Nel 2015 la Germania ha gestito un milione di profughi siriani. La gran parte di questi, soprattutto i più giovani “palestrati e con il telefonino” hanno oggi un lavoro regolare, sono cioè in grado di mantenere se stessi e le proprie famiglie, oltre a pagare tasse e contributi. Il problema quindi non è l’immigrazione e nemmeno gli immigrati, ma la capacità o meno di gestione del fenomeno.
Detlef Scheele, direttore dell’Agenzia Federale del Lavoro (Bundesagentur für Arbeit) ha dichiarato più volte che la Germania ha bisogno (HA BISOGNO!) ogni hanno di 400.000 immigrati che vadano ad occupare i posti di lavoro lasciati scoperti da chi si ritira in pensione.
Le follie salviniane e di chi si ostina a vedere l’immigrazione come un problema di ordine pubblico e non è in grado di partorire politiche di integrazione è il vero problema.
E per chi teme che il numero di immigrati nei prossimi anni crescerà a dismisura, ricordo il discorso di Houari Boumediene alle Nazioni Unite 1974 (MILLENOVECENTOSETTANTAQUATTRO!), pressapoco così:
“Se le Nazioni che vengono a toglierci le risorse per lo sviluppo industriale nei loro Paesi a prezzi irrisori non investiranno una parte dei loro enormi guadagni nei nostri Paesi, non potranno farlo a lungo. È qui infatti che troveranno la mano d’opera necessaria alle loro fabbriche”.
Con le dovute modifiche il discorso è ancora valido, nonostante continui a restare inascoltato dall’arroganza e dalla ignoranza di una parte politica fanfarona.