Originariamente Scritto da
gillian
[B][COLOR="#0000CD"]All’inizio del mio thread avevo manifestato la mia personale visione del rapporto tra Dio religione e scienza e sono stato democraticamente demolito dai soliti bibliologi che imperano nel sito i quali ti dicono come la devi pensare e quale deve essre la tua visione nel merito, sempre nell’ottica della democrazia o teocrazia religiosa.
Bene! Ho deciso di cambiare strategia, invece di riportare i miei pensieri riporto quelli di altri pensatori, che ovviamente saranno certamente tutti dei cialtroni… ma è come dire i pensieri di gillian sono della cavolate ma “carta canta”!
Non vi piace il minestrone? Bene! Non avete ancora assaggiato il minestrone alla Genovese che si mangia freddo ed è così denso che per assaggiarlo avete bisogno di tagliarlo col coltello.
N.B. Le frasi in corsivo provengono da fonti certe che io numererò e riporterò in calce alla fine del … minestrone! Le altre frasi a carattere normale sono le mie considerazioni nel merito.
La Genesi si presenta come un'opera eziologica che ha inizio con la creazione del mondo, per poi raccontare di come Dio creò gli esseri viventi e, in ultimo, l'uomo. Segue la storia dei primi esseri umani e quindi delle origini del popolo di Israele, incominciando dalla vita dei suoi patriarchi (1)
Opera eziologica … mi sembrava che questa parola venisse usata nei testi scientifici sull’evoluzione della vita, nell’etologia di Konrad Lorenz nel “cosiddetto male” o “L’etologia” … vediamo bene che cosa significa eziologia.
L'eziologia è la parte della scienza che si occupa di ricercare le cause che provocano certi fenomeni. Il termine deriva dalla lingua greca (αἰτία, 'causa', e λόγος, 'parola', 'discorso') ed è utilizzato in medicina, diritto, filosofia, fisica, teologia, biologia e psicologia. In linea generale, si tratta dello studio e dell'approfondimento sul motivo per cui alcuni eventi o processi si verificano, o addirittura sulle ragioni che si nascondono dietro determinati avvenimenti.(2)
Ma guarda un po’,… non ho ancora incominciato e mi trovo tra i piedi la parola scienza, ho sempre pensato che nella Genesi la parola scienza fosse out ed invece la Genesi si occupa proprio della ricerca delle cause per spiegare il fenomeno “creazione”.
Ma veniamo alla evoluzione generale della religione … la parola chiave è eziologia metastorica.
IN PRINCIPIO … ALLEANZA E RIBELLIONE ALL’ORIGINE DELL’UMANO. IL RACCONTO DI GENESI 1 - 11
Da Origini e origine …
Quali origini? Se ancora oggi leggiamo e studiamo le pagine iniziali di Genesi è perché siamo convinti che esse rappresentino una straordinaria e provvidenziale via d’accesso al mistero delle origini. Ma qui dobbiamo subito fare una precisazione. Quando parliamo di origini, di preciso, che cosa intendiamo? Quando diciamo che i primi capitoli di Genesi ci aprono una finestra sulle origini che cosa intendiamo? Per un certo tempo si è pensato che il testo biblico, in forza della sua ispirazione divina, ci offrisse un quadro reale di ciò che effettivamente accadde in principio. Si è pensato che le pagine di questo testo potessero svelare il mistero della formazione dell’universo, descrivendo i processi che avrebbero dato forma al mondo così come lo conosciamo. Si è pensato di poter trovare in queste pagine informazioni preziose e sicure circa la comparsa dell’uomo sulla terra e circa la sua differenziazione sessuale. E si è pensato che tali pagine potessero essere un resoconto affidabile dei primi passi compiuti dall’uomo sulla terra in questo mondo.(3)
E il testo prosegue parlando di che cosa … della scienza … oh mio Dio! Non l’avrei mai pensato…
(1) la voce della scienza .
Questo fino a quando nel nostro mondo occidentale ha incominciato a farsi viva la voce della scienza. E mi riferisco in particolare alle scienze sperimentali che stabiliscono la natura dei fenomeni con precisione, rigore e verifica. Sotto l’impulso di queste scienze la visione del mondo comincia a cambiare: la rappresentazione del mondo offerta dal testo biblico, fino a quel momento, accettata senza contestazione, sembra non apparire più così verosimile e così affidabile. L’astronomia, a partire da Galileo e Copernico, dà progressivamente forma ad una cosmologia che ribalta completamente i presupposti della visione biblica. La paleontologia, scopre l’apparire dell’uomo in varie zone molto distanti l’una dall’altra, così da mettere in discussione l’origine unica, il monogenismo, l’unica origine di natura divina e quella discendenza da Adamo che giustifica la trasmissione del peccato originale. Il colpo definitivo arriva con la teoria evoluzionista che ricostruisce l’origine degli esseri viventi in maniera differente da quella della Genesi, prevedendo una serie di passaggi da una specie all’altra. Non, quindi, la creazione di ciascuno secondo la sua specie, ma una graduale trasformazione di forme primitive in forme sempre più diversificate e complesse.(3)
Ma guarda! Mutatis mutandis sembrano le parole di gillian … si parla di astronomia di Galileo … di evoluzionismo … penso che avrei potuto scriverlo anch’io quell’articolo.
Ma vediamo il contributo che le materie letterarie hanno dato a sostegno della biblica genesi dell’universo della natura e per ultimo dell’uomo.
(2) il contributo delle discipline letterarie.
Non fu però solo il contributo della scienza a minare la credibilità del testo biblico. Accanto alle questioni sollevate dalla scienza vi sono anche quelli che provengono dagli studi delle discipline letterarie. Tali discipline hanno fatto enormi scoperte soprattutto a partire dal secolo scorso. Si è scoperto ad esempio che questi racconti di Gen 1-11 non sono affatto esclusivi a Israele, ma comuni a quelli dei popoli vissuti nell’area mesopotamica e in Egitto. Gli stessi contenuti, le stesse trame, gli stessi generi letterari, gli stessi nomi a volte. La cosa capite qualche imbarazzo lo crea: il credito concesso a questi racconti era motivato dalla convinzione che essi fossero unici, diversi da tutti gli altri perché contenenti una rivelazione proveniente direttamente da Dio.
Scoprire che questi racconti altro non sono che una versione particolare dell’immaginario comune con cui il mondo antico ha interpretato l’origine del mondo ha sgretolato questa convinzione, lasciando affiorare dubbi profondi circa l’utilizzabilità di questi testi come strumento affidabile per svelare l’enigma delle origini. Ci si è chiesti la ragione per cui si dovesse continuare a riconoscerli autorevoli, e perché dovessero meritare più credito di quanto si è disposti a concederne ad altri miti cosmogonici dell’antichità. Ma non è tutto: l’indagine letteraria, attraverso la letteratura comparata, ha messo in evidenza il particolare genere letterario di questi racconti mostrando come essi non sono stati né pensati, né costruiti per svolgere la funzione di un resoconto descrittivo di un evento storico: loro funzione è piuttosto quella di aprire un varco perché si possa comprendere il significato profondo di tutto ciò che esiste. La riflessione sui generi letterari ha avuto il merito di spostare l’accento nella giusta direzione, aiutando non solo gli studiosi della Bibbia, ma chiunque voglia confrontarsi con essa, a capire che è importante porsi la domanda giusta, e la domanda giusta è quella circa il senso(3).
[I]La domanda che emerge leggendo queste pagine della Bibbia è una domanda sul senso… Che cosa vuol dire? Che l’intenzione che ha guidato gli autori di queste pagine non è quella di fornire una resoconto preciso dei fenomeni che portarono alla formazione dell’universo così come lo conosciamo. Non avrebbero mai potuto farlo perché privi delle conoscenze scientifiche necessarie per tentare una simile impresa. Ma soprattutto non avrebbero mai voluto farlo: l’autore biblico, infatti, è convinto che tutto ciò che riguarda le origini sia un enigma la cui conoscenza appartiene solo ed esclusivamente a Dio. Ricorderete forse la bellissima pagina di Giobbe, quel capitolo 38 che è non solo un capolavoro di poesia, ma anche una delle prime attestazioni bibliche circa la creazione (sappiamo, infatti, e lo vedremo meglio cammin facendo, che l’idea della creazione entra a far parte della fede biblica piuttosto tardi). Ebbene in quella pagina Dio rivolge la sua parola a Giobbe dicendogli:
« Dov’eri quando gettai le fondamenta della terra? Dillo, se sei tanto esperto! Chi fissò le sue misure? – di certo lo sai! – Chi vi tese sopra la corda? In che cosa furono immersi i suoi basamenti? Chi gettò la sua pietra angolare, mentre le stelle del mattino gioivano insieme e tutti i figli di Elohim applaudivano?
Ma c’è anche un altro particolare che ci dice come l’autore biblico non avesse nessuna ambizione di violare il mistero dell’origine. Nei vari commenti rabbinici che sono stati scritti a margine del racconto della creazione c’è n’è anche uno dove i maestri di Israele si interrogano sul motivo per cui la bibbia inizi con la lettera “ Bet ”, cioè con la seconda lettera dell’alfabeto ebraico e non con la prima che è invece “ alef ”. Tra le tante risposte possibili ce n’è una particolarmente suggestiva e perfettamente calzante con quello che stiamo dicendo. Il motivo, dicono i maestri di Israele, è che ciò che sta prima della “bet” è per noi inaccessibile: il “principio” rimane fuori dalla nostra portata. L’uomo arriva a conoscere da un certo punto in poi: ciò che sta prima è un segreto custodito nella mente di Dio e a cui solo Dio ha accesso. Ecco perché sarebbe un errore, tanto grossolano quanto pericoloso, attribuire al testo biblico una competenza che non ha, e cercare nelle prime pagine di Genesi informazioni scientifiche o storiche che la Bibbia non può dare. Ed errore sarebbe pure cercare delle corrispondenze o delle concordanze tra ciò che dice la Bibbia e ciò che dice la scienza, quasi si volesse affermare che in fondo in fondo la Bibbia ha ragione. Certo le cose che dice le dice con un linguaggio diverso da quello della scienza, ma la sostanza alla fin fine è la medesima.(3)