Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
allora. la chiesa non è una associazione di diritto privato.
non per il lucro, ma è comunque solo un ente morale, di nessun rilievo pubblico; se domani i vertici Vaticani decidessero per loro motivi di sciogliere l'istituzione "Chiesa cattolica", nessuna disposizione di ordine pubblico lo impedirebbe a tutela di chissà quale pregio e valore di ordine pubblico, esattamente come per qualsiasi altra chiesa;

se si permette di intervenire nel contesto della vita pubblica con le sue prese di posizione è solo e soltanto perché "legalmente" legittimata a farlo
esattamente come Confindustria, te o me;

l'italia non è prettamente uno stato laico, in quanto tutte le confessioni religiose, e quindi anche la cattolica, al pari di quella buddista o induista o islamica o ebraica, previo concordato del 1984, sono parimenti legittimate a far sentire la propria voce all'interno del contesto statale e quindi anche a livello di iniziative e iter legislativi.
non c'entra la laicità; qualunque soggetto può esprimere considerazioni politiche, purché non violi la legge;

parlare delle tendenze sessuali non "canoniche", cioè condannate dalla chiesa, è diffamazione se si limita in via di principio e "basta" a condannarle. ma se ci sono o si vogliono adottare provvedimenti legislativi conseguenti a quel tipo di inclinazioni, allora tu capisci che c'è un conflitto di interessi tra stato e prevalentemente "chiesa cattolica", anche se l'omosessualità o meglio la sanzione legislativa delle conseguenti istanza si profila all'orizzonte. ripeto che non si tratta di diffamazione ma di un legittimo intervento da parte delle istituzioni cattoliche sempre sulla base di un rapporto di collaborazione a carattere internazionale, quale previsto dai concordati.
quanta confusione hai in testa... qui non c'è alcuna collaborazione internazionale, ma ricorre solo una questione: lo stato italiano dispone - per chiunque, non per la sola Chiesa - la facoltà di istituire scuole, in teoria senza oneri per lo stato stesso;
ma queste scuole devono impartire un'educazione lecita e non è ammesso che vi si insegnino dottrine contrarie alla legge per contenuto diffamatorio;
se io voglio fondare una "scuola veneta", dove, oltre alle materie curriculari, insegno dialetto e tradizioni locali, lo posso fare;
ma se poi i docenti argomentano che i meridionali sono propensi al disordine e sospetti - mafie e mafiosi da lì vengono - non posso; è chiaro ???

se tu vai ad esempio in canada, non vedi una chiesa, parlo di edificio di culto, da nessuna parte. questo è un effetto che deriva dal fatto che anche gli edifici di culto sono stati banditi dal contesto sociale,
cambia spacciatore

l'insegnante che va detto, è liberissimo di insegnare le materie del "programma" non ha tuttavia la facoltà di discostarsene, e di esprimere conseguentemente le proprie idee come semplice cittadino, perché il suo proprio ruolo sociale lo vieta. ad esempio nelle scuole di ogni ordine e grado non si può parlare del proprio punto di vista "politico" da parte del docente, come non si può contestare una legge perché contraria alle idee dell'insegnante in questione.
esatto; e questo è proprio il motivo del contendere;
anche nelle scuole parificate non si possono insegnare contenuti falsi per avvalorare l'impostazione ideologica di quella scuola;
puoi dire: che bello il matrimonio indissolubile tra uomo e donna, a noi piace questo e la società che sia fondata su questo modello di famiglia, così come esaltare la bellezza delle tradizioni e della cultura veneta; ma non sostenere che altre forme lecite di sessualità e famiglia, o l'appartenenza ad una cultura meridionale rappresentano minacce sulla base di osservazioni diffamatorie;

il giudizio di valore dell'insegnante cattolico è consentito ma a patto che chi intende partecipare a quel tipo di lezioni può farlo al pari di chi non vuole e non lo fa. l'adesione alla educazione cristiana è facoltativa e i LGBTIQ sono perfettamente legittimati a non ricevere quel tipo di istruzione, ma da questo a legittimare i comportamenti omosessuali nelle scuole direi che il passo mi pare abbastanza più lungo della gamba.
infatti, non c'è nulla da legittimare, dato che si tratta di comportamenti leciti; si tratta solo di non diffamare: cioè, non ricorrere ad affermazioni false o logiche forzate; se io a scuola porto un elenco di crimini e criminali di mafie varie e istruisco a sospettare in via generale dei meridionali, commetto un reato; idem se associo l'omosessualità alla pedofilia, o attribuisco alle associazioni o ai soggetti LGBTQ l'intento di "distruggere la famiglia";

analogamente a quanto sostieni tu, nessuno è obbligato all'omosessualità e nessuno osta il cattolico che voglia vivere la propria sessualità secondo i dettami della dottrina cattolica;

semmai si dovrebbe fare il contrario cioè introdurre un provvedimento più restrittivo delle libertà che gli adolescenti hanno, di fatto, ad adottare comportamenti omosessuali anche nelle scuole. ecco.
boh... opinione tua;
nel momento in cui per la legge i comportamenti sessuali leciti sono indifferenti - così come è - la questione non rileva; o stabilisci che due ragazzi non possono baciarsi nel corridoio della scuola, e lì si discute, o consenti; ma non è che puoi consentire a un moretto e una biondina di baciarsi, e vietare la stessa cosa a un ragazzo e una ragazza entrambi mori

e quale genitore vorrebbe che i propri figli praticassero atteggiamenti omosessuali sentendosi liberi, in una età come quella degli studenti ad esempio di "liceo", cioè abbastanza confusa già di suo, anziché desiderare che i propri figli si attengano alla morale comunemente diffusa
sono fatti loro; esattamente come sono fatti di Cono se lui e Cona preferirebbero che la figlia arrivi vergine al matrimonio, anche se la maggior parte dei genitori oramai vedrebbe in tale circostanza un segnale indesiderabile di problemi e inibizioni, anche perché ci si sposa mediamente dopo i 30 anni;

diffamazione verso chi?
verso qualsiasi categoria individuata in modo generale ed astrato, siano essi gli omosessuali, i "terroni", i preti, ecc...

si. e questo vale sia in un senso che nell'altro. se vuoi dire che bisogna convivere va bene, ma le rivendicazioni fini a sé stesse, che derivano da un falso senso della legalità e da un verissimo intento polemico e fine a sé stesso dovrebbero a mio avviso essere quanto meno "tenute sotto stretto controllo". vuoi fare il gay? lo puoi fare, ma gettare sterco sulla morale comunemente condivisa, chiedendo provvedimenti che legittimino le tue paturnie di insoddisfatto,
appunto: non ci troviamo di fronte alla morale comunemente condivisa, che invece è quella contenuta nella legge, per definizione;
la legge considera irrilevanti le preferenze sessuali lecite, e vieta la diffusione di contenuti falsi e diffamatori che istighino all'odio di determinate categorie, punto;

non mi pare il modo migliore per interagire e magari anche dialogare con chi adotta posizioni etiche che sono consolidate non solo in italia ma in tutto il mondo cattolico da circa duemila anni.
m'importa una sega dei duemila anni; qui siamo nella Repubblica italiana/Unione europea:

vuoi essere cattolico ? puoi; vuoi farti le tue scuole ? puoi; vuoi insegnare che la condizione omosessuale è degradata e correlata ipso facto a reati, come la pedofilia, magari adducendo bufale pseudo-scientifiche ? non puoi; esattamente come non puoi, partendo dalla cronaca, che il sacerdozio sia un prodromo della pedofilia, essere nato a Palermo dell'attitudine a delinquere, o andare allo stadio con la sciarpa della tua squadra indizio della propensione a saccheggiare autogrill; non difficile da capire;

si. ma vale anche il contrario e ti ricordo in proposito il gay pride nell'anno del giubileo cioè il lontano 2000. se tu non accetti la realtà in cui vivi, senza tuttavia capirla fino in fondo ma continuando ostinatamente a coltivare certe idee, allora va a finire che il tuo desiderio di "cambiare le cose" senza però sapere "come", si traduce in dichiarazioni di intenti che non hanno fondamento costituzionale, innanzitutto, e che peraltro devo dire vengono di volta in volta, tratte a pretesto dai vari partiti "affini a quelle idee" per creare consenso intorno al loro programma, salvo essere messi a posto dallo stesso ordine naturale delle cose quando si passa la proverbiale "misura".
maro'... che disordine mentale; possibile che uno studente/cultore di legge sia così incapace di ragionare in modo ordinato su questioni di normazione ?

qui si tratta solo del confine tra libertà di pensiero e diffamazione;
io, a favore della Chiesa, ritengo che non si possa imporre in positum la pronunciazione delle scuole cattoliche di indifferenza riguardo alla scelta omosessuale; cioè, non posso chiedere che dagli Scolopi si facciano lezioni in cui si dica che in fondo il matrimonio egualitario va bene, ecc...

però gli Scolopi non possono pretendere di esercitare quella funzione pubblica sottraendosi al generale dovere curriculare e non diffamatorio; così come i docenti della Scuola veneta non possono rivendicare un diritto ad additare come sospetto di propensione al crimine il sig. Patanè o Palumbo e i loro concittadini, in quanto originari di Montelepre o Afragola, perché mi sono fatto quest'idea.