molto più spesso partner che preferivano la penetrazione quasi da subito, per motivi che possono essere i più diversi, e che costituiscono un senso operativo alla questione dell'intimità e conseguente empatia, così come molte altre richieste non sempre intuitive in termini di meccanica del gesto;
vabbè, io non faccio certo statistica, coi miei numeri; forse quelle capivano d'istinto che sono poco bravo coi preliminari