
Originariamente Scritto da
axeUgene
scusa eh... ma qui tutti siamo nati, e abbiamo ricevuto quell'imprinting alla "vita", quei "valori";
se le generazioni di ora fanno meno figli, o non ne fanno, quello che giudichi come un fallimento non va a carico loro, ma - eventualmente - di chi abbia mostrato quell'esempio;
se le tue figlie decideranno di lavorare e non fare 5 figli come Cona, l'implicito forzoso è un giudizio negativo su quell'esistenza, un rifiuto di emularla;
e io posso capire il tuo disdoro; ma mi sembra evidente che questo, più che dalla preoccupazione genuina per la felicità delle nuove generazioni - di cui sanno e sono responsabili solo loro - questo sia dovuto al fatto che quelle scelte diverse dialetticamente svalutano le tue e il tuo modello di esistenza, evidentemente sofferto e conflittuale;
chi è felice delle proprie scelte non va a guardare e giudicare quelle altrui; se vado in una trattoria in riva al mare e vedo dei ragazzi al McDonalds di fronte mi viene da sorridere e penso che tra 10 anni organizzeranno delle belle cene di pesce in casa o in quella stessa trattoria; ma se vado a catechizzarli, vuol dire che sono poco contento della mia grigliata e in fondo invidio il loro crispy; o forse la loro giovinezza.