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Discussione: Storia e religioni

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  1. #11
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    a me pare che tu citi solo confusamente discorsi che ti sembrano ad orecchio adatti a rispondere, senza capirci nulla, come uno che non conosce le basi della fisica e partecipi a discorsi di ingegneria aero-spaziale pescando su internet pezzi di elaborati scientifici;

    te lo dico perché, avendo frequentato un po' la materia, io stesso faccio una notevole fatica ad allineare con rigore logico certe tesi teologiche, che non sono affatto semplici e presentano innumerevoli interrelazioni;
    a parte la questione metafisica delle prerogative divine, la questione del libero arbitrio, come si è articolata tra protestanti e cattolici, è davvero radicale in termini teologico-filosofici, e presuppone l'acquisizione di nozioni di base molto rigorose;

    è radicale perché non ci sono vie di mezzo, frasi poetiche da tarallucci & vino; l'intervento della Grazia divina prescinde dalla volontà umana, ma la esclude anche, e con essa esclude un senso agli atti umani stessi; non è una nozione facilissima da introiettare per chi sia abituato a pensare da cattolico: faccio questo e sarò giudicato...

    cioè, quelle definizioni paoline, senza la legge, senza le opere...stanno a significare l'esclusione di tutto l'interfaccia umano, pure di quello religioso, a favore dell'insondabile e invisibile intervento divino;
    non è che serva a gran che sbrodolarsi in discorsi cristologici fatti di parole in libertà o intonare mantra/slogan da curva per entrare in quel dibattito, che è tipo partita a scacchi col computer al livello massimo;

    si può anche contestare l'affermazione radicale, ma poi bisogna rispondere del crollo di tutto il resto, della necessità di tutto il resto, per esempio; io te l'avevo buttata sullo scherzo, per semplificare, immaginando un Giuda che si prende i 30 denari e poi indica un pincopalla qualsiasi invece di Gesù;

    anche se non te ne rendi conto, per mancanza di quelle basi, attribuire una rilevanza per la salvezza alle azioni umane, così come ognuno di noi è stato educato a pensare in automatico, significa questionare la necessità di Cristo e della religione stessa; infatti, nella prospettiva di Paolo, il compimento della Legge era l'abolizione di quella religione; ma poi è diventato anche l'abolizione di quella nuova, e di tutte, come sistema organizzato;
    in parole povere, se può essere salvato chiunque, senza la legge, senza le opere - come in effetti dice Paolo - il sacrificio di Cristo viene derubricato a evento accessorio, rimedio di un dio umanizzato e pasticcione che deve intervenire a correggere suoi errori;

    e allora va dato a quell'evento un senso molto diverso da quello inserito nella narrazione tradizionale della Chiesa dottrinaria, con tutta quell'inutile cristologia; e deve, saggiamente, trattarsi di un senso rarefatto al limite del nulla e dell'incomprensibilità, proprio perché più si insiste su un dio immanente che interviene nei fatti umani come Giudice, più la questione diventa una barzelletta;

    si parla di chierici di 5 secoli fa, che a disposizione avevano solo quel mito di fondazione, radicato e popolare, Gesù; quindi usavano quello, e così, legittimamente, come per tutte le altre fedi, fanno i fedeli oggi;

    ma oggi, per spiegare un dio che opera, ti basterebbe chiedere all'atea Vega se torturerebbe un animaletto trovandosi in un isola deserta, sapendo che nessuno la giudicherebbe e la punirebbe; sai perfettamente che non lo farebbe; perché ? perché sì, punto; questa è la fede; e questa è pure la legge morale, l'imperativo categorico di Kant; qualcosa di assolutamente autonomo, che prescinde da diatribe, dal giudizio di ciò che è nel piatto altrui, il pulpito, ecc... la convinzione intima della doverosità di qualcosa che nessuno ti costringe a fare, ma che non avresti nemmeno una convenienza a fare;

    noi invece abbiamo i crocifissi nelle aule dei tribunali, le devozioni para-pagane e i calciatori che si segnano quando entrano in campo
    A me sembra che quello che non capisca sei tu dato che rifai sempre lo stesso discorso sul libero arbitrio quando anche la neuropsichiatria si arrende di fronte alla coscienza perché non sa a cosa serve. Tu e la tua cerchia parlate di libero arbitrio'
    Bene, allora ditemi la coscienza? che dovrebbe essere quella che permette di avere il libero arbitrio.
    Ormai si sa che per circa l'80% svolgiamo normalmente azioni senza l'intervento diretto del cervello, come lo fanno anche gli animali, nostri simili; la nostra testa grossa ed anche dura come la tua è solo per non dimenticare le esperienze, tanti ed intensi ricordi che lo scarafaggio di Kafka non poteva certo avere.
    Dopo che mi avrai spiegato cosa cosa sia la coscienza che è quella necessaria per ottenere il libero arbitrio potremmo poi definire insieme che cosa sia il tempo, caro amico fisico e metafisico.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-08-2021 alle 18:41

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