Citazione Originariamente Scritto da Astrid Visualizza Messaggio
Il martirio porta alla santità, ma Dio che ci ama tanto, come fa ad ammettere che gli amati figli debbano subire l'un l'altra angherie, distrazioni, egoismi e - soprattutto - come fa a tollerare che l'egoista, se lasciato, passi per il corretto della situazione? Della serie: lei (la poverina) non ce l'ha più fatta e l'ha lasciato e lui (il menefreghista sessista) è rimasto solo, abbandonato, povera vittima.
Un po' come la storia che l'uomo le corna le può mettere alla moglie (infondo è un uomo, va capito); invece se è la donna... "quella buttaXa!".
C'è egoismo anche nelle discriminazioni?

Cono, la teoria è una cosa e la vita reale un'altra.
I cammini si fanno per scelta, non per imposizione.
Come tutto il resto.
beh, metà dei cristiani, tra ortodossi e protestanti, segue una dottrina diversa, fondata più o meno sugli stessi testi;

è un bel problema interpretare nel costrutto evangelico il citatissimo passo di Matteo che sancirebbe l'indissolubilità - in epoca di ripudio unilaterale, non lo dimentichiamo - come approvazione e sacramento per un matrimonio afflittivo;
si poteva capire mezzo secolo fa per i settori più retrogradi e marginali della società;

oggi, un pensiero del genere è patologico, di terza mano; cioè, implica un'avulsione patologica dalla realtà ad uso di equilibri psichici di personalità marginali; solo che, se questo è un dato evidente e quasi da barzelletta, il costrutto su cui si basa quell'idea di coppia e famiglia continua ad informare aspettative e letture della realtà, perché non ce n'è un altro strutturato;
in concreto, le persone - la cultura diffusa - ha elaborato solo in parte dei protocolli di gestione delle crisi: cosa fanno i miei "eroi" di riferimento quando lei li lascia ? come lasciano a loro volta e perché, magari cn un grande sforzo di onestà ed emendamento di facili opportunismi ?

tutti sanno che la coppia è un vincolo soggetto a crisi e rottura; ma pochissimi sono in grado di identificarsi in un archetipo di valori ordinati per gestire la circostanza di un partner che è infelice e se ne vuole andare, ma anche quella della propria infelicità e il rigetto di quella condizione;

poi, non parliamo della capacità di vedere l'altro e vedersi al momento dell'incontro... se si avesse una percezione strutturata - la butto lì, a bar dello sport - di archetipi junghiani, nel momento in cui attrae un genere di partner molto attivo e desiderante, l'istinto dovrebbe suggerire l'eventualità che quella propensione esuberante possa dirigersi su altro; ti piace Rocco, ma devi sapere che quel genere di arnese difficilmente rinuncia al pluralismo;

viceversa, un temperamento meno entusiasta, verosimilmente sta elaborando un suo personale equilibrio, in cui il partner è strumento fungibile di quello, e perciò destinatario delle attenzioni che si riservano ad uno strumento;
molto spesso, una delle ragioni - rimosse - di malessere alla rottura è la consapevolezza di non aver voluto vedere e la conseguente difficoltà di elaborare un racconto eroico, in cui si è davvero vittime;
pure questa è una circostanza a cui l'educazione potrebbe in qualche modo provvedere, estirpando le malefiche favolette del e vissero felici e contenti per sempre, in luogo di un: siete stati bene insieme per 10 anni, e poi le cose sono cambiate ? è comunque un gran successo ! chi non firmerebbe per 9/10 di esistenza soddisfacente ? preparando le persone agli inevitabili momenti in cui si deve rielaborare la propria condizione.