allora, come al solito hai detto una cretinata. la chiesa cattolica non è soltanto una organizzazione a carattere religioso di natura "privata". come ho già scritto nel precedente messaggio, ripeto perché forse non è chiaro, che accanto alla legittimità della propaganda dei propri assunti di fede, la chiesa cattolica poggia su una entità statale le cui prerogative sono tutelate dal nostro stato sulla base di accordi internazionali. ciò vuol dire che in forza dell'art. 7 della nostra costituzione, costituisce materia di comune disciplina tra italia e santa sede, ogni e qualsivoglia questione che sia attinente alla "legislazione" di entrambi gli stati affinché tra italia e santa sede vengano risolti su base trattatistica tutti i possibili conflitti di "idee" e "pratiche". per dirla ancora meglio i trattati, in forza dell'art. 7 della costituzione, tra santa sede e stato italiano, vanno ad intervenire, necessariamente, quando tra le due suddette entità statali via siano dei contrasti. per evitare di stipulare nuovi trattati, quando ovviamente si profilino dei provvedimenti come quello in discorso, da parte del nostro stato, allora la chiesa si fa come dire "sentire" affinché non sia necessario addivenire alla stipulazione di un nuovo "concordato" per mettere rimedio al dissidio tra legislazione statale e accordi internazionali cioè "concordati" sempre tra santa sede e italia.
allora forse non è chiaro. hai mai sentito di uno stato che si "scioglie" per volontà dei suoi ministri? è una cosa che non sta né in cielo né in terra. se lo stato vaticano dice che i cattolici che vivono in italia possono "votare", allora capisci che esso vaticano pone le basi di un dialogo con le nostre istituzioni, le quali sono ovviamente beneficate, o lo sono state per circa un 50ennio, dal fatto che i cattolici votino, un dialogo che è fatto di reciproche concessioni. se lo stato italiano adottasse una legge del genere di quella in discorso, probabilmente si tornerebbe ai tempi delle celeberrime bolle papali di boicottaggio ad esempio delle procedure di elezione dei parlamentari. ovviamente tutto ciò che è di sinistra, in senso lato, ai preti fa "paura" e fa paura perché essi preti hanno passato i loro "guai" perché la dc vincesse in sostanza sui comunisti. vuoi tornare ai tempi del fronte "popolare"?
l'italia è uno stato pluri/confessionale come ti dicevo. con la differenza che per la sola confessione cattolica esiste una entità statale che ne regola i rapporti con le istituzioni italiane. è questa la differenza fondamentale, la quale concerne il cattolicesimo e non ad esempio il buddismo, che pure è riconosciuto, o altre religioni anch'esse presenti in italia. se i cattolici votano lo decide sempre il vaticano, così come sempre il vaticano, in forza di una autorevolezza che gli deriva, per costituzione, dal poter indirizzare i voti dei cattolici, quindi potere politico, quando si profilano provvedimenti non graditi, e non così, ma per ragioni quanto meno di "pubblico decoro", può dire: o vi fermate o facciamo il revival del "non expedit". e ovviamente ciò detto occorre che con quel tipo di rimostranze i politici italiani e soprattutto quelli un po' "comunardi" facciano i proverbiali "conti".
esattamente. nessun pronunciamento da parte ecclesiastica ha mai riguardato i programmi di insegnamento laici, che in sostanza si fondano sulla erogazione di un sapere che comunque sia è abbastanza tollerato dalle gerarchie. diverso è il trattamento che viene riservato agli studenti a livello didattico nelle scuole confessionali. dato che c'è per la chiesa la possibilità di allestire scuole confessionali, c'è anche ripeto una relativa tolleranza per gli istituti scolastici di diversa matrice. i quali istituti sono però sempre vigilati dallo stato su basi legislative. se vuoi plagiare, tu docente mettiamo marxista, gli studenti convertendoli di fatto a quella dottrina allora devi fare i conti primo con la deontologia e secondo alle strette con la legge. lo stesso vale per gli istituti retti da preti. non vedo il problema, che però nasce quando gli istituti pubblici cominciano a propagandare le unioni omosessuali, ponendosi in patente conflitto non solo con costituzione e legge dello stato, perché l'educazione sessuale non costituisce materia curriculare, ma anche in secondo luogo con la chiesa e le sue istituzioni, che per parte loro non fanno a lezione propaganda contro la scienza e i suoi progressi. e parlo per esperienza.
no. è il contrario. diffama chi, elogiando i comportamenti omosessuali getta discredito sugli insegnamenti presbiterali, che per altro hanno qualche migliaio di anni di "fondamento".
non teme niente. gli omosessuali se vuoi stanno anche nella chiesa e fanno anche ti devo dire i loro porci comodi, un po' come i drogati, ma grazie a dio nessuno ne parla. pensa se in tv si facessero spot a favore delle droghe pesanti e del loro utilizzo diffuso. cosa accadrebbe all'ordine pubblico? insomma a tutto c'è un limite, che se superato può determinare provvedimenti anche duramente repressivi, soprattutto se autore di quel tipo di propaganda fosse ad esempio rai tre, cioè un canale di rete che tutela i cc.dd. "comunisti" di un tempo. ci sono cose che sono poste a base dell'ordine pubblico che non sono suscettibili di opzioni. sono così e basta. e mi meraviglia constatare come, su una questione così semplice tu non riesca a vederci chiaro.
allora detto che la nutella, quella ferrero è "inimitabile" ti dico anche che non si tratta di pubblicità. si tratta di tutelare determinati fondamenti di valore, come quello che impedisce di considerare "legittima" cioè "legalizzabile" la condizione omosessuale. se è per questo ogni tanto si avanzano certe pretese, che non riesco a capire in che modo possano essere "risolutive" e di cui peraltro non riesco a capire l'urgenza. vuoi fare l'omosessuale: fallo, ma perché devi anche potertene vantare e quindi propagandare quel tipo di costumi, ciò i costumi LGBTIQ, addirittura nelle scuole?
si. allora si dica che l'omosessualità è tollerata e non che si possa anzi si debba fare opera di moralizzazione al contrario imponendo perfino di parlarne "bene" in sedi istituzionali come i licei o altri istituti di istruzione. se è, come dici, qualcosa di naturale non c'è bisogno di legalizzare niente. ed infatti i ragazzini omosessuali sono già liberi di praticare in quel senso. nessun eterosessuale si sognerebbe mai di chiedere un riconoscimento delle proprie tendenze, perché esse di fatto sono già consentite. e allora cosa si vuole di più? te lo dico io: si vuole polemizzare, sempre e comunque, perché le cause del disagio sono profonde e non è un provvedimento di legge la soluzione.
è vietato l'insulto, la calunnia, l'istigazione al suicidio, nei riguardi di tutti in quanto persone e non solo nei riguardi degli eterosessuali, ma anche nei riguardi di quegli altri. quindi mi pare che si invochi una necessità di parificazione che non ha ragiono d'essere, dato che i LGBTIQ sono persone come le altre, a meno che la richiesta in questione non sia qualcosa che denuncia un "sentimento" diffuso tra gli omo, di incertezza e di inferiorità che però ti ripeto ha cause più profonde che generano un senso di vittimismo la cui spiegazione va cercata come ti dicevo altrove che nei rapporti "latamente" sociali, e cioè va ricercata "in famiglia".
diritto civile ne ho sostenuti quattro, non uno. e ti posso dire che le rivendicazioni dei gay hanno in sé un contraddittorietà che deriva dal confondere lo stato con il proprio "padre" e la propria "madre". non si va da nessuna parte anche se la legge in questione venisse approvata. il disagio ha altre cause e un po' di psicoterapia, ripeto, potrebbe giovare assai. ti faccio un nome su tutti: maneskin, il gruppo musicale. a me più che omosessuali sembrano dei disadattati. a te no?
ecco. allora la domanda è perché anche da coppie tradizionali possano uscire fuori figli gay. c'entrerà la psicologia?
naturale nel senso, sottinteso, di uomo e donna. ti assicuro che le rivendicazioni gay sono tutto fuorché "naturali". e non vorrei scendere nei particolari.
e si. è naturale un utero in affitto per dare un figlio a due gay, anziché una madre e un padre che decidono di diventare genitori perché "vocati" a quella scelta. axe...
non si parla di "contro relatore" ma semplicemente di "correlatore". cmq grazie per i complimenti.