beh, metà dei cristiani, tra ortodossi e protestanti, segue una dottrina diversa, fondata più o meno sugli stessi testi;
è un bel problema interpretare nel costrutto evangelico il citatissimo passo di Matteo che sancirebbe l'indissolubilità - in epoca di ripudio unilaterale, non lo dimentichiamo - come approvazione e sacramento per un matrimonio afflittivo;
si poteva capire mezzo secolo fa per i settori più retrogradi e marginali della società;
oggi, un pensiero del genere è patologico, di terza mano; cioè, implica un'avulsione patologica dalla realtà ad uso di equilibri psichici di personalità marginali; solo che, se questo è un dato evidente e quasi da barzelletta, il costrutto su cui si basa quell'idea di coppia e famiglia continua ad informare aspettative e letture della realtà, perché non ce n'è un altro strutturato;
in concreto, le persone - la cultura diffusa - ha elaborato solo in parte dei protocolli di gestione delle crisi: cosa fanno i miei "eroi" di riferimento quando lei li lascia ? come lasciano a loro volta e perché, magari cn un grande sforzo di onestà ed emendamento di facili opportunismi ?
tutti sanno che la coppia è un vincolo soggetto a crisi e rottura; ma pochissimi sono in grado di identificarsi in un archetipo di valori ordinati per gestire la circostanza di un partner che è infelice e se ne vuole andare, ma anche quella della propria infelicità e il rigetto di quella condizione;
poi, non parliamo della capacità di vedere l'altro e vedersi al momento dell'incontro... se si avesse una percezione strutturata - la butto lì, a bar dello sport- di archetipi junghiani, nel momento in cui attrae un genere di partner molto attivo e desiderante, l'istinto dovrebbe suggerire l'eventualità che quella propensione esuberante possa dirigersi su altro; ti piace Rocco, ma devi sapere che quel genere di arnese difficilmente rinuncia al pluralismo;
viceversa, un temperamento meno entusiasta, verosimilmente sta elaborando un suo personale equilibrio, in cui il partner è strumento fungibile di quello, e perciò destinatario delle attenzioni che si riservano ad uno strumento;
molto spesso, una delle ragioni - rimosse - di malessere alla rottura è la consapevolezza di non aver voluto vedere e la conseguente difficoltà di elaborare un racconto eroico, in cui si è davvero vittime;
pure questa è una circostanza a cui l'educazione potrebbe in qualche modo provvedere, estirpando le malefiche favolette del e vissero felici e contenti per sempre, in luogo di un: siete stati bene insieme per 10 anni, e poi le cose sono cambiate ? è comunque un gran successo ! chi non firmerebbe per 9/10 di esistenza soddisfacente ? preparando le persone agli inevitabili momenti in cui si deve rielaborare la propria condizione.