Originariamente Scritto da
gillian
Spiegazione del quesito sull'eredità dei 17 cammelli proposto.
La soluzione del cammello in prestito, imposta dal defunto, pur avendo lasciato soddisfatti i tre fratelli in realtà non fu aritmeticamente e affatto rispettosa del testamento.
In realtà il problema di dividere un numero primo per altri divisori senza resto, vale solo se il divisore è lo stesso numero primo, e il non risolvere questo problema lo si può solo aggirare
Infatti il defunto avrebbe dovuto ricevere 1/2 di 17 cammelli, che vuol dire 8 cammelli e 1/2 e invece ne ebbe 9, ossia 1/2 cammelli in più;
il primo figlio avrebbe dovuto ricevere 1/3 di 17 cammelli,che fa 5 cammelli e 1/2, invece ne ebbe 6, cioè 1/3 di cammello in più
Il secondo figlio avrebbe dovuto ricevere 1/9 di 17 cammelli, che vale 1 cammello e 8/9 e invece ne ricevette 2, ossia 1/9 di cammello in più. Così le parti dei 17 cammelli delle quali i tre fratelli si appropriarono secondo la sentenza del padre, riunite insieme, fecero sparire quel cammello quasi intero che avrebbe dovuto rimanere dopo fatta la divisione.
Si poteva ricorrere ad un espediente: aggiungere un cammello e poi farlo restituire ad una persona di servizio ... ma potrebbe soltanto per mascherare questa alterazione dell' unità (l'eredità).
Se il padre dei tre figli avesse aggiunto al testamento una piccola clausola, con la quale avesse deciso che, fatta la divisione, fra i tre figli, il resto dell'eredità sarebbe andata ad un servo, sicuramente un ipotetico magistrato furbo non avrebbe scelto l'originale espediente ed avrebbe sentenziato:
- Cari miei, il 17 è un "numero primo" e non c'è barba di servo, che possa riuscire a dividere 17 cammelli altrimenti che fra 17 persone. Perciò vendete i cammelli, dividete fra voi quello che vi spetta, e portatemi il resto, perchè un resto ci deve essere e non facciamo scherzi, perchè con quello dovrete pagare il mio onorario! -