a me sembra che tipicamente il disturbo insorga in coincidenza della pubertà e del menarca, e lì comincia ad operare l'apparato "ideologico"; forse non è la "verità" clinica, tantomeno definitiva, ma l'idea del rifiuto della condizione di maturità sessuale sembra essere un pezzo del puzzle che contribuisce a costruire una spiegazione che funziona, alla quale poi si può agganciare quel rifiuto con una contestazione verso il ruolo e la personalità della madre, e/o la paura di porsi in competizione con quella madre, con tutti gli switch nell'albero delle possibilità, e le relative compensazioni nevrotiche;
mi pare di ricordare che spesso c'è un disprezzo per un padre "debole" o assente, che deve verosimilmente far mancare un polo di identità sessuale; ma non ho un quadro tipico chiaro di come gli analisti spiegano quel tipo di famiglia; mi pare che il quadro di fondo spesso sia quello di una nevrosi di coppia originaria dei genitori, poco legati in termini di passione e desiderio, quindi con una figura materna inappagata che rappresenta un modello indesiderabile, e al tempo stesso "obbligato", che si rifiuta in quel modo, perché a quell'età non si ha modo di collocare le pulsioni in modi alternativi; si è dipendenti dalla madre, ma la si disprezza e si teme di essere come lei.