Originariamente Scritto da
doxa
25 dicembre: Nascita di Gesù
Per ellissi, il sostantivo "Natale" deriva dalla frase in lingua latina “
diem natālem Christi” ("giorno di nascita di Cristo").
“E’ nato Gesù”: “natus esset jesus”.
Gesù è l'adattamento in italiano del nome aramaico Yeshu'a, greco biblico Iēsoûs e in latino biblico Iesus ; si tratta di una tarda traduzione aramaica del nome ebraico Yehoshu'a (= Giosué), che significa “YHWH” è salvezza” o “YHWH salva”.
Gesù è creduto figlio di Dio dai cristiani; l’ebraismo non lo considera il Messia né che abbia caratteristiche divine. Per l’ebraismo rabbinico il Messia non si è ancora manifestato; per i musulmani Gesù è soltanto un profeta.
Comunque, uno dei brani più interessanti nella letteratura evangelica è l'incipit del vangelo secondo Giovanni.
Secondo la tradizione l’apostolo Giovanni elaborò il suo Vangelo in lingua greca, ma nel testo ci sono anche latinismi ed ebraismi; nel testo si ipotizza l’intervento nel tempo di più persone; fu completato nell’anno 100 circa.
Questo vangelo è diverso dai tre sinottici: ci sono meno parabole, meno miracoli, non vi è accenno all'eucaristia, al Padre nostro alle beatitudini. Compaiono invece nuove espressioni per indicare Gesù.
Dal prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1):
“In principium erat verbum / et verbum erat apud deum / et Deus erat Verbum.”
(= In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio”).
(Gv 1, 14):
“Et verbum caro factum est / et habitavit nobis”
(= E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi;…”).
Il latino “Verbum” traduce il greco Logos. In termini filosofici è un'idea astratta, un concetto, che si è concretizzato, rendendosi visibile, ascoltabile, toccabile. in una determinata persona, cioè a Gesù come Verbo di Dio.
I teologi considerano l’incipit dell’evangelista Giovanni (1, 1) importante per la fede in Gesù = Dio, in connessione con l'idea che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano uguali.
L'accademico e teologo americano Stephen L. Harris afferma che l'autore (autori) del Vangelo di Giovanni ha adattato per Gesù il concetto del Logos di Filone d’Alessandria, che considera Dio creatore e origine dell’ordine dell’universo (cfr, Libro dei Proverbi 8, 22 – 36).
Filone fu un esponente del giudaismo alessandrino (Alessandria d’Egitto). Egli incorporò nella sua teologia il logos della filosofia stoica, connettendolo al tema biblico della “parola di Dio”, alla volontà creatrice e provvidente di Dio; la Parola a cui si unisce o sostituisce, con valore di sinonimo, la Sapienza.
Filone fu “ispirato” anche dal “Timeo” di Platone per quanto riguarda il Dio trascendente rispetto al mondo.
Il logos è lo “strumento” con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed è la Luce divina offerta agli uomini.
Nella dottrina di Filone ci sono temi e concetti poi presenti nella religione cristiana.
Il lemma greco antico “lògos” è tradotto in latino con la parola “
verbum” (che per la Chiesa indica la seconda persona della Trinità), in ebraico:
“davar”.
Il prologo giovanneo sul logos (l'uomo Gesù = Dio) ripete lo schema della "Genesi", primo libro della Torah, riallacciandosi così a tutta la tradizione dell'ebraismo dell'Antico Testamento.
segue