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Discussione: Correva l'anno...

  1. #751
    Il 20 Luglio 1944, falli l'ultimo attentato a Hitler.

    Alcuni dei congiurati furono impiccati utilizzando corde di pianoforte.
    Bambol utente of the decade

  2. #752
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    Correva l'anno 2011... esattamente 10 anni fa per me ci fu un ciclotour davvero eccezionale [da notare che la mtb e parte dell'abbigliamento sono gli stessi di oggi... ]
    ...durante suddetto tour, grazie alla lentezza caratteristica della bici scoprii nuovi posti che, approfondindo in seguito mi portarono ad arrivare alle spiagge naturiste di Ancarano
    ...si ringrazia il feis che mi ha proposto il ricordo, l'evento lo ricordavo benissimo ma la data esatta proprio no


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    IMG_20210730_205551.jpg
    Mens sana in corpore sano

  3. #753
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    14 agosto 2018, Genova ore 11, crollo del ponte Morandi: 43 vittime.
    amate i vostri nemici

  4. #754
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    17 agosto 1924. Nel bosco di Riano in provincia di Roma viene ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti. Il parlamentare socialista aveva contestato le elezioni dalle quali era risultato vincitore il partito fascista di Benito Mussolini. Matteotti era stato rapito sul Lungotevere il 10 giugno da 5 uomini della polizia politica del regime.
    amate i vostri nemici

  5. #755
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    20 agosto 1911. A Parigi l’imbianchino Vincenzo Peruggia ruba la “Gioconda” di Leonardo da Vinci al museo del Louvre.
    amate i vostri nemici

  6. #756
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    20 agosto 1911. A Parigi l’imbianchino Vincenzo Peruggia ruba la “Gioconda” di Leonardo da Vinci al museo del Louvre.
    Ah e come ha fatto, ha approfittato di un blackout della videosorveglianza?
    ...ok ok abbiate pazienza, è venerdì

  7. #757
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    Il furto avvenne verso le sette del mattino di lunedì 21 agosto nel 1911, giorno di chiusura del Louvre. Vincenzo Peruggia entrò nel museo attraversò la porta Jean Goujon usata di frequente dagli operai e si diresse al Salon Carré senza che alcuna persona si accorgesse della sua presenza. Dopo aver staccato il quadro dalla parete si diresse verso la scaletta della sala dei Sept Mètres liberandosi della cornice e del vetro. Giunto in un cortile interno poco frequentato si servì della giacca che indossava per avvolgere il quadro. Uscito dal museo senza essere fermato, salì sul primo autobus, ma si accorse di aver sbagliato direzione e così scese e si fece riportare a casa da una vettura, precisamente in rue de l'Hopital Saint-Louis dove nascose la Gioconda. Dovendo tornare al lavoro per giustificare il ritardo disse di essersi ubriacato il giorno precedente e di soffrirne ancora le conseguenze. Poiché la stanza nella quale viveva era molto umida, temendo che l'opera potesse danneggiarsi, Peruggia la affidò al compatriota Vincenzo Lancellotti, che abitava nello stesso stabile. Trascorso un mese, dopo aver realizzato una cassa in legno nella quale custodire il dipinto, lo riprese e lo tenne con sé.

    La scoperta del furto
    La mattina di martedì 22 agosto 1911 due artisti, Louis Béroud e Frederic Languillerme si diressero al Louvre per imparare dai grandi maestri. Giunti nel salone Carré si accorsero della scomparsa della Gioconda di Leonardo da Vinci, informandone il capo della sicurezza Monsieur Poupardin. In poco tempo nella sala si riunirono il direttore del museo Monsieur Homolle, il sottosegretario di Stato alle Belle Arti, il capo della polizia ed il prefetto di Parigi, Louis Lépine.

    Le indagini
    Appurato il furto vennero bloccate le uscite, perquisiti i visitatori e si perlustrò l'intero museo. Si ritrovarono la cornice e il vetro della Monna Lisa sulla scaletta della sala dei Sept Mètres e alla fine della rampa si scoprì che la porta a vetri era stata forzata ed era priva di pomello. Essendo quell'uscita frequentata dagli operai la gendarmeria pensò che il ladro si fosse mescolato a loro o fosse egli stesso un lavoratore, pertanto tutto il personale stabile venne interrogato. Nel frattempo fu lanciato un appello ai cittadini di Parigi e a chiunque avesse notato una persona sospetta in quei giorni nei pressi del Louvre. All'appello rispose un impiegato che riferì di aver notato un uomo che si allontanava dal Louvre il lunedì mattina e che gettava un oggetto in un fossato vicino alla strada; lì fu ritrovato il pomello mancante. Mentre fervevano le indagini gli "Amici del Louvre" annunciarono una ricompensa di venticinquemila franchi per chi avesse dato informazioni valide. Intanto il posto lasciato vuoto dalla Gioconda sulla parete del Louvre fu preso momentaneamente da un dipinto di Raffaello, il Ritratto di Baldassarre Castiglione. Furono erroneamente arrestati, come possibili complici, anche due giovani che sarebbero diventati famosi nei campi della scrittura e dell'arte: Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso, i quali dimostrarono la loro estraneità ai fatti. Dopo aver escluso dalla responsabilità del furto il personale stabile del museo la gendarmeria si concentrò su muratori, decoratori e il personale assunto per breve periodo o per uno specifico incarico, tutte persone i cui dati erano riportati sul registro delle commesse. Peruggia venne interrogato e la sua modesta stanza fu sottoposta a un'ispezione che ebbe esito negativo poiché la Gioconda era nascosta in un apposito spazio ricavato sotto l'unico tavolo.

    Il ritrovamento
    Nell'autunno del 1913 il collezionista d'arte fiorentino Alfredo Geri decise di organizzare una mostra nella sua galleria chiedendo ai privati, tramite un annuncio sui giornali, di prestargli alcune opere. Egli ricevette da Parigi una lettera nella quale veniva proposta la vendita della Gioconda a patto che il capolavoro tornasse in Italia e fosse lì custodito. La lettera inviata da Vincenzo Peruggia era firmata dal fittizio Monsieur Léonard V. Consigliatosi con Giovanni Poggi, direttore della Regia Galleria di Firenze, Geri fissò un incontro con Monsieur Léonard l'11 dicembre 1913 in un albergo di Firenze. Si presentò con il direttore della galleria che dopo aver visto il quadro lo prese in custodia per esaminarlo. Peruggia fu arrestato il giorno seguente dai carabinieri, i quali lo prelevarono direttamente dalla sua stanza d'albergo.

    Motivazioni
    Alcuni hanno cercato di indagare le vere ragioni che portarono l'uomo a rubare il dipinto, ipotizzando anche un furto su commissione di un truffatore argentino, il marchese di Valfierno, che ne avrebbe volute vendere sei copie agli statunitensi. In realtà Peruggia affermò sempre di aver compiuto il furto per patriottismo in quanto la visione su un opuscolo del Louvre di quadri italiani portati in Francia da Napoleone Bonaparte provocò in lui un senso di vendetta: voleva restituire all'Italia almeno uno di quei dipinti, non importava quale. Inizialmente aveva pensato alla Bella Giardiniera, ma le dimensioni esagerate del quadro lo avevano dissuaso. In realtà la Gioconda non fece mai parte del bottino di guerra napoleonico: infatti fu portata in Francia dallo stesso Leonardo dove ne è attestata la presenza fra le collezioni reali già dal 1625.

    La condanna

    Vincenzo Peruggia durante il processo per il furto della Gioconda
    Il processo si svolse il 4 e 5 giugno 1914 presso il tribunale di Firenze, di fronte alla stampa internazionale e a un pubblico favorevole a Peruggia per motivi popolari mossi da amore e affetto per il gesto quasi eroico. La pressione popolare e l'invocazione dell'infermità mentale (confermata dall'indovinello postogli dal medico psichiatra del tribunale professor Paolo Amaldi, che assunse l'incarico il 24 maggio del 1914: "Su un albero ci sono due uccelli. Se un cacciatore spara a uno di essi, quanti ne rimangono sull'albero?"; "Uno!", rispose Peruggia. "Deficiente!", tuonò il medico, in quanto la risposta alla domanda era zero, perché l'altro sarebbe scappato) sortirono comunque l'effetto di indurre la corte a concedergli le attenuanti e a comminargli una pena assai mite: un anno e quindici giorni di prigione.

    Il 29 luglio la pena fu ridotta a sette mesi e otto giorni, ma appena fu emessa la sentenza Peruggia fu scarcerato. Quando uscì di prigione trovò un gruppo di studenti toscani che gli offrirono il risultato di una colletta a nome di tutti gli italiani: 4.500 lire.[senza fonte]

    Il ritorno del dipinto in Francia

    Ritorno della Gioconda al museo del Louvre il 4 gennaio 1914
    L'atteggiamento delle autorità italiane venne apprezzato in Francia, poiché i due Paesi coltivavano da circa dieci anni rapporti sempre più amichevoli. Si poté così evitare che Parigi chiedesse una pena esemplare e concordare un lungo periodo di esposizione del dipinto in Italia (prima agli Uffizi a Firenze, poi all'ambasciata di Francia di Palazzo Farnese a Roma, infine alla Galleria Borghese in occasione del Natale), prima del suo definitivo rientro.

    La Monna Lisa arrivò in Francia a Modane su un vagone speciale delle ferrovie italiane e fu accolta in pompa magna dalle autorità francesi, per poi giungere a Parigi dove, nel Salon Carré, l'attendevano il presidente della repubblica francese e tutto il governo.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Peruggia
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  8. #758
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    Interessante storia, per leggerla ho speso tutti i 5 minuti di pausa prima di cominciare a lavorare ma n'è valsa la pena...
    ...mi ricordo che tanti anni fa ne avevano fatto lo sceneggiato televisivo, mi pare che andavo ancora alle elementari

  9. #759
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    Esattamente. Bene, son contento ti sia piaciuta.
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  10. #760
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    1987... Oggi 6 settembre ci fu un memorabile concerto di Vasco Rossi a Pordenone al quale ci sono andato con un collega...
    ...il giorno dopo era un lunedì e siamo andati a lavorare senza quasi aver dormito, ma a 19 anni si può fare tutto o quasi

  11. #761
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    7 settembre 2005. Muore a Roma, all’età di 72 anni, il musicista e cantautore Sergio Endrigo. Nel 1962 era uscito “Io che amo solo te”, uno dei suoi pezzi più famosi, interpretato, dopo di lui, da Mina, Ornella Vanoni e Claudio Baglioni. Nel 1965 Endrigo aveva composto “Te lo leggo negli occhi“. Nel 1968, aveva vinto a Sanremo con “Canzone per te”.
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  12. #762
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    7 settembre 2005. Muore a Roma, all’età di 72 anni, il musicista e cantautore Sergio Endrigo. Nel 1962 era uscito “Io che amo solo te”, uno dei suoi pezzi più famosi, interpretato, dopo di lui, da Mina, Ornella Vanoni e Claudio Baglioni. Nel 1965 Endrigo aveva composto “Te lo leggo negli occhi“. Nel 1968, aveva vinto a Sanremo con “Canzone per te”.
    Mi ero quasi dimenticato di lui...
    ...da piccolo trovavo molto divertente questa, anni 1976-77

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  13. #763
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    8 settembre 1943, l'armistizio. La guerra è finita, tutti a casa, anzi no.
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  14. #764
    Doppio.
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  15. #765
    Armistizio avvenuto a Cassibile, frazione di Siracusa, città in cui abito.

    Da lì a poco, il Comandante Carlo Fecia di Cossato, asso dei sommergibili italiani, con la sua torpediniera, in Corsica, affondò diverse cannoniere e motozattere tedesche che tentarono di impadronirsi della base italiana... e pensare che ricevette la croce di ferro tedesca, quando era in servizio a Betasom, Bordeaux. Un giorno di Agosto del 1944, si tolse la vita sparandosi un colpo di pistola alla tempia.
    Bambol utente of the decade

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